giovedì 31 maggio 2012

a lezione di gratuità


.....Per i cristiani parlare di famiglia, lavoro e festa, è confrontarsi su ciò
 che interessa ogni uomo e ogni donna di questo mondo e proporre loro 
la strada del compimento che lo stesso Figlio di Dio ha voluto percorrere
 e sulla quale ci invita a seguirlo. Nessuna persona è lontana 
dall’esperienza degli affetti, del lavoro e del riposo: ciascuno di noi
 è compagno di strada del proprio prossimo. Per questo partecipare 
fisicamente o da lontano attraverso i mezzi di comunicazione al VII 
Incontro mondiale delle famiglie, potrà risultare di grande giovamento 
per la comunità cristiana e per la società intera.
Come cristiani saremo aiutati a identificare gli ambiti essenziali della
 nuova evangelizzazione:...

tempi

PAPA A MILANO/ Scola:

giovedì 31 maggio 2012
PAPA A MILANO/ Scola: a lezione di gratuitàFoto: InfoPhoto


Questo è l'articolo scritto dal cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola e pubblicato oggi su L'Osservatore Romano, in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno, giorno in cui verrà celebrata la messa presso l'aeroporto di Milano-Bresso. Il tema dell'incontro sarà "La Famiglia: il lavoro e la festa", come indicato da Papa Benedetto XVI nella lettera di presentazione dell'evento.



In occasione del IV Convegno ecclesiale della Chiesa italiana, celebratosi a Verona il 19 settembre 2006, Benedetto XVI ha sottolineato la necessità di «non perdere di vista nella nostra azione pastorale il collegamento tra la fede e la vita quotidiana, tra la proposta del Vangelo e quelle preoccupazioni e aspirazioni che stanno più a cuore alla gente». Si tratta di un’indicazione che in questi anni le Chiese, sia in Italia che all’estero, hanno voluto assecondare con decisione.

Il volontario: ho visto lavorare insieme gente che prima non si salutava, voi come lo chiamate?









TERREMOTO EMILIA/ Il volontario: ho visto lavorare insieme gente che prima non si salutava, voi come lo chiamate?





















31/05/2012
Uno studente universitario di Ferrara racconta l'aiuto spontaneo e solidale verso chi è sfollato. L'accorgersi che tutti abbiamo la stessa esigenza di essere salvati



TERREMOTO EMILIA-ROMAGNA: LA STORIA DI FRANCESCO, E DEI SUOI AMICI - Francesco, studente universitario di Ferrara, uno dei tanti protagonisti del dramma che sta vivendo la sua regione. Protagonista sia per il dramma vissuto in prima persona sia per la risposta data a questo dramma con una dedizione gratuita verso il prossimo, verso chi è messo peggio. La notte del 20 maggio Francesco come tutti gli abitanti di Ferrara viene svegliato dalla violenta scossa delle quattro del mattino: con la sua famiglia fugge in strada per un'oretta, poi tornano a casa.

LA FEDE ALLEGRA, LA FEDE TRISTE


clanDestino ZOOM


Lo scontro che agita da un paio di millenni i vertici della Chiesa ha sempre origine dalla seduzione del potere. La solitudine, il perbenismo, la noia, la scontatezza in cui molti riducono la propria fede è causa non solo di cadute (il peccato è di tutti noi) ma di infinita presunzione e di velenosa lotta per imporre una idea. Non è dato capire i contorni dello scandalo: un banchiere, un maggiordomo, delle lettere, e l'infinito chiacchiericcio dei media. Di fatto il Papa più forte negli ultimi anni - come impostazione teologica, come volontà di trasparenza etc - si ritrova assalito e tentano di indebolirlo in tutti i modi. Come l'estremo assalto a una delle ultime istituzioni europee credibili. Forse non è causale che questo avvenga nel momento in cui con forza e determinazione il Papa e il suo banchiere capo si erano pronunciati a favore di una tassa sulla finanza, che sicuramente ai veri signori della terra e delle banche di questo momento non fa piacere. Non si tratta di dietrologia, si tratta di fatti messi in fila.
Ma il punto è un altro, come sottolineato su nuovo quotidiano online "il vostro" ieri: Benedetto ha da subito parlato della gioia della fede. Solo una fede gioiosa può attraversare, dura come pietra, la tempesta. E solo una fede gioiosa può correggere e sostenere la fede triste di molti, e non soccombere alla sua brevità di fiato.

