martedì 30 novembre 2010

AUGURI

Auguri , buon anniversario!!Tutti i giorni ringrazio il Signore che ci ha fatto incontrare. La vostra visita a casa nostra è stato un momento di letizia, di conferma che il cammino è indirizzato bene,occorre che ci aiutiamo a guardare sempre Lui.Un abbraccio a te, a Claudio, a Giovanni e a tutta la vostra splendida famiglia, opera di Dio.

Rita E Stefano Ostra

30 NOVEMBRE ANNIVERSARIO NOZZE 36 ANNI















Perchè il nulla ed il tutto sono la stessa cosa; nell’infinitamente piccolo come nell’infinitamente grande.
Ed entrambi hanno lo stesso nome: DIO

Non in modo casuale proprio oggi festeggiamo il nostro 36 anno di matrimonio.
Periodo nero!Tutto sembra che ci stia crollando addosso!Si fa fatica a trovare il senso del cammino!
Tanti cercano di farti cadere!Forse sono io piu' sensibile ad ascoltare i messaggi che ti portano al baratro e insensibile ai gesti affettuosi!
Quel Si detto 36 anni fa davanti a Dio ha sigillato con Lui un patto.
Cosi' dei fatti:la pazienza di Claudio,il suo desiderio di amarmi,(anche se in questo periodo sono cosi' scontrosa con lui),una telefonata,una visita inaspettata,l'incontro con gli amici a San Luca,la disponibilita' di Antonio e la sua pazienza,il sorriso di Giovanni,l'occhietto meno rosso e dolorante......
Tanti positivi che fino a qualche istante fa erano avvolti da una nebbia fittissima che non volevo vederli preferendo rimanere nel profondo buio a leccarmi sola le ferite.
Poi lo scritto di Francesco una sberla! Il Signore allora non mi ha dimenticata?Cosa sto facendo in questi giorni?Perche' e' possibile che mi senta cosi' sola!Piu' tardi voglio comunicare a Claudio che e' possibile ancora camminare!Lui che in tutti questi giorni mi costringeva a pregare con lui,quelle Ave Maria recitate da me male giusto per assecondarlo e per poter rimanere poi in pace con la mia solitudine.Mi dicevo:tanti figli,tanti nipoti ma io mi sento sola abbandonata e mi stavo lasciando imprigionare da una tristezza senza uscita.
....Perchè il nulla ed il tutto sono la stessa cosa; nell’infinitamente piccolo come nell’infinitamente grande.
Ed entrambi hanno lo stesso nome: DIO!.......

Ciao Mamma e Babbo,
se la vita fosse "una passeggiata", sarebbe difficile
apprezzare la vita di due persone che vivono insieme, continuano a camminare, a cadere, ma con sicurezza continuano ad avanzare e servono da esempio per tutti coloro che possono osservarli.

In questo momento piu' che in altri, e' chiaro che il vostro essere
insieme, il nostro essere insieme e' definito da un Altro.

Grazie per essere d'esempio per noi del fatto che non e' grazie alle
circostanze "positive" che due possono stare insieme, volersi bene, e camminare insieme, ma bensi' grazie alla voglia di entrambi di vivere la vita fino in fondo.
Un abbraccio
Francesco



Queste parole mi hanno schiaffeggiata e riportata sulla strada.
Oggi voglio festeggiare il nostro anniversario e desidero cominciare la festa andando a confessarmi e a domandare,mendicare l'aiuto.Il percorso e' duro e se non riesco a mettere il picchetto nella roccia forse poco piu' in la' c'e' una ferrata che mi puo' aiutare.!!Grazie Francesco cosi' lontani ma cosi' vicini!Fino ad un istante fa vedevo solo la lontananza!

domenica 28 novembre 2010

ANTONIO SOCCI

.....No, “autoritario” – secondo il comunista Cuperlo – sarebbe la dirigenza della Tv che invita far parlare anche i malati silenziati e soli (sono tremila famiglie che lottano per la vita), che chiedono una volta tanto di poter far sentire il proprio inno alla vita.

Il prepotente sarebbe l’agnello.......


.....Post scriptum: vorrei informare questi signori (e anche il Corriere della sera che recentemente ha usato la citazione in una campagna pubblicitaria) che quella frase, in realtà, Voltaire non l’ha mai pronunciata.

In effetti risale alla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall, che la scrisse nel 1906 in “The Friends of Voltaire”.

In compenso Voltaire ne disse un’altra: “écrasez l’infame!”. Che vuol dire “schiacciate l’infame”, laddove “infame” sarebbe il credente. Ecco, citino questa, che è davvero di Voltaire e che esprime decisamente meglio la cultura radical-chic....
Da “Libero” 28 novembre 2010
“Intolleranti!”. Così – testualmente – giovedì scorso il regime comunista cinese ha definito la Chiesa cattolica che protestava per l’ennesimo abuso di Pechino: il regime ha nominato vescovo un suo burocrate pretendendo di imporlo ai cattolici.

Avete capito bene: i persecutori definiscono “intolleranti” i perseguitati. Non solo. I carnefici comunisti addirittura aggiungono che la vittima, cioè la Chiesa, “limita la libertà religiosa”. Testuale. In queste surreali e sfacciate dichiarazioni c’è tutta l’assurdità del nostro tempo.

sabato 27 novembre 2010


“Facesti come colui che cammina di notte e che porta un lume dietro di sé che non giova a lui stesso, ma fa lume alle persone che stanno dietro di lui…” (Purgatorio - Canto 26)

Noi tutti cerchiamo, frugando disperatamente nel nostro più profondo IO. Cerchiamo, cerchiamo, cerchiamo…. cosa?

Non può esserci risposta definita. Nè forma, nè colore. Anche Nice e Leopardi cercavano. Hanno cercato una vita intera facendo della ricerca la loro ragione di vita.

Ci viene il dubbio che il bisogno atavico di ricerca sia alla base delle conquiste dell’umanità, dalla ruota alla luna e che proprio nella ricerca si annidi il meglio dell’essere umano.

Perchè il nulla ed il tutto sono la stessa cosa; nell’infinitamente piccolo come nell’infinitamente grande.

Ed entrambi hanno lo stesso nome: DIO!

DALL'INTERVENTO DI DON GIUSSANI AD ASSAGO

La politica è lo specchio della società.

Il problema non è del contenitore ma del contenuto.

Il partito cattolico è fallito con la DC che non è riuscita a dare la cosa che più era importante la libertà di educare, riproporre un altro partito cattolico non è possibile perchè non c’è la coscienza di un popolo cattolico. Il problema non è la politica ma che i cattolici riescano ad esprimere uomini che vivano veramente una unità con la Chiesa e non una religiosità confessionale e dogmatica. Cosa si deve dunque fare, cosa possiamo fare noi cattolici? Per rispondere a questo propongo un brano del Signore degli Anelli: “Non vi darò consigli, dicendo fate questo o quello. Non è col fare qualcosa o col contribuire , o con lo scegliere tra l’una o l’altra via che vi potrò essere utile ; solo la mia conoscenza di ciò che fù ed è, ed anche in parte di ciò che sarà, vi può esser d’aiuto” Questo vi dico “La vostra missione è sulla lama di un coltello” Una piccola deviazione ed essa fallirà trascinando tutti in rovina. Ma vi è ancora speranza fin quando la Compagnia sarà tutta fedele”

Una cultura della responsabilità deve mantenere vivo quel desiderio originale dell’uomo da cui scaturiscono desideri e valori, il rapporto con l’infinito che rende la persona soggetto vero e attivo della storia. Una cultura della responsabilità non può non partire dal senso religioso. Tale partenza porta gli uomini a mettersi insieme.

È impossibile che la partenza dal senso religioso non spinga gli uomini a mettersi insieme.


QUELLA NOSTALGIA VERSO L'INFINITO

Julián Carrón
L’editoriale di questo numero è l’articolo di Julián Carrón pubblicato dal Corriere della Sera il 24 dicembre 2009.
Caro Direttore,
c’è una frase di Dostoevskij che mi accompagna in questi tempi, dovendo parlare del cristianesimo alle persone più diverse in Italia e all’estero: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Questa domanda suona come una sfida a ciascuno di noi. È precisamente dalla risposta ad essa che dipende la possibilità di successo della fede oggi. In un discorso del 1996, l’allora cardinale Ratzinger rispose che la fede può sperare questo «perché essa trova corrispondenza nella natura dell’uomo. Nell’uomo vi è un’inestinguibile aspirazione nostalgica verso l’infinito». E con ciò indicava anche la condizione necessaria: che il cristianesimo ha bisogno di trovare l’uomo che vibra in ciascuno di noi per mostrare tutta la portata della sua pretesa.


LA BALLATA DEL POTERE

Ballata Del Potere
Parole e musica di Claudio Chieffo

Lo dicevo tutto il giorno: questo mondo non è giusto!
E pensavo anche di notte: questa vita non dà gusto!
E dicevo: è colpa vostra o borghesi maledetti,
tutta colpa dei padroni e noialtri poveretti...
e noialtri a lavorare sempre lì nell’officina,
senza tempo per pensare dalla sera alla mattina...

Forza compagni, rovesciamo tutto e costruiamo un mondo meno brutto!

Per un mondo meno brutto quanti giorni e quanti mesi,
per cacciare alla malora le carogne dei borghesi,
ma i compagni furon forti e si presero il potere
e i miei amici furon morti e li vidi io cadere...

Ora tu dimmi come può sperare un uomo che ha in mano tutto,
ma non ha il perdono!

Come può sperare un uomo quando il sangue è già versato,
quando l’odio in tutto il mondo nuovamente ha trionfato:
c’è bisogno di Qualcuno che ci liberi dal male
perchè il mondo tutto intero è rimasto tale e quale...

I NIPOTINI DI CINCINNATI FESTEGGIANO thanks giving 2010


Ciao bellissimi spero di potervi riabbracciarvi presto!

LETTERA APERTA DI FABIO CAVALLARI

.....Ho scritto un libro, uscito in queste settimane per le Edizioni Lindau, Vivi. Storie di uomini e donne più forti della malattia, dove cerco di sostenere i malati e le famiglie coinvolte nella loro battaglia che si combatte tutti i giorni su più fronti, dai problemi legati alla salute e all’assistenza domiciliare dei propri cari, alla questione etica più generale, ma soprattutto, e tristemente, ai problemi inerenti alla burocrazia, per tutti un incubo disumano senza attenuanti......

Lettera aperta di Fabio Cavallari, autore di Vivi - Storie di uomini e donne più forti della malattia
Dopo la puntata di «Vieni via con me» di Fazio e Saviano su “fine vita” ed “eutanasia” si potrebbe aprire uno spazio serio di discussione. Purtroppo finirà come al solito, in una bagarre polemica, dove tutto sarà giocato dentro le solite dinamiche astratte, nelle profusioni d’accusa degli uni, e nella pretesa di correttezza degli altri. Il tutto verrà iscritto nell’eterna lotta (falsa) tra cattolici e laici, tra destra e sinistra. L’assunto della trasmissione fondava in un presupposto chiarissimo, ovvero la necessità di intervenire da un punto di vista legislativo sui temi eticamente sensibili e che tale vulnus rappresenta un vuoto del diritto. Non voglio entrare nel merito della questione per non cadere nella reiterazione della vis polemica ma ritengo invece opportuno allargare l’orizzonte possibile, offrendo una narrazione altra, non certo in contraddizione bensì complementare a quanto testimoniato. Oggi, nel nostro Paese, esiste un altro diritto non ...

... garantito: quello di vivere pur se ammalati e in condizioni limite. Sono migliaia i cittadini italiani che ogni giorno, nonostante malattie rare, patologie sconosciute, chiedono attenzione dalle istituzioni e dalla società civile.

venerdì 26 novembre 2010

GIOVANNI


Ciao sono a casa l'occhietto operato va ok e' quello che non e' stato operato che mi crea fastidio.
Ieri sono tornato in ospedale mi hanno detto che il dolore e' causato da un'abrasione alla cornea.
Mi hanno messo una lentina a contatto speriamo che il dolore possa passarmi e che riesca a non prendere piu' antidolorifici.Ricordatevi di me nelle vostre preghiere!

VI DICO LA VERITA'

......E di quanto sarà più moderna se nelle materie “eticamente sensibili” cosiddette nemmeno uno iota della Humanae vitae viene abolito da Ratzinger?
Celibato, sacerdozio femminile, omosessualità. Sono le questioni ricorrenti, «il canone», osserva Seewald, che da decenni anima la discussione «nei mezzi di comunicazione». Benedetto XVI ne discute apertamente. Liberamente. Tanto per cominciare: sia congenita o no, «non per questo l’omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto». Quanto al celibato, il Papa ribadisce come «ci guadagni nel suo essere segno grande e significativo e soprattutto diventa più vivibile se si costituiscono comunità di sacerdoti». Parla dei cattolici divorziati e conferma la disponibilità della Chiesa ad approfondire il problema dei risposati che non possono ricevere la comunione. Parla del vecchio mondo, papa Ratzinger, quello in cui il matrimonio cristiano «contraddice gli stili di vita oggi dominanti». E del Terzo Mondo, quello dove il matrimonio monogamico sembra «il più difficile di tutti i sacramenti». «Ma rinunciare al matrimonio monogamico oppure interrompere la battaglia per questa forma di unione, significherebbe contraddire il Vangelo»......





Non un’organizzazione, ma un organismo vivente. Non un sistema morale, ma Cristo. La Chiesa e la fede secondo Benedetto XVI, il papa che parla di Dio, di sapienza e di verginità a una top model brasiliana come a un vescovo disorientato. Pillole dall’intervista di Peter Seewald al Santo Padre

di Luigi Amicone
Oggigiorno abbiamo un po’ tutti sentimenti complicati e siamo un po’ tutti persone sensibili. Ma per tornare a vedere e a gustare la vita, occorre verità, cioè semplicità.


giovedì 25 novembre 2010


Religiosa investita: il cordoglio di Comunione e Liberazione
Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, invia un messaggio di cordoglio per la morte di Manuela Camagni, investita in via Nomenatana
di Redazione - 24/11/2010Foto tratte da Tracce - rivista
internazionaledi Comunione e LiberazioneDopo aver saputo della morte improvvisa, a causa dell'incidente stradale in via Nomentana, di Manuela Camagni, Memores Domini che prestava il proprio servizio nell’appartamento papale, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha inviato un messaggio di Cordoglio. Ecco il testo.
«Cari amici, la morte improvvisa della nostra amica Manuela Camagni è la modalità misteriosa con la quale il Signore ci costringe a pensare a Lui, rinnovando la certezza che “neanche un capello del vostro capo andrà perduto”, come ci ha detto la Liturgia di oggi. Stringiamoci ancora più intensamente nell’abbraccio del Santo Padre, come figli che vogliono condividere in tutto la sua umanità ferita.


“Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici”. Il suo dare la vita si è manifestato in modo evidente e sorprendente sia attraverso la disponibilità di Manuela alla missione, nell’esperienza di Tunisi, sia nel servizio al Santo Padre. Il suo sacrificio rinnovi in tutti noi la verità del nostro “sì”, perché la vittoria di Cristo si affermi sempre di più nei nostri cuori.

GIOVANNI


Giovanni e' stato operato.
E' sempre una sorpresa e contemporaneamente ci lascia sempre brancolanti nel buoio.
Hanno operato l'occhio sinistro non quello di destra (era in questione l'occhio destro).
L'anestesia non ha retto tutto il tempo cosi' si e' svegliato in sala ed e' uscito spaventatissimo.
40 minuti di panico nessuno riusciva a tenerlo era arrabbiatissimo con me che non gli avevo spiegato cio' che nemmeno io sapevo che sarebbe successo.
Gli faceva male l'occhio non operato!
Forte come un bisonte abbiamo dovuto lasciarlo sul pavimento cercando solo di contenerlo per non fargli prendere colpi.
Con gli antidolorifici poi si e' tranquillizzato,ma non e' piu' tornato a letto.
Ieri sera poi l'abbiamo portato a casa cosi' nel suo letto si e' addormentato.
Cosi' anche Giovanni come il suo fratello Antonio ha fatto spettacolo e ha avuto il suo pubblico!