venerdì 25 maggio 2012

L'ospitalità, miracolo di Cristo all'opera


Luigi Giussani <br><em>Il miracolo dell'ospitalità </em><br> Piemme
Luigi Giussani 
Il miracolo dell'ospitalità 
Piemme


DA AVVENIRE


di Julián Carrón
25/05/2012 - Un estratto dall'introduzione di don Julián Carrón alla nuova edizione de 
"Il miracolo dell'ospitalità" 
di don Giussani, una raccolta di dialoghi con l'associazione Famiglie per l'Accoglienza 
(Avvenire, 25 maggio)
Perché l’ospitalità è un miracolo? Sembrerebbe la cosa più scontata: aprire la porta 
della propria casa per fare entrare qualcuno dovrebbe essere normale.
Perché, allora, don Giussani la paragona a un fatto miracoloso? 
Perché dovrebbe essere l’esperienza normale di una famiglia, e invece è così eccezionale
 che quando accade tutti ci stupiamo.
Viviamo in un contesto umano, culturale e sociale frutto di una lunga storia, che ha eroso i fattori
 dell’esperienza elementare: uno innanzitutto, cioè l’apertura originale del cuore e la percezione 
della realtà come positiva, come carica di promessa per la propria vita. Nel tempo si è introdotta
 una
 distanza per cui le cose e le persone sono diventate come estranee. È terribile questa affermazione
 di Sartre:
 «Le mie mani, cosa sono le mie mani? La distanza incommensurabile che mi divide dal mondo degli
oggetti e mi separa da essi per sempre» .

martedì 22 maggio 2012

TERREMOTO/ Lettera da Onna (L'Aquila): ripartite come noi dalla speranza e dalla fede



TERREMOTO/ Lettera da Onna (L'Aquila): ripartite come noi dalla speranza e dalla fede
Foto: InfoPhoto

TERREMOTO EMILIA ROMAGNA: LA LETTERA DEL PARROCO DI ONNA (L'AQUILA) - Cari Amici, quando ho saputo quanto accaduto in Emilia-Romagna mi è sembrato di rivivere tutto ciò che ha vissuto la comunità di Onna quel 6 aprile di tre anni fa, quando il terremoto ha tolto la vita a 309 cittadini abruzzesi. In momenti come questi non è mai facile parlare ma forse è sempre meglio dire qualcosa che possa in qualche modo aiutare. Le nostre parole devono innanzitutto essere rivolte a Dio affinché ci aiuti ma soprattutto ci dia la forza per affrontare con il massimo della speranza tutte le conseguenze di un terremoto devastante. La speranza deve proseguire anche oltre e non fermarsi mai: a Onna ancora non possiamo rientrare nelle case e quelle più antiche non sono state ancora ricostruite, ma anche di fronte a situazioni così complesse e difficili, con l’aiuto di Dio tutto può essere visto in un’altra ottica. E’ da qui che si ricavano le forze per andare avanti e per superare ogni difficoltà.

TERREMOTO/ L'imprenditore: la mia azienda è distrutta, ma so che è un'occasione


lunedì 21 maggio 2012


....Ho avuto subito la percezione che nella mia vita stava accadendo qualcosa di importante. “Siamo nelle mani di Dio”, ho pensato. Davanti a un fatto del genere ho capito che le tue forze non bastano, che non puoi fare niente. 
Ma non può finire tutto così. Vede, di momenti duri ne abbiamo passati tanti...



TERREMOTO/ L'imprenditore: la mia azienda è distrutta, ma so che è un'occasioneImmagine d'archivio (Infophoto)

il sussidiario
Sei morti, più di cinquanta feriti, circa tremila persone costrette ad abbandonare le proprie case. Il bilancio del terremoto che domenica notte ha colpito l’Emilia Romagna, con una successione di ben 75 scosse, è sempre più pesante. I danni economici al momento sono incalcolabili, tra case rase al suolo, chiese ridotte in macerie e spettrali campanili dagli orologi fermi alle 4.04. Nelle provincie di Ferrara, Modena e Bologna lo scenario che si presenta è apocalittico, apparentemente senza speranza.