ANTONIO SI E' LAUREATO


CONGRATULAZIONI ANTONIO!!!
SEI STATO VERAMENTE BRAVO!
HAI STUPITO TUTTI!
LAUREATO A PIENI VOTI E SOPRATTUTTO HAI INTERESSATO TUTTO IL PUBBLICO

DOPO LA PROCLAMAZIONE



A RICHIESTA DI TUTTI ANTONIO SI E' ANCHE ESIBITO UNA LAUREA UN PO' ATIPICA PER L'OSPEDALE SACCO!!

mercoledì 24 novembre 2010

SIMONA SCRIVE

Simona ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "IN BOCCA AL LUPO":

Congratulazioni zio Toto!
Abbiamo visto le foto dello zio Yoyo.


In bocca al lupo zio Gio e nonni!siete tutti quanti nelle nostre preghiere.
Tommaso, Matteo, Alessandro

martedì 23 novembre 2010

IN BOCCA AL LUPO

Ciao Antonio, in bocca al lupo per domani. Spero che vada tutto bene.Mi spiace non essere li con te, festeggeremo quando vieni qui?.

Per Giovannino, in bocca al lupo anche a lui.

Un abbraccio a tutti
FRANCESCO

lunedì 22 novembre 2010

ANTONIO SOCCI

...Ora io, debole, scrivo a te forte e potente, io padre inerme in lotta con l’orrore (e in fuga dalla tv) scrivo a te, star televisiva osannata, io cristiano controcorrente da sempre, scrivo a te che stimo: vieni a guardare negli occhi mia figlia venticinquenne che sta coraggiosamente lottando contro un Nemico forse più tremendo di quei quattro squallidi buzzurri che sono i camorristi......


....Magari potrai vedere addirittura la felicità dentro le lacrime e forse eviterai di straparlare sull’eutanasia, sulla malattia o sul fine vita (come hai fatto lunedì scorso) imponendo il tuo pensiero unico, perché i malati, i disabili che implorano di essere aiutati e sostenuti, nel salotto radical-chic tuo e di Michele Serra, non hanno avuto diritto di parola.....


Antonio Socci
Da “Libero” 19 novembre 2010
Caro Roberto,

vieni via con me e lascia i tristi a friggere nel loro odio. Questo è un invito pieno di stima: vieni a trovare mia figlia Caterina.
Ti accoglierò a braccia spalancate e se magari ne tirerai fuori l’idea per un articolo, potrai devolvere un po’ di diritti alle migliaia di bambini lebbrosi che sto aiutando tramite i miei amici missionari i quali li curano nel loro lebbrosario (in un Paese del terzo mondo).

Vieni senza telecamere, ma con il cuore e con la testa con cui hai scritto “Gomorra”, lasciandoti alle spalle i fetori dell’odiologia comunista (a cui tu non appartieni) che si respira in certi programmi tv.

GIULIA

CONGRATULAZIONI!!!!

Ciao Tiziana e famiglia,
giulia si è laureata a pieni voti;è stata una bella giornata trascorsa con la famiglia.
Ho saputo che Antonio si laurea in concomitanza del ricovero di
Giovannino:un grande in bocca al lupo ai due fratelli.
a tutti un abbraccio, ciao
brunella e company

APPUNTI SCUOLA DI COMUNITA CON JULIAN CARRON

Scrivi qui il riassunto del POST

Milano, 17 novembre 2010
Testo di riferimento: L. Giussani, Si può vivere così?, Rizzoli, Milano 2007, pp. 381-394.
• Canto “Ballata dell’uomo vecchio”
• Canto “Who stood up for Stephen”
• Gloria
Cominciamo oggi il capitolo sul sacrificio. Anzitutto don Giussani fa una premessa che aiuta a rispondere ad alcune delle domande che sono arrivate.

TESTO VOLANTONE DI NATALE

«Per noi Dio non è un’ipotesi distante, non è uno sconosciuto che si è ritirato dopo il “big bang”.
Dio si è mostrato in Gesù Cristo. Nel volto di Gesù Cristo vediamo il volto di Dio. Nelle sue parole
sentiamo Dio stesso parlare con noi. (Benedetto XVI)
Giovanni e Andrea avevano fede, perché avevano certezza in una Presenza sperimentabile: quando
erano là […] a casa sua seduti, verso sera, a guardarlo parlare, era una certezza in una Presenza
sperimentabile di una cosa eccezionale, del divino in una Presenza sperimentabile. […]
Invece che Lui coi capelli al vento, invece di guardarlo parlare con la bocca che si apre e si chiude,
ti arriva addosso con le nostre presenze, che siamo come […] la fragile pelle, le fragili maschere di
qualcosa di potente che è Lui che sta dentro. (Luigi Giussani)».

GIOVANNI E ANTONIO


GIOVANNI E ANTONIO
ANTONIO DOMANI SI LAUREA
GIOVANNI ENTRA IN OSPEDALE
GIOIA E DOLORE SI MISCHIANO INSIEME
LA LETIZIA RIESCE AD UNIRE QUESTI DUE SENTIMENTI E' POSSIBILE COSI'ACCETTARE IL QUOTIDIANO

LA PERDITA DELLA FEDE CAUSA LA PRATICA DELL'EUTANASIA

....Il Papa stesso ha detto che «l'amore alla giustizia, la tutela della vita dal suo concepimento al termine naturale, il rispetto della dignità di ogni essere umano, vanno sostenuti e testimoniati, anche controcorrente». Benedetto XVI ha comunque sottolineato la centralità della fede, perché la giustizia si promuove solo «quando si accoglie la vita dell'altro e ci si assume la responsabilità per lui, perché in lui si coglie il volto stesso del Figlio di Dio»....

Benedetto XVI lo ha detto ieri al pontificio consiglio per gli operatori sanitari. Per Maurizio Sacconi, queste parole sono valide per tutti i decisori istituzionali, credenti e non

di Benedetta Frigerio
Il Papa ha parlato ieri al Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. E ha ricordato in che cosa consiste il lavoro del medico e da dove venga una vera tutela della salute. L'ha fatto contro l'eutanasia e la fecondazione assistita. Leandro Aletti, primario di ginecologia all'ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo, sottolinea che «il problema centrale da cui il Papa è partito, e per cui esistono sia la fecondazione assistita sia l'eutanasia, è la perdita della fede».

PADRE ALDO

.....«Ti ho amato di un amore eterno, avendo pietà del tuo niente»; «Sei come la pupilla dei miei occhi»; «Ti ho disegnato sulle palme delle mie mani»; «Prima di concepirti nel ventre di tua madre io ho pronunciato il tuo nome». Pensate cosa vuol dire per le mie bambine violentate poter ricevere per osmosi questa coscienza che vivo e per cui la loro identità non dipende più dalla forma con cui sono state concepite, ma dal fatto che sono state pensate da Dio per l’eternità! Vuol dire che, per esempio, quando domenica scorsa ho dato la Prima Comunione a dieci bimbe violentate, si sono confessate e mi hanno detto: «Papà noi non vogliamo che venga la nostra mamma e il suo concubino, però noi li perdoniamo». Bambine di dieci anni dicono: «Noi perdoniamo», perché un uomo non è frutto del suo passato, ma di un incontro che gli dimostra concretamente che «Io sono tu che mi fai».......