ATTENTATO BRINDISI/ Borsellino: cara mamma di Melissa, io non trovo pace ma la fede mi aiuta



lunedì 21 maggio 2012
ATTENTATO BRINDISI/ Borsellino: cara mamma di Melissa, io non trovo pace ma la fede mi aiutaInfophoto
“Solo chi ha vissuto un lutto così grande può comprendere”. Scandisce le parole Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992 con 100 chili di esplosivo sotto la sua auto. L’europarlamentare del Pd si rivolge ai genitori di Melissa Bassi, la 16enne stroncata sabato da una bomba davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. “Spesso tra le persone passate attraverso sofferenze simili si crea una sorta di comunione. Ai genitori di Melissa invio il mio abbraccio, vorrei stringere forte la loro mano in questo momento di prova. Vivano il privilegio di avere comunque avuto accanto a loro la figlia Melissa per 16 anni. La mancanza è forte, è dura, è pesante, ma la fede nell’aldilà può essere di grande aiuto, come lo è stata nella mia vicenda personale. Il resto è silenzio”.

Onorevole Borsellino, lei grazie a che cosa è riuscita a sopportare il peso di una situazione così dura come la morte di suo fratello?



RONDONI: TERREMOTO & BRINDISI Qual è il nostro “mestiere” quando il male ci sovrasta?





...Io voglio seguire il grido dei padri e delle madri e dei figli delle vittime, l’unica parola, o forse nemmeno parola, ma grido e forse persino in forma – povera, oscurata – di bestemmia. Voglio seguire quel resto di voce umana, non i discorsi preconfezionati. Vedere dove mi porta. A che sapienza maggiore. A scoprire che cosa. A vedere che cosa. Ai “moralisti” come Renzo Tramaglino lascio le chiacchiere di buon senso. I discorsi che tornano. I richiami etici. Io sto nel grido. Ci sono stato tante volte. Un grido vasto come il cielo. A cui solo il cielo se ha parola, se ha parola umanamente comprensibile, se ha gesto, se ha amicizia, se ha pietà, può rispondere. Lo faccia, Dio. Faccia il suo mestiere. Noi facciamo il nostro ora: che è quello di gridare verso di Lui......
Davide Rondoni
tempi lunedì 21 maggio 2012
TERREMOTO EMILIA ROMAGNA E ATTENTATO BRINDISI. Anche quando scopriremo (speriamo presto) chi e perché ha messo la bomba fuori dalla scuola di Brindisi, si coprirà la ferita? E se anche scoprissimo tutte le ragioni geologiche e nascoste che hanno avviato il terremoto tra Emilia e Veneto, smetteremo di tremare? Comunque ci sarà chi continuerà a piangere. Ci sarà chi guarderà un vuoto dove c’era un pieno, un viso, un gesto. Questi fatti ci stordiscono. Ma in questo stordimento – proprio lì, nel non capir più niente, insomma, nel restare in quel tragico rimbambimento – possiamo acquistare una favilla di conoscenza? di sapienza? O si tratta solo di prendere botte dalla vita?

MONS. CAVINA «In mezzo a un cimitero di chiese terremotate, non ho visto piagnistei»











.........Però i parroci erano rincuorati dall’atteggiamento dei fedeli, che li hanno aiutati e sostenuti. Mi sembra che nella sofferenza la gente stia reagendo con coraggio e speranza. Soprattutto, se devo dirlo con una parola, non ho trovato piagnistei.............

TEMPI maggio 21, 2012 Leone Grotti
Intervista al vescovo di Carpi, Francesco Cavina, che ieri ha operato un sopralluogo nel modenese nei luoghi più colpiti dal sisma: «Una chiesa più distrutta dell’altra. Ma la gente ha reagito con speranza e coraggio».
«Il mio sopralluogo di ieri è stato un cammino nella distruzione, tra le macerie, fatto in mezzo a un cimitero: non di persone, ma di chiese». Sono queste le parole con cui monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, descrive il sopralluogo che ha operato ieri nel modenese in alcune delle zone più colpite dal sisma che ha colpito l’Emilia Romagna e che ha già causato sette morti e oltre 4 mila sfollati. Ma in mezzo alla distruzione, come dichiara a tempi.it, ha anche visto un’Italia forte e gente pronta ad aiutare e a ricostruire: «Ho visto i parroci in buono stato, confortati dalla solerzia della gente nell’aiutarli. E soprattutto, nessun piagnisteo».

sabato 19 maggio 2012

Tommaso finisce la pre-school


Se la Corte dice sì alla fecondazione eterologa servirà una nuova legge del Parlamento



18 Maggio 2012

Il prossimo 22 maggio la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità o meno del divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40/2004 sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma). Eugenia Roccella, ex sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, ha scritto ai parlamentari italiani per sensibilizzarli su questo tema così eticamente delicato e decisivo. Questa la lettera.
provetta-3.jpg

Cari colleghi,

il prossimo 22 maggio la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla legittimità o meno del divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40/2004 sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma).
Siamo dunque alla vigilia di una sentenza che potrebbe modificare un punto fondamentale di una legge su cui il parlamento ha svolto un lungo e approfondito dibattito e che tocca questioni di grande delicatezza.
Mi rivolgo quindi a tutti voi confidando nella vostra sensibilità per sottoporvi alcune considerazioni di metodo che penso possano avere qualche rilievo.

DA STRANOCRISTIANO

Di fronte a un attentato come quello di oggi, difficile trovare parole diverse dalla preghiera. Preghiera per la ragazza uccisa e tutti i suoi, preghiera per l'altra in fin di vita, preghiera per i feriti. E poi preghiera, perchè tutto questo male sia spazzato via. E per gli assassini, che si pentano, e che capiscano l'orrore che hanno fatto.

Perché vale la pena aprire la porta di casa



di Paola Bergamini, martedì 1 maggio 2012
Tracce, maggio 2012
Adozione, affido, semplice ospitalità. Cosa c’è all’origine delle Famiglie per l’accoglienza? Dialogo con Alda Vanoni, presidente storica dell’associazione
                                                                         
Agli inizi degli anni Ottanta, Giuseppe Zola, consigliere comunale a Milano, chiede ad alcune famiglie, che per circostanze differenti avevano aperto le proprie case all’accoglienza, di aiutarlo nella preparazione di un regolamento per l’affido. Non c’era ancora una legge in materia e la proposta di revisione della legge è ancora di là da venire. Da questa contingenza storica nasce nel 1982 l’Associazione Famiglie per l’accoglienza, una rete di famiglie diffusa in Italia e in diversi Paesi del mondo. In questi trent’anni oltre 13.000 persone hanno trovato accoglienza. E oggi sono più di 4.000 le famiglie associate.
                                                          
Ma forse i numeri non raccontano le storie, le esperienze di questi anni che hanno un solo punto sorgivo: «Di fronte all’inadeguatezza, i limiti nell’accogliere un altro l’unico fattore che regge è il tuo rapporto con il Signore», spiega Alda Vanoni, magistrato, già giudice del Tribunale per i minorenni di Milano, all’inizio di quest’opera e per molti anni presidente dell’associazione. «Il perché viene prima del come. Puoi fornire il servizio migliore, e questo noi cerchiamo di farlo attraverso ad esempio i mini corsi per l’adozione e per l’affido offrendo supporti specialistici, ma prima viene lo scopo».
                                                                               
Don Giussani fin dall’inizio è stato vicino a questa esperienza. «Ci ha condotto per mano. Nel rapporto con lui si è chiarita la funzione dell’Associazione: una compagnia intelligente che sempre rimanda all’origine, al fondamento. Era colpito e commosso dalla radicalità del gesto: portarsi a casa una persona con cui condividere la mensola del bagno o l’asciugamano riconduce a un’essenzialità. È un tu che viene a contatto diretto. La dimensione è quella di una totale gratuità. Che può essere per un periodo come per l’affido o definitivamente come per l’adozione». Non sempre facile, il rischio di possesso è alto. «Per questo è necessario arrivare alla radice». Come? «È possibile solo se si pensa alla paternità di Dio, che è padre tuo e dà la genitorialità su ogni figlio: in affido, in adozione o biologico. Ti sono dati. Nell’errore, nella fatica puoi dire: “Me l’hai dato, saprai Tu perché devo portarmi questa fatica. Aiutami”. Questa è stata la mia esperienza».
                                                           
Ma non tutte le famiglie se la sentono di fare un gesto del genere. «Chiariamo. L’accoglienza dell’altro è alla base di ogni rapporto. La vocazione familiare richiede che io mi apra al marito, ai figli. Inoltre la dimensione dell’accoglienza non è solo l’affido o l’adozione. L’ospi talità anche di pochi giorni porta la stessa ricchezza, la stessa pienezza del cuore. A ognuno è chiesto di seguire la sua strada. La porta va lasciata aperta».
                                                                    