Padre Aldo Trento: Sono molto commosso di questa grazia e di essere vicino a Sua Eminenza il cardinal Carlo Caffarra, perché mai avrei creduto che il Signore mi desse una grazia così nella vita, soprattutto sapendo che vivo da ventidue anni dove c’è solo la miseria umana. Quindi, per me, stare qui è come stare in compagnia di Gesù. E’ un motivo di conforto per me, che ho bisogno di questa forza. Perché non si può vivere senza essa quando, per ventiquattro ore su ventiquattro, vedi la gente morire nelle strade, raccogli i cadaveri, vedi membra umane che cadono a pezzi mangiate dai vermi, condividi la vita con le prostituite, gli omosessuali, i malati di Aids, i travestiti, le bambine violentate. Quindi questo momento per me è un regalo che Gesù Bambino mi sta facendo, che sta facendo a questo povero uomo, che è stato oggetto di una grande misericordia nella sua vita. Solo chi sperimenta la misericordia abbraccia tutti. Per questo quello che cerco di dirvi nasce così di impeto. Voglio comunicarvi cosa genera questa posizione di misericordia e il perché ho bisogno di sentire tutti i giorni: «Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Sì, ho bisogno solo di questo. Siamo solo duecento preti in missione in Paraguay e quindi a volte ho dovuto impiegare anche un giorno di strada per riuscire a confessarmi.

giovedì 18 novembre 2010

NON DATE AL PECCATO L'ULTIMA PAROLA

....La ne­gazione di Dio non ha coinciso ca­sualmente con la negazione del ma­le morale. I due, esistenza del male morale nell’uomo ed esistenza di Dio, stanno o cadono insieme. Nes­suno come Dostoevskij ci ha fatto riflettere su questo, soprattutto in due grandiosi romanzi, Delitto e ca­stigo e I fratelli Karamazov. «Se Dio non esiste tutto è permesso»: il frut­to della negazione di Dio per il vero ateo è la liberazione da ogni legge morale. Ma cosa accade in uomini come Raskolnikov o come Ivan Ka­ramazov? Vengono distrutti, alla fi­ne, dal delitto che hanno compiuto. Elimina Dio dalla vita e la voce della coscienza si farà sempre meno im­periosa. Non sono certo la società e lo Stato ad impegnare la coscienza dell’uomo, a «legare» la sua libertà. È il cuore del dramma dell’uomo di oggi......


Da Avvenire di
Carlo Caffarra

L'uomo oggi – intendo l’uo­mo occidentale – sta male, anche se cerca di vivere gaiamente il suo malessere, perché si è interdetto l’esperienza del per­dono da parte di Dio, e quindi l’e­sperienza della sua misericordia. L’uomo non può vivere una buona vita senza questa esperienza. Egli è capace di agire male, ma è incapace di liberarsi dal male compiuto. Non dico di porre rimedio alle conse­guenze che la sua azione ha causato in sé e su gli altri. C’è un testo man­zoniano che ci aiuta a capire questo paradosso dell’uomo che può agire male e non può liberarsi dal male compiuto.

DOMENICA 21 NOVEMBRE PREGHIAMO PER I CRISTIANI IN IRAQ

Comunione e Liberazione aderisce all’appello dei Vescovi italiani a pregare domenica 21 novembre per i cristiani dell’Iraq, «che soffrono la tremenda prova della testimonianza cruenta della fede» (Comunicato finale dell’Assemblea CEI, 11 novembre 2010).
Il movimento invita tutti i suoi aderenti a partecipare alle messe secondo le intenzioni di Benedetto XVI, che il giorno dopo il gravissimo attentato nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad che ha causato decine di morti e feriti, ha detto: «Prego per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione. Esprimo inoltre la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e incoraggio pastori e fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza. Davanti agli efferati episodi di violenza, che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio Oriente, vorrei infine rinnovare il mio accorato appello per la pace: essa è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini ogni violenza!» (Angelus, 1° novembre 2010).

Rivolgendosi a tutti gli aderenti a Comunione e Liberazione, don Julián Carrón ha detto che «la partecipazione alle messe domenicali secondo le intenzioni del Papa e dei Vescovi è un gesto di comunione reale e di carità perché sentiamo come nostri amici i cristiani dell’Iraq, anche se non li conosciamo direttamente».

Come dice don Giussani, «se il sacrificio è accettare le circostanze della vita, come accadono, perché ci rendono corrispondenti, partecipi della morte di Cristo, allora il sacrificio diventa la chiave di volta di tutta la vita […], ma anche la chiave di volta per capire tutta la storia dell’uomo. Tutta la storia dell’uomo dipende da quell’uomo morto in croce, e io posso influire sulla storia dell’uomo − posso influire sulla gente che vive in Giappone adesso, sulla gente che sta in pericolo sul mare adesso; posso intervenire ad aiutare il dolore delle donne che perdono i figli adesso, in questo momento −, se accetto il sacrificio che questo momento mi impone» (L. Giussani, Si può vivere così?, Rizzoli, pp. 389−390).

Per questa ragione, ha aggiunto Carrón, «se un gesto di preghiera può influire sul cambiamento della gente in Giappone, può cambiare qualcosa anche in Iraq. Il sacrificio che facciamo per i cristiani iracheni e la preghiera di domenica siano un gesto con cui invochiamo, imploriamo da Dio la protezione per loro».
l’ufficio stampa di Cl
Milano, 18 novembre 2010.

VIVI

Questo e' il prezzo che
Questo mondo impone a noi
Di vivere senza certezza alcuna
In bilico nel blu, disperati amanti che
Non hanno mai trovato amore puro

Piegati alle regole del buon mercato
Mi pento, mi dolgo per questo peccato
Ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero
Restiamo isolati in cerca di gloria
mediocri e muti e senza memoria
ma guarda l'estate Ё tornata speranza ancora

Ti prego
Vivi, vivi, vivi davvero

Questo Ё il prezzo che
Questo tempo impone a noi
Velocemente vivere una vita
Il frutto del peccato una donna l'ha mangiato
Adesso io vorrei un pezzo di torta

Piegati alle regole del buon partito
Nessun pregiudizio e' mai stato sanato
Raccontami quello che fai per dormire la notte
Illusi e delusi dal senso di colpa
Costretti da una morale distorta
Ma fuori c'e' un mondo di anime salve davvero

Ti prego
Vivi, vivi, vivi davvero
(vivi) il cielo su di noi
(vivi) la strada siamo noi
vivi davvero

Vivi, vivi, vivi davvero


Get out moreGet out more
Vivi, vivi, vivi davvero
(vivi) il cielo su di noi
(vivi) la strada siamo noi
vivi davvero

Vivi, vivi, vivi davvero
I buoni e i cattivi
I vinti ed i vivi
Non c'Ё ideale che valga una guerra
Combatti ogni piccolo e grande tormento
Ed esci di fuori a gioire di ogni momento








cosa vuoi di piu'che avere il solo
guaio delle nubi e un sole nella pelle
su quelle spiagge di vernici e di silenzio
bere a sorsi piccoli i tuoi baci come fontanelle mattino presto e code splendide di primavera stanchi di vento e non di noi
cosa vuoi di piu' entravamo in quella casa senza tende senza niente dentro e al centro su una sedia sopra il mondo ci amavamo in un abbraccio sospirato come un ballo lento e con le labbra amorse e pallide ci inseguivamo l'ultima nostra faccia
vivi eravamo come aria semplice vivi eravamo come fuoco giovane a cuore nudo vivi eravamo come acqua umile vivi come terra fertile cosa vuoi di piu'che andare mettendo tutta l'aria di una sera nei polmoni come aquiloni nelle vie degli altri camminare cercando una paura nuova e
il buio dei portoni tirarti su' la gonna farlo in piedi e assaporare la nostra dura affinita' cosa vuoi di piu' stavamo senza vestiti senza tempo senza altro sotto il tuo cappotto e con le gambe ci accarezzavamo e un cielo pesto e Do se la mandava giu' a dirotto e dentro agli occhi allarmi a bestemmiarci io ti amo riflessi americani vivi eravamo come aria semplice vivi eravamo come fuoco giovane cuore nudo vivi eravamo come acqua umile vivi come terra fertile vivi torneremo come aria semplice vivi eravamo come fuoco giovane a cuore nudo vivi eravamo come acqua umile vivi come terra fertile che vuoi di piu'che avere il solo guaio delle nubi e non vedere mai chi soffree muore e non ha dubbi tanto e lontano e non lo sai chi non capisce e meglioche si spa......


LA GUERRA

La Guerra - Claudio Chieffo
Autore: Graziola, Don Matteo
Fonte: Centro Culturale Rebora

Claudio Chieffo descrive in questa bella canzone dei primi anni settanta lo stato d'animo di un uomo che si rende conto dell'inevitabile fallimento di ogni tentativo umano di giungere, con un proprio progetto e con le proprie forze, alla piena realizzazione di se stessi e della società, cioè a ciò che in quel periodo era designato col termine liberazione.