Nella lettera per l’Incontro mondiale delle Famiglie il cardinale Scola parla di «dono totale di sé»: come questo si gioca nell’accoglienza? «Innanzitutto dare sé non è istintivo, è una fatica, una ferita sempre aperta. Un gesto di accoglienza fa sperimentare concretamente cosa vuol dire “dono di sé”. Uno può far finta di dare tutto perché si sente bravo, ma di fronte al figlio che si ribella, allora in quel momento deve guardare al fondo di sé, a quello che desidera, al perché fa quel gesto. E che lo fa per il Signore». Non è facile testimoniare questo livello di consapevolezza. «È vero. Normalmente il mondo vede solo l’involucro esterno. Quante volte le nostre famiglie sono state etichettate come “brave”, persino “ben funzionanti nell’accoglienza” senza comprendere che ciò che regge è il Dio dal volto umano».
Paola Bergamini, Tracce, maggio 2012

venerdì 18 maggio 2012

Se un bambino nel pancione già "ascolta" la sua mamma



giovedì 17 maggio 2012
IL CASO/ Se un bambino nel pancione già ascolta la sua mammaFotolia
Il feto già riconosce la voce della madre quando ancora è nel pancione. Questo è quanto mostra uno studio francese – il primo autore è Renaud Jardri -pubblicato sulla rivista International Journal of Developmental Neurosciences di aprile. Questa capacità è stata mostrata con l’uso di raffinate tecniche di risonanza materna, che registrano l’attivazione della corteccia cerebrale temporale già dalla trentesima settimana di gestazione. E uno studio canadese fatto al Kingston General Hospital mostra che il battito del cuore si accelera nel feto quando sente la voce della mamma. 

mercoledì 16 maggio 2012


LETTERA CARRON/ Risé: la lotta tra la luce della grazia e l’oscurità della pesantezza

mercoledì 16 maggio 2012
LETTERA CARRON/ Risé: la lotta tra la luce della grazia e l’oscurità della pesantezzaCarron (Infophoto)

Don Julian Carron, con la sua lettera a Repubblica, ha ripetuto, e quindi proposto a chi la leggeva, il gesto  introduttivo alla meditazione cristiana e  al Mistero della Messa:  Signore pietà.
Atto sorprendente in un’epoca e un costume in cui l’esibizione di forza e irreprensibilità ( come di tutto ciò che cattura lo sguardo altrui: bellezza, sfrenatezza, successo), è esercizio e quasi dovere quotidiano, all’interno di quel culto dell’immagine ansiosamente praticato dai più (e, per quel che ho capito, presente anche tra le accuse mosse nella campagna politica contro il Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni e Comunione e Liberazione).

Kyrie eleison è però anche gesto e espressione indispensabile, fondativa dell’esperienza cristiana, personale (per quanto misera, come la mia) e collettiva.

COMMENTO

Kris 50 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "CRISTALLOTERAPIA":

gentile Tiziana, la c. di cui hai riportato i benefici è una tecnica new age che come sai rientra nella cultura panteista...S Ildegarda faceva rientrare tali medicamenti in un percorso di fede la cui origine gli attuali cultori di tali tecniche non considerano. Ma con S. Paolo possiamo dire che vagliamo ogni cosa e ne traiamo ciò che è buono, pur dandone un giudizio che si ferma non ai misteri ma al Mistero!



grazie Kris
 Tiziana

CUTRIOSITA' LEGATE Ildegarda di Bingen


Le essenze celestiali


Così come i colori stimolano il senso della vista e la musica quello dell’udito, le essenze attivano l’olfatto, attraverso il quale possiamo “sentire” il profumo dell’infinito, annusare gli aromi del Cielo. Santa Ildegarda di Bingen diceva che “con gli occhi, l’essere umano vede il suo sentiero ma con il naso lo comprende”. Gli angeli ci ricordano che nell’antichità le fragranze stimolanti erano il cibo degli dei e che anche noi dovremmo nutrirci dei profumi che attivano la nostra parte migliore e confortano lo spirito.