INCONTRO DI “MEDICINA E PERSONA” CON DON FRANCESCO VENTORINO

....“Perché una donna muore a trenta anni, per dare la vita ad un figlio che vive sette giorni e poi muore a sua volta”. Era la domanda sul destino della vita, della vita
di sua figlia, di quella del figlio di sua figlia e di ogni uomo. Era una domanda che nasceva dalla
esigenza di cui è costituito il cuore di ogni uomo, esigenza clamorosa, indistruttibile e sostanziale ad
affermare il significato di tutto......

.....È necessaria una Presenza che renda evidente che il destino della vita è buono. Ad essa, infatti,dopo aver lottato una vita intera con il Mistero come Giacobbe con l’Angelo, anche mia madre, sorridente, si è affidata nell’atto della sua morte. A tutti quelli che venivano a visitarla, quando era già alla fine, chiedeva: “Tu verrai alla mia festa?”. E alludeva al suo funerale.....


.....I primi quattro mesi di quest’anno li ho trascorsi per la maggior parte del tempo in ospedale per una
serie di pesanti interventi chirurgici.
C’è una premessa da fare. L’anno scorso è stato l’anno più buio della mia vita. La mancanza di ogni responsabilità sia nel movimento che in diocesi (sono divenuto “emerito” in tutte le cariche che avevo) mi faceva porre continuamente la domanda sulla utilità del mio ministero sacerdotale e in fondo della mia esistenza stessa.. Quando ad ottobre mi venne diagnosticata una stenosi grave di una valvola cardiaca artificiale che mi era stata impianta otto anni addietro e quindi mi venne suggerito di ripetere l’intervento per la sostituzione, io intuii che attraverso quello che mi stava accadendo mi veniva data una risposta alla domanda di utilità della mia vita che mi ero portato dietro tutto l’anno. Si è trattato di un intervento molto pesante cui è seguita una complicazione che mi ha costretto a stare quasi tre mesi all’ospedale di Lecco. Tornato poi a Catania ho dovuto ricoverarmi di nuovo per i controlli periodici della neoplasia vescicale, controlli che si sono trasformati in un altro intervento chirurgico.
Stando in ospedale ho capito il valore e il senso di una affermazione della scuola di comunità che prima avevo letto frettolosamente: “Se l’amore è la legge della vita, il vertice è l’offerta della propria vita”.
Ho cominciato a capire che l’offerta della propria vita nella dolorosa obbedienza che mi veniva chiesta era ciò che di più utile io potessi fare per il bene della Chiesa, del Movimento e della mia comunità. Ho preso coscienza che in me si compiva, come dice san Paolo, ciò che mancava alla passione di Cristo.
La comunione o la Messa erano il centro della giornata e il punto illuminante di essa. Mi dicevo:
se nella Messa non accade quello che io dico, nel mondo non accade nulla di significante e anche la mia sofferenza è senza senso. Ma se il pane e il vino diventano il corpo e il sangue di Cristo in forza della formula consacratoria che io proferisco, tutto è assunto nella Sua morte e trova compimento nella Sua resurrezione........
Lavoriamo a contatto con persone che fanno un’esperienza spesso drammatica del limite che la vita ha dentro, e dobbiamo fare i conti anche con il nostro. La nostra vita in ospedale è piena di fatti ed incontri, eppure sembra che lavorare per noi sia come per tutti gli altri, uno scotto da pagare,un’attività spesso che non soddisfa nemmeno quando l’esperienza è positiva, costruttiva. Ma da dovenasce una concezione autentica del lavoro?

INNO DE NATIVITATE SANT'EFREM

«Il Signore venne in lei
per farsi servo.
Il Verbo venne in lei
per tacere nel suo seno.
Il fulmine venne in lei
per non fare rumore alcuno.
Il pastore ven­ne in lei
ed ecco l’Agnello nato,
che som­messamente piange.
Poiché il seno di Ma­ria
ha capovolto i ruoli:
Colui che creò tut­te le cose
ne è entrato in possesso, ma povero.
L’Altissimo venne in lei (Maria),
ma vi entrò u­mile.
Lo splendore venne in lei,
ma vestito con pan­ni umili.
Colui che elargisce tutte le cose
conobbe la fa­me.
Colui che abbevera tut­ti
conobbe la sete.
Nudo e spogliato uscì da lei,
egli che riveste (di bellezza) tut­te le cose»







lunedì 15 novembre 2010

NOTIZIE FAMILIARI

Ciao
stiamo tornando da Osimo,abbiamo incontrato un po' di amici sulla via del ritorno
Giovanni sara' ricoverato martedi' e operato mercoledi'
Naturalmente contemporaneamente si laurea Antonio.Ci organizziamo sempre molto bene.

LO SPOT PRO EUTANASIA

.....Insomma, la vita non è un mondo di carta che costruiamo noi: la vita ci supera, ci spiazza per definizione. L’uomo ragionevole ne prende atto; e sa che solo una minima parte di quel che abbiamo davanti si può padroneggiare; e sa anche non giocare a essere padrone della realtà con la inevitabile conseguenza che al primo “discordante accento” tutto crolla e finisce nella disperazione.


.....Invece dire che “tutto è scelta” sembra ampliare le possibilità umane, è dire che la realtà che io non scelgo non deve esistere: dal figlio “imperfetto” a scuola o nell’utero; alla moglie che mostra di non essere perfetta e allora si pianta; al lavoro che appena ci si accorge che è più duro del previsto diventa profitto personale. Giovanni Verga nella novella La roba, mostra il protagonista che, arrivando la morte e non accettando che le sue proprietà non lo seguano nella tomba, le incendia, uccide e distrugge: non rientravano nel suo disegno e dovevano perciò sparire.....
Lo spot pro eutanasia che cambia le regole e si inventa l'uomo "fai da te"

Carlo Bellieni lunedì 15 novembre 2010

Spot tv dell’associazione Exitus per depenalizzare l’eutanasia: tanto scalpore, giuste critiche. Ma è sfuggito il messaggio vero (e terrificante) dello spot. Già, parla di cambiare una legge, invece fa un’opera più forte, insinua un tarlo: che la vita è tutta solitudine. E l’ideale è: in questa solitudine fare “le scelte”. “La vita è una questione di scelte - dice il protagonista dello spot, un malato terminale -. Ho scelto di fare l'università, di sposare Tina, di avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale".


Nel paese indicato da Obama come modello di tolleranza, il 19 ottobre 2005, tre studentesse cristiane, Yusriani di 15 anni, Theresia di 16 anni e Alvita di 19 anni, furono assalite mentre si recavano a scuola (in un liceo cattolico di Poso) da un gruppo di fondamentalisti islamici.

I fanatici le immobilizzarono e poi, con un machete, le sgozzarono. Quindi tagliarono loro la testa a causa della loro fede in Gesù. La testa di una di loro è stata poi lasciata davanti alla chiesa cristiana di Kasiguncu.


Da “Libero” 11 novembre 2010

Le terre islamiche grondano di sangue cristiano. Ma il mondo se ne frega. Altri sei cristiani ammazzati in Iraq, con 33 feriti, dopo la carneficina del 31 ottobre nella chiesa di Bagdad, dove le vittime sono state cinquanta.
Ma non solo. Domenica sera in Pakistan una madre di due figli, Asia Bibi, operaia agricola di 37 anni, è stata condannata a morte da un tribunale del Punjab, semplicemente perché cristiana: la famigerata “legge sulla blasfemia” infatti in quel Paese manda a morte chiunque sia accusato da musulmani di aver offeso Maometto.

ANGELUS

All’Angelus Benedetto XVI si è soffermato sulla crisi economica globale. Tale situazione - ha detto il Santo Padre - è un "sintomo acuto" che si è aggiunto ad altri gravi squilibri. In questo quadro - ha aggiunto il Papa - appare decisivo un rilancio strategico dell’agricoltura.

Cari fratelli e sorelle!