Ci sono fragranze naturali che agiscono


CRISTALLOTERAPIA

La medicina di Ildegarda di Bingen (1098-1179) è stata ignorata per ottocento anni. Solo dopo il ritrovamento di una copia di un suo trattato nella biblioteca imperiale di Copenhagen, si è risvegliato l’interesse per la prima medicina psicosomatica cristiana.garda ha rivoluzionato la visione del mondo

Il Papa proclama santa Ildegarda di Bingen, la mistica che lottò per la Chiesa

.... «il vero rinnovamento della comunità ecclesiale non si ottiene tanto con il cambiamento delle strutture, quanto con un sincero spirito di penitenza e un cammino operoso di conversione. Questo è un messaggio che non dovremmo mai dimenticare»......


di Benedetta Frigerio
Tratto da Tempi del 14 maggio 2012
Papa Benedetto XVI ha firmato numerosi decreti di canonizzazione e beatificazione, riconoscendo le virtù eroiche di 13 uomini uccisi dai protestanti e 37 nuovi martiri.
Tra i prossimi beati Tommaso da Olera, un pastore analfabeta, frate portinaio di conventi che fu poi consigliere spirituale di nobili imperatori. Con il frate Maria Troncatti, suora missionaria in Ecuador che da catechista divenne infermiera, chirurgo, ortopedico, dentista e promotrice dei diritti delle donne indigene. Si aprirà poi il processo di beatificazione di tre laici: Maria Bolognesi, che ha rivissuto le sofferenze di Cristo sul Calvario, Rachele Ambrosini, morta a 15 anni di meningite lodando Dio e la sua Croce, e Odoardo Focherini, giornalista e padre di famiglia che per tutta la vita testimoniò l’amore di Cristo in casa, sul lavoro e infine dando la vita per salvare centinaia di ebrei. Già venerata come santa, è stata invece canonizzata ufficialmente dal Papa, a circa ottocento anni dalla sua morte, Ildegarda di Bingen, proclamata anche “dottore della Chiesa”.


“Giovani, abbiate il coraggio di osare!”


....L'invito è rivolto specialmente ai giovani, i quali, “animati dalla carità evangelica che chiede di non rinchiudersi in se stessi, ma di farsi carico degli altri”, sono chiamati a contrapporre “l’impegno e l’amore per la responsabilità alla sfiducia verso l’impegno nel politico e nel sociale.....”.



Le parole del Pontefice alla cittadinanza di Sansepolcro, terza tappa della Visita Apostolica in Toscana di ieri
di Salvatore Cernuzio
Tratto dal sito ZENIT, Agenzia di notizie il 14 maggio 2012
Mai la città di Sansepolcro avrebbe immaginato di festeggiare il millenario della sua fondazione in modo migliore: alla presenza del Successore di Pietro. Benedetto XVI ha scelto, infatti, proprio la cittadina come terza tappa della sua Visita Apostolica in Toscana, svoltasi ieri domenica 13 maggio.
Dopo l’annullamento, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, dell’incontro con la comunità francescana nel santuario de La Verna, l’elicottero del Santo Padre proveniente da Arezzo, è atterrato intorno alle 18 dall’eliporto dell’Aviosuperficie di Sansepolcro.

lunedì 14 maggio 2012

PRIMA COMUNIONE ANNA

......... ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, ha fatto visita proprio a me. E con Gesù Dio stesso è con me. E che questo è un dono di amore che realmente vale più di tutto il resto che può essere dato dalla vita; e così sono stato realmente pieno di una grande gioia perché Gesù era venuto da me. E ho capito che adesso cominciava una nuova tappa della mia vita, avevo 9 anni, e che adesso era importante rimanere fedele a questo incontro, a questa Comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo: "Io vorrei essere sempre con te" e l'ho pregato: "Ma sii soprattutto tu con me". E così sono andato avanti nella mia vita. Grazie a Dio, il Signore mi ha sempre preso per la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. E così questa gioia della Prima Comunione era un inizio di un cammino fatto insieme. Spero che, anche per tutti voi, la Prima Comunione che avete ricevuto in quest'Anno dell'Eucaristia sia l’inizio di un'amicizia per tutta la vita con Gesù. Inizio di un cammino insieme, perché andando con Gesù andiamo bene e la vita diventa buona.........(Benedetto XVI)