Nella seconda Lettura della Liturgia odierna, l’apostolo Paolo sottolinea l’importanza del lavoro per la vita dell’uomo. Tale aspetto è richiamato anche dalla “Giornata del Ringraziamento”, che si celebra tradizionalmente in Italia in questa seconda domenica di novembre come azione di grazie a Dio al termine della stagione dei raccolti. Anche se in altre aree geografiche i tempi delle coltivazioni sono naturalmente diversi, vorrei oggi prendere lo spunto dalle parole di san Paolo per qualche riflessione, in particolare sul lavoro agricolo.

sabato 13 novembre 2010

FRANCESCO SCRIVE

Ciao Mamma e Babbo,

Grazie delle notizie, mi spiace che siano notizie non buone, ma
sono contento che siano arrivate in un momento che riuscite a vivere
come un momento privilegiato.

Mi spiace non poter essere vicino a voi per condividere questi
momenti. Spero che in questo momento anche I'll rapporto tra voi si
possa rinforzare.

Un abbraccio
Francesco

giovedì 11 novembre 2010

HAITI

Ormai è un'evidenza: l'epidemia di colera dilaga in città e altrove. Ci sono casi accertati a Petit Goave (15 ospedalizzati), a ovest della capitale, e anche a Les Cayes (5 casi ospedalizzati), dove portiamo avanti principalmente attività di sviluppo rurale. Il sud era l'unico baluardo importante di non contagio.

Attualmente i numeri ufficiali si attestano su circa 8.000 contagiati e oltre 500 morti, ufficiali. I documenti pubblici parlano anche di under-reporting pari al 400%, ciò porterebbe secondo le loro stime il numero di contagiati a oltre 50.000 (speriamo non sia così).

La cosa che ci riguarda più da vicino è il focolaio di epidemia di Warf Jeremie, uno dei quartieri di Cité Soleil della capitale Port-au-Prince, dove sosteniamo le attività dell'amica Suor Marcella. Siamo tutti stupiti dall'escalation del contagio. Da una persona sospetta, a un morto accertato, in poche ore si è arrivati a 4 morti (ieri), 2 oggi e decine e decine di contagiati trattati nella clinica di Marcella.

La situazione stamattina all'apertura è apparsa subito grave ed è peggiorata con il passare delle ore. Su richiesta di aiuto di suor Marcella, abbiamo distaccato da lei per il pomeriggio Cristina, la nostra infermiera, che se l'è cavata benissimo ed è stata di grande aiuto. Sempre su richiesta di suor Marcella e grazie all'impegno di Marianna, la nostra cooperante che segue un programma nutrizionale, abbiamo consegnato alla loro clinica materiali di uso comune, e per l'igiene.


Domani ci occuperemo dell'acqua potabile per la comunita di Warf Jeremie, dove è necessario migliorare la disponibilità, qualità e quantità.

E tra poco ci sarà il problema anche dei cadaveri. I parenti, che temono il contagio, abbandonano i corpi alla clinica e poi lì non si sa che farne. Dovrebbero occuparsene msf-belgique.

L'équipe di Avsi sta supportando ora suor Marcella con i materiali a disposizione, poi vedremo. Intanto siamo anche impegnati con attività su acqua e sensibilizzazione, soprattutto per l'igiene, negli altri campi sfollati dove già lavoriamo nel quartiere di Cité Soleil. Speriamo però che il contagio non si estenda, perché non abbiamo mezzi a sufficienza.

Ad oggi, la situazione appare in tutta la sua drammaticità. Tra il weekend dei morti, le visite a parenti e conoscenti, le funzioni pubbliche e il ciclone con le inondazioni, il contagio si è esteso. La città e la cooperazione internazionale stamattina erano in preda al panico.
Non dimenticatevi di noi. Non dimenticatevi di Haiti.







domenica 7 novembre 2010

CIAO BELLISSIMI

Ciao a tutti stiamo partendo per Osimo andiamo al filo d'oro

8 NOVEMBRE ANNIVERSARIO MORTE DI ANGELA FERIOLI












CIAO MAMMA CIAO NONNA CIAO ANGELA SEI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI

......Quei defunti che hanno preso sul serio la loro umanità, il loro cuore, inteso non come metro di misura del mondo, ma come finestra aperta sulla realtà. I santi sono coloro che hanno raggiunto, superando la barriera della morte, la visione piena di Dio, che nel vecchio catechismo si chiamava paradiso. La Chiesa attraverso questa doppia festività vuole ricordarci, e risvegliare in ciascuno di noi, il destino. La Chiesa, nella sua vocazione divina, è chiamata a dirci che la morte restituisce all’essere umano la verità della vita, il destino ultimo per cui siamo stati creati......


........Per questo la morte porta in sé un giudizio su ciò che realmente vale e su ciò che è inutile, e questo è l’ultimo gesto di amicizia che una persona che se ne va ci offre. È come se dicesse a tutti: «Attenzione, tutto ciò che non supera questa barriera non vale, non serve». Pertanto la morte è l’invito più potente che il Mistero può porgerci per vivere di fronte all’eterno. Possiamo scegliere di guardare alla morte come a una disgrazia, invece è la porta che ci apre definitivamente all’incontro con l’Amato, con l’oggetto unico al quale aspira e anela il nostro cuore......

sabato 6 novembre 2010

UN ANONIMO HA MESSO QUESTO PARTICOLARE COMMENTO PERCHE' NON PUBBLICARGLIELO?

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "CASTITA' PREMATRIMONIALE PERCHE' SI?":

ciao a tutti
io ci ho tre problemi
uno devo salvarmi l' anima
due devo trovare una ragazza (sperando che mi duri perche' l' ultime tre le ho lasciate)
tre mi devo salvare l'anima con la ragazza
Quindi se tante volte qualche ragazza casta e per casta intendo che segua gli insegnamenti della chiesa Cattolica non solo nel sesto comandamento ma anche nel nono cioe' quello che riguarda i pensieri del sesso, leggesse il mio posto e volesse un ragazzo casto mi contatti pero' poi non basta il fatto che sia Casta quella e' la base necessaria ma poi come a tutti mi deve piacere anche fisicamente e di carattere
e di mente e voglio che anch io le piaccia sia di carattere sia di fisico sia nello spirito non voglio una che si accontenti perche' vuole sposare alla svelta ecco se c'e' una cosi mi contatti 3476128895 forse questo non era il sito adatto a fare questo tipo d annuncio ma io ormai l ho fatto comunque eheheh giustamente questo sito e' a favore della castita' nei discorsi e magari grazie a questo sito si forma una coppia santa (la mia) e di quella ragazza che risponde al mio annuncio
ciaooo a tutti






venerdì 5 novembre 2010

LUMEN CARITAS

La lettera di papa Benedetto XVI all'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi

La luce della carità di san Carlo Borromeo ha illuminato tutta la Chiesa e, rinnovando i prodigi dell'amore di Cristo, nostro Sommo ed Eterno Pastore, ha portato nuova vita e nuova giovinezza al gregge di Dio, che attraversava tempi dolorosi e difficili. Per questo mi unisco con tutto il cuore alla gioia dell'Arcidiocesi ambrosiana nel commemorare il quarto centenario della canonizzazione di questo grande Pastore, avvenuta il 1° novembre 1610.

UN TESTIMONE RICORDA

....Elliot Hershberg, presidente del Consiglio d'Amministrazione della Fondazione, ha osservato che “questo sforzo è stato un'impresa molto costosa e difficile [per la Pave the Way Foundation], ma ne è valsa la pena”.

“In base alla nostra missione, se possiamo aiutare a illuminare questo periodo controverso, che è stato fonte di discordia tra ebrei e cattolici per più di 45 anni, avremo aiutato a cambiare il corso della storia e a migliorare le relazioni in momento in cui questo è così necessario”......


Un testimone ricorda come Pio XII nascose gli ebrei in Vaticano
Afferma che i nazisti volevano eliminare poi i cattolici
New York - Un ebreo ha testimoniato come suo padre sia stato salvato dalla furia dei nazisti venendo nascosto in Vaticano da Papa Pio XII.

giovedì 4 novembre 2010

L'UOMO CATTIVO

'L’uomo cattivo
parole e musica di Claudio Chieffo

Era un uomo cattivo, ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò:
quando si alzava la mattina tutto gli dava fastidio
a cominciare dalla luce, perfino il latte col caffè.