domenica 13 maggio 2012

Così la famiglia può far "ricco" il lavoro

...... Ecco, io credo che questa crisi di valori, questa crisi economica, questa “crisi dei fondamentali”, come dice il cardinale Scola, sta rivelando questo, fondamentalmente: tutto ciò che io sono riguarda tutti, e a maggior ragione la paternità e la maternità: avere la coscienza che genero il mondo, genero la certezza che si può essere felici, che si può fare bene nella vita; questo compito generativo della paternità e della maternità che non è soltanto rispetto al dato biologico, né solo rispetto a quello psicologico della crescita di un figlio, ma pertiene alla coscienza dell’adulto.........
 INT.
sabato 12 maggio 2012



IL CASO/ Così la famiglia può far ricco il lavoro


Per indagare e prospettare lealmente possibili soluzioni 
al problema della conciliazione del lavoro con gli impegni familiari, è necessario avere ben chiara la reale natura delle esigenze dei soggetti in gioco: il bambino, la mamma, la famiglia e la società, alla cui edificazione l’agire lavorativo è ordinato. Ne abbiamo parlato con Vittoria Maioli Sanese, psicologa della famiglia e direttrice del Consultorio Famigliare Ucipem di Rimini, autrice di diverse pubblicazioni (tra cui il bellissimo Ho sete, per piacere), oltre che mamma di sei figli.


ANNA

ANNA FESTEGGIA

sabato 12 maggio 2012

ANNA

ANNA RICEVE LA SUA PRIMA COMUNIONE

La forza delle madri


Pensieri davanti al carcere

Le contempli sotto la pensilina attonite e mute, coi loro fagotti di bucato profumato e qualche pacchetto di biscotti da recare oltre le sbarre. Senza trucchi o abiti ricercati, sotto il sole cocente d’agosto come sotto la nebbia padana d’inizio inverno. Quei figli che oggi stanno dietro le sbarre di un carcere sono usciti dal loro grembo: per il mondo sono delinquenti e briganti, per loro rimangono pur sempre figli da amare e custodire. Dietro le sbarre abitano i figli, davanti alle sbarre stazionano le loro madri, splendide donne capaci di rimettere in scena ogni primo mattino all’esterno delle carceri la riedizione di quella prima Madre sotto la croce. Stabat mater dolorosa: ieri, oggi e sempre. Le chiamano povere donne, di loro qualcuno s’intenerisce, qualche altro forse le prende sottilmente in giro: eppure non cambia nulla dentro quel cuore capace solo di amare a oltranza. Perchè una cosa è

BRUNELLA MANDA GLI AUGURI A TUTTE LE MAMME

Madre ,qualcosa al di là del tempo,
oltre quel corpo che ti diede la vita;
madre è l’affetto oltre i desideri,
l’opera d’arte del più grande amore,
il culmine del donare.
Madre è la gioia quando sei felice
e una lacrima amica nei giorni di dolore.
(Pasquale Galiero)
con affetto a tutte le mamme Brunella



Grazie Brunella!Auguri anche a te!

OGGI ANNA RICEVE LA SUA PRIMA COMUNIONE


......... ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, ha fatto visita proprio a me. E con Gesù Dio stesso è con me. E che questo è un dono di amore che realmente vale più di tutto il resto che può essere dato dalla vita; e così sono stato realmente pieno di una grande gioia perché Gesù era venuto da me. E ho capito che adesso cominciava una nuova tappa della mia vita, avevo 9 anni, e che adesso era importante rimanere fedele a questo incontro, a questa Comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo: "Io vorrei essere sempre con te" e l'ho pregato: "Ma sii soprattutto tu con me". E così sono andato avanti nella mia vita. Grazie a Dio, il Signore mi ha sempre preso per la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. E così questa gioia della Prima Comunione era un inizio di un cammino fatto insieme. Spero che, anche per tutti voi, la Prima Comunione che avete ricevuto in quest'Anno dell'Eucaristia sia l’inizio di un'amicizia per tutta la vita con Gesù. Inizio di un cammino insieme, perché andando con Gesù andiamo bene e la vita diventa buona.........(Benedetto XVI)

Ciao Anna i tuoi nonni e i tuoi zii sono molto lontani fisicamente ma vicini e uniti a te in questo grande e lieto giorno.

La bimba cerebrolesa che ha “dato vita” all’ospedale di Livorno


.....«È una vita che chiede amore e che ne genera anche di più». E si vede. «Appena uno di noi arriva in reparto chiede di lei ai colleghi del turno precedente: come è andata la notte? Come è stata oggi? E poi si passa in cameretta».....
.... «La piccola è contenta della sola presenza nostra, delle minime attenzioni, delle nostre carezze. Questo insegna a me e a mia figlia a vivere: vale la pena lottare per la vita come fa lei. Ora non assecondo più i capricci. Anzi quando li fa le ricordo la sua “sorellina” e lei capisce».......

Maggio 8, 2012 Benedetta Frigerio

La giornata della piccola cerebropatica curata dalle infermiere: «Finché non abbiamo iniziato ad accudirla, pensavamo che, in casi come il suo, fosse meglio morire. Ora abbiamo cambiato idea».
La piccola cerebropatica che non parla e si nutre con il sondino, adottata dal reparto di pediatria dell’ospedale di Livorno due anni e mezzo fa, continua a parlare. Questa volta lo fa tramite la voce delle infermiere che la assistono. Simona è la più affezionata alla bimba, come spiega a tempi.it: «È come la mia seconda figlia. Lo dico davvero, se andasse via sarebbe come lasciare una parte di me. Per il suo bene desidero che sia adottata, ma mi mancherebbe». Simona, infatti, oltre che negli orari di lavoro sta con la piccola appena può. E in ospedale porta anche la figlia naturale. Due anni e mezzo fa non l’avrebbe mai fatto né detto. «Se me lo avessero chiesto? Avrei dato della matta a una madre che porta sua figlia davanti a tanta sofferenza». Ora invece la bambina è diventata amica dei figli di tutto il personale. Come mai? «Innazitutto non c’è solo dolore: vedere la forza di questa guerriera che lotta per vivere e che cerca il nostro affetto insegna a chi la assiste a rendersi conto di quanto ha. Delle piccole cose. Mia figlia, poi, la porto qui perché passi del tempo con quella che considera sua sorella e si accorga di quanto siamo fortunati. Ma sopratutto di quanto si possa essere felici con poco». Felici? In stato vegetativo? «La piccola è contenta della sola presenza nostra, delle minime attenzioni, delle nostre carezze. Questo insegna a me e a mia figlia a vivere: vale la pena lottare per la vita come fa lei. Ora non assecondo più i capricci. Anzi quando li fa le ricordo la sua “sorellina” e lei capisce».
La sofferenza degli innocenti fa ribellare. Molti per questo arrivano a dire che è meglio la morte. «Sono onesta, due anni e mezzo fa lo pensavo anche io. Mi dicevo: se una persona non parla, se è costretta a letto, se si nutre con il sondino è condannata a una sofferenza senza senso. Mi sbagliavo perché mancava qualcosa». Non c’è evidenza scientifica, dicono alcuni. «Purtroppo le macchine non possono misurare cose come l’amore e la felicità: possono dire quello che vogliono, che una vita in questo caso non abbia un significato, ma ora non ci casco più. Sotto i miei occhi c’è altro». Ed è qualcosa di così evidente che tutto il reparto ora la pensa come Simona. «È così. Noi passiamo con lei ventiquattro ore su ventiquattro. Non c’è spiegazione scientifica che possa negare quello che vediamo: la bimba sente il contatto, sente se ci siamo, patisce se ha bisogno, gioisce del nostro affetto. Si accorge di come viene accarezzata, di come le si sussurra nell’orecchio. Sente che noi la amiamo». Un bel mistero questa piccola. «Un mistero che ci insegna tanto. Ci insegna che tutto quello che c’è, se c’è, è perché ci deve essere. Ci insegna l’amore che comunica».
Ad esempio, spiega Rossella, un’altra infermiera che si definisce “la zia”, «la bimba ci unisce nel curarla, facendoci capire che se anche non possiamo guarirla vale la pena comunque dare tutto per assisterla». Anche quando nulla può cambiare dal punto di vista clinico: «È una vita che chiede amore e che ne genera anche di più». E si vede. «Appena uno di noi arriva in reparto chiede di lei ai colleghi del turno precedente: come è andata la notte? Come è stata oggi? E poi si passa in cameretta». Impressiona pensare che fermi in un letto si possa fare tanto: «Per questo le saremo tutti grati. Per sempre».