Ma un dì si chiese chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese chi era che gli dava l’amor.


“Chi se ne frega della vita! Chi se ne frega dell’amore!”
lui ripeteva queste cose, ma gli faceva male il cuore.
Ed il Signore dal cielo tanti regali gli mandava,
lui li guardava appena, anzi alle volte poi si lamentava.


Ma un dì si chiese chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese chi era che gli dava l’amor.


Poi un giorno vide un bambino che gli sorrideva,
vide il colore dell’uva e la sua nonna che pregava,
poi vide ch’era cattivo e tutto sporco di nero,
mise una mano sul cuore e pianse quasi tutto un giorno intero.


E Dio lo vide e sorrise, gli tolse quel suo dolore,
poi gli donò ancor più vita, poi gli donò ancor più amor…


Era un uomo cattivo, ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò.

DA HAITI SUOR MARCELLA SCRIVE

Ciao........,
grazie infinite per aver pensato a noi.
La situazione qui è come sai molto critica e l’ultima notizia del colera che si sta diffondendo (oggi siamo a circa 400 morti e 4000 infetti) non la facilita certamente.
Mi hanno appena chiamato che abbiamo il primo caso nella baraccopoli.
Io sto lavorando nella baraccopoli di Waf Jeremie dove avevo l’ambulatorio pediatrico che il terremoto ha reso pericolante e quindi inutilizzabile. L’abbiamo ricostruito e tra pochi giorni saremo operativi.Ho costruito anche un refettorio sociale che ogni giorno dà da mangiare a tutti i bimbi che ci arrivano fino ad esaurimento pentole siamo sui 400 bimbi ogni giorno.
Sto costruendo la scuola che prevede 3 classi di asilo e 9 di primaria che sarà terminata nel prossimo mese. Ho costruito 122 case nuove per la gente che dovremmo consegnare al 7 di novembre quando dovremmo fare con il nunzio l’inaugurazione ufficiale del Vilaj Italyen, come la gente l’ha battezzato.
Ora ci siamo rallentati perchè l’epidemia di colera ha la precedenza, ma riprenderemo con i lavori della casa di accoglienza per una cinquantina di bimbi rimasti orfani dopo il terremoto, casa in cui è prevista una parte per i volontari ed una per la comunità (cioè adesso per me visto che sono sola!!!). Intanto stiamo lavorando al progetto delle botteghe dei mestieri per dare un posto agli adolescenti per imparare un mestiere, partiremo con una panetteria.
da ultimo costruiremo una cappella, Stella Maris, visto che siamo su una spiaggia dei Caraibi.Questo per spiegare come abbia bisogno veramente di tutto perchè queste opere possano vivere.
Per quanto riguarda attrezzature mediche devo attrezzare l’ambulatorio
mi servirebbe un ecografo portatile (abbiamo una sala di accompagnamento donne in gravidanza), lettini per bambini piccoli (sala malnutrizione, molti dobbiamo metterli in flebo per la giornata e poi tornano a casa), paravento divisori, lettini da visita (uno ginecologico ed altri normali), un apparecchio per l’emocromo semplice, carrelli da medicazione, un apparecchio RX portatile.

Io ti metto tutto così ti fai un’idea.
Con il Banco Alimentare,
mi servirebbero alimentari per il refettorio e per la mensa della scuola. In un futuro per la casa di accoglienza. Sono alimentari classici: riso, pasta, sale, zucchero, olio, legumi , tonno e carne in scatola, latte, biscotti, farina, farina di mais.
Per il Banco Informatico la possibilità di avere dei computer sia in ambulatorio che nella scuola e magari poter creare un laboratorio informatico per i ragazzi sarebbe fantastico.
Sulle offerte del Banco Building
(ma che bella iniziativa non sapevo esistesse) sarei interessata a tavoli, sedie ed ombrelloni che si potrebbero dare alle famiglie che ricevono le case (molti di loro sbarcano la giornata vendendo al mercato sotto un sole pazzesco..... un ombrellone cambierebbe la loro vita); alle pitture per tutte queste opere ed ai pannelli divisori che mi permetterebbero di sfruttare meglio gli spazi dell’ambulatorio. Chiaro gli arredi sacri per la Chiesa ma è già più lontana nel tempo quindi magari c’è qualcuno che li userebbe prima. Se poi si trovassero piastrelle sarebbe l’ideale.
Ok, corro al villaggio per capire chi è la persona infetta e prendere le misure del caso. Teniamoci in contatto. Grazie a te ed ai tuoi amici.

Suor Marcella

SPAGNA PUNTA SUL PAPA


«Preghiere ferventi» ha chiesto Benedetto XVI, salutando nella loro lingua i fedeli spagnoli presenti nell'Aula Paolo VI per l'Udienza Generale, in vista del viaggio apostolico che il Papa compirà questo fine settimana in Spagna. «Pregate per me», ha ripetuto ricordando che siamo quasi alla vigilia della partenza, sabato prossimo, per Santiago di Compostela, dove si unirà ai fedeli ai piedi dell'Apostolo Giacomo, in questo Anno giubilare.
GIACOMO GALEAZZI

Sarà una missione nel paese-simbolo dell’Europa in ’transizionè morale quella di Benedetto XVI, che sarà sabato e domenica nella Spagna ’laicistà del premier Josè Luis Zapatero, dove il 73% della popolazione continua però a dichiararsi di fede cattolica. Il Papa farà due tappe ad alto impatto simbolico in terra iberica: prima, da «pellegrino», sabato a Santiago, in Galizia, storica meta del ’camminò di Compostela che per secoli, dal Medioevo è stato per tutta l’Europa un solco di diffusione della fede ma anche e soprattutto di idee, architettura, arte, cultura. Domenica a Barcellona, invece, consacrerà la Sagrada Familia,

PAPA PULIAMO LE NOSTRE COSCIENZE


''Lasciamoci illuminare e pulire per imparare la vera vita''
03 novembre,
- CITTA' DEL VATICANO, 3 NOV -
Puliamo la ''spazzatura'' che vi e' nelle nostre coscienze e nelle nostre anime: e' l'esortazione fatta da papa Benedetto XVI, all'udienza generale.''Abbiamo bisogno - ha detto il papa - di lasciare entrare Gesu' nella nostra coscienza, perche' sia illuminata e pulita. La spazzatura non e' solo nelle strade; c'e' anche nella nostra coscienza e nelle nostre anime e solo la forza e la luce del Signore ci da' la retta via. Lasciamoci illuminare e pulire per imparare la vera vita''.

PERCHE'IL SIGNORE PERMETTE CHE UN MARITO SE NE VADA

TEMPI 20 Ottobre 2010

Caro Padre Aldo, da tempo seguo i tuoi scritti su Tempi, e sempre mi sento provocata dai giudizi che dai sulla realtà che ognuno di noi è chiamato a vivere. Sono sposata da trent’anni e ho tre figli. Ho incontrato il movimento all’età di 18 anni e lì ho conosciuto il mio futuro marito. La nostra vita insieme è stata segnata dall’appartenenza al movimento così come molte scelte fatte. Circa quattro anni fa mio marito ha incominciato a disaffezionarsi al movimento fino a uscirne e pur lasciando a me e ai miei figli la libertà di vivere questa esperienza è diventato sempre più insofferente. I rapporti con me e con i figli si sono via via complicati. Un anno e mezzo fa ha deciso di andarsene da casa e poco dopo ha chiesto la separazione. Le motivazioni sono state

PADRE ALDO RISPONDE

......«Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere». Noi che nella vita abbiamo incontrato don Giussani e la compagnia che da lui è nata, siamo stati richiamati spesso al fatto che non basta l’incontro ma serve un lavoro personale. Il successore di don Giussani, don Julián Carrón, continua a ripeterci con la pazienza di un padre, e testimoniandolo in prima persona, che senza un lavoro personale che ci permetta di lasciarci provocare dalla realtà è impossibile arrivare ad avere una familiarità con Cristo ed è difficile che l’Io raggiunga una maturità tale da affrontare qualsiasi circostanza come occasione positiva di arricchimento della propria personalità. Capire la frase di san Paolo significa avere come punto fermo la realtà. Per riuscirci dobbiamo, come la Vergine, dire il nostro sì: «Signore, eccomi». Quando il nostro Io vive rivolto al Mistero, cessiamo di preoccuparci del nostro rapporto col consorte, e con chiunque altro. Il matrimonio entra in crisi solo quando viene meno questo lavoro personale, quando si dà per scontato il “sì” dell’inizio, quando censuriamo il grido del cuore, che invece la relazione uomo-donna, se vissuta realisticamente, risveglia....

......«Esiste qualcosa di peggio di un’anima malvagia: è un’anima già confezionata». Guarda a quello che ti è successo come a un’occasione per vincere quest’anima confezionata, quelle illusioni che spesso ci danno la tranquillità apparente di un lago di montagna, e inizia un lavoro personale, come del resto, grazie ai tuoi amici, stai già facendo......

.....Dio ha permesso che accadesse questo affinché la vostra libertà, sbattendo la testa, capisse ciò che Carrón ripete da tempo: «È urgente un lavoro personale, è urgente prendere sul serio la nostra umanità e obbedire al nostro cuore che è il criterio oggettivo che indica il cammino verso il nostro destino». Come ci insegnano santa Rita, santa Monica e molti altri, Dio non può non ascoltare il grido dei suoi figli. Il miracolo è la più grande sorpresa che sperimenta chi si consegna al Mistero, chi ama intensamente la realtà. Tuo marito potrà censurare ciò che ha incontrato, ma non eliminarlo. E sarà la vita, la realtà, quando sarà finita la febbre che ora gli scalda il cervello, a risvegliarlo. Sostenuto dalla tua fedeltà a Cristo tornerà all’ovile, come il figliol prodigo. A te il Signore chiede una gratuità assoluta. Il dolore che provi non è tanto per il fatto che hai perso qualcosa (quando uno vive di Cristo non perde mai niente) ma perché il tuo amore per Cristo ti fa sperare che anche tuo marito torni a dire: «Tu, o Cristo mio». Il matrimonio, come qualsiasi relazione, è un cammino per arrivare a dire: «Tu, o Cristo mio». Il fatto che la persona che uno ama lo abbandoni, se si è davvero compromessi con la propria umanità, può trasformarsi in un binario preferenziale per amare Cristo, per affidarsi radicalmente a Lui. Se non fosse così, Cristo non si sarebbe fatto carne. E quello che recitiamo a Messa sarebbe una menzogna: «Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te Dio Padre onnipotente, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli». Non c’è niente di tanto umano e corrispondente al cuore come l’“Amen” che pronunciamo.





Quando una cosa è bella? Quando riconosciamo in essa il segno potente del Mistero, quando ci riporta alla grande Presenza. Se questo riconoscimento non avviene, qualsiasi cosa che definiamo “bella” si riduce a emozione: qualcosa che provoca, muove la nostra emotività e ci lascia anche a bocca aperta, ma vittime dell’illusione. Normalmente ci lasciamo ingannare dall’apparenza, dallo stato d’animo, e siamo convinti che tanto il benessere quanto la felicità coincidano con l’ottimismo, con un orizzonte tranquillo. Sogniamo di vivere come su una barca che va nelle acque tranquille di Misurina, un lago sulle Dolomiti che mi è molto caro. La tranquillità come ideale di vita. È lo stesso atteggiamento con cui viviamo il matrimonio. Ciononostante la realtà scuote la barca su cui navighiamo tranquilli. Quando le acque si agitano ci spaventiamo e ci facciamo travolgere dalla corrente. Tutto è stato “perfetto” nella tua vita di sposa e di madre durante i trent’anni del tuo matrimonio. Non solo: tutto ciò che hai vissuto era ben piantato su alcuni punti fermi come la fede,

MATTEO TOMMASO E ALESSANDRO FESTEGGIANO "DOLCETTI O SCHERZETTI?

Terminato il conflitto mondiale i bambini si impossessarono della festa, anche grazie alle aziende, che dedicarono a loro tutta una serie di costumi, dolci e gadget trasformando la festa in un affare commerciale. Nella nota serie I Simpson, molte puntate, una per stagione televisiva, sono dedicate ad Halloween, sotto il nome (in italiano) di La paura fa novanta.
E' un'occasione di vivere momenti con i propri figli.
La famiglia riunita incomincia a preparare la festa intagliando le zucche,preparando dolci e pietanze particolari.
Come per ogni occasione di festa e' importante come viene vissuta dai singoli.
In Italia non sono i bambini che si sono impossessati di questa festa ma gli adolescenti e questo porta al massimo dell'anarchia.
Le mamme e i papa' in America accompagnano i propri figli a bussare alle porte dei vicini di solito bussano a 13 porte.
I giardini sono illuminati dalle zucche e i bimbi vengono accolti con gioia e tutti sono pronti con dolcetti a riempire i cestini.
Se vissuta bene e' un'occasione per stare insieme,e in genere i cattolici ,rientrati in casa recitano il rosario con i propri figli e ricordano i loro morti.I genitori ricordano i parenti che se ne sono andati e i bimbi sono contenti di ascoltare le storie di persone che hanno fatto parte della loro vita.
Un'occasione per non dimenticare i propri cari morti.
Cerchiamo sempre di cogliere il positivo se no succede che in Italia i ragazzi,i bambini non solo non vanno ai cimiteri ma utilizzano la festa solo in modo inadeguato e soprattutto non viene condivisa e guidata dagli adulti.Nelle scuole non si parla piu' delle visite ai cimiteri,nemmeno dei Santi e si perde tutto.

TOMMASO

ALESSANDRO

MATTEO

martedì 2 novembre 2010

MARTA :IO AMO TUTTA LA MIA VITA

.... La vita è gioia e dolore ed è così perché l'ha fatta così Gesù, è per questo che dico sì alla mia malattia. Uno si lava, si veste bene, sceglie delle cose belle, ha cura di sé perché un Altro ha cura di lui.
Questo succede per grazia, lo devi chiedere tutti i giorni e chiedere che ti dia pace. La felicità la vivremo in Paradiso, qui possiamo chiedere che ci faccia vivere con pace....

Marta, insegnante di sostegno in una scuola media, è morta venerdì scorso, a 27 anni, per un tumore. Negli ultimi mesi, costretta a letto dalla malattia, ha toccato la vita di tanti: «Attraverso il tuo sì, Dio ci ha presi per mano», come ha detto don Giuliano Renzi ai suoi funerali. Riportiamo un dialogo con il padre Giorgio nelle notti trascorse in ospedale, il suo saluto ai funerali, l'omelia ai funerali e quella di don Stefano Alberto al San Raffaele

GIORGIO: Marta, chi è Gesù per te?

MARTA: Eccolo, smettila con i ragionamenti, smetti di ragionare. Gesù è "Io sono Tu che mi fai". La cosa più evidente è che siamo oggetto di un amore infinito, un Altro ti ha voluto e ti vuole bene. Guarda, guarda quello che hai! Vivi! Guarda la realtà tutta, non servono tanti ragionamenti, guarda, è come quando fai la piadina, hai l'impasto fra le mani.
Per essere felici occorre amare Lui più di tutto, sopra ogni cosa e questo ti fa amare tutto, più intensamente. Io amo tutto, tutto della mia vita, da quando sono nata fino ad adesso.

CHI PRENDE SUL SERIO L'UOMO CHE SOFFRE?

di Stefano Giorgi
05/05/2010 - A Torino, la Cei ha proposto tre giorni di lavoro a quanti hanno a che fare con il mondo della sanità. Tra interventi e dialoghi, la scoperta che il dolore è «la prova del nostro desiderio infinito»


Henry Geoffroy, Giorno di visita in ospedale (1889).Chi chiede di essere curato chiede di essere salvato. Chi può prendere sul serio, fino in fondo, questa esigenza infinita?

E' quella capacita'di restare un passo indietro
e guardare al destino dell'altro chiedendosi cosa ne sara' di lui?

E cosa significa stare di fronte al mistero della sofferenza? Per affrontare queste provocazioni,