venerdì 20 agosto 2010

I CATTOLICI POTRANNO GUARIRE IL SENSO DI LIBERTA' AMERICANO?

....“Questa idea potrebbe procurare a Franzen un altro attacco dall’America profonda, qualcosa tipo ‘lo scrittore che odia Oprah adesso ci dice che la libertà è sopravalutata’, ma ciò non solo è vero, è decisamente importante. C’è qualcosa oltre la libertà di cui hanno bisogno le persone: lavoro, amore, credere in qualcosa, impegno in qualcosa. La libertà non è sufficiente. Quello che importa è ciò che si fa con la libertà, e che cosa si lascia per essa”......


.....A quanto sembra, Franzen ha descritto perfettamente il conflitto americano tra libertà e verità. L’America concepisce la libertà come la possibilità di fare tutto ciò che si vuole. In questa concezione, la verità non è ciò che esiste indipendentemente da noi, la verità non è ciò che è, bensì ciò che può essere. Tutto questo è esattamente l’opposto di come la fede cristiana concepisce la verità e la libertà, cioè che è la verità che ci fa liberi, e felici.
Ho scritto questo articolo nel giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Verità e libertà si uniscono perfettamente nel suo fiat. È questa l’esperienza che i cattolici possono apportare alla formazione di una cultura americana.......



Lorenzo Albacete

mercoledì 18 agosto 2010
Ho passato le ultime settimane in un posto dove la ricezione dei notiziari via cavo era molto limitata e non ho così potuto seguire le notizie in modo così approfondito come avrei dovuto per scrivere un articolo sulle due questioni che hanno tenuto banco in questa settimana (a parte il tempo apocalittico che è toccato a tutti): il diminuito appoggio alla guerra in Afghanistan e il probabile corso della discussione alla Corte Suprema sulla legalizzazione del matrimonio omosessuale.Sono stato però colpito da un articolo, forse più importante, su come l’attuale cultura americana definisce e promuove l’ideale che supera tutti gli altri nella storia degli Stati Uniti, e cioè la libertà.

Il critico letterario Lev Grossman è l’autore di questo interessante articolo di copertina sull’ultimo numero di Time Magazine. Oggetto dell’articolo è lo scrittore Jonathan Franzen, il cui ultimo romanzo Freedom è previsto in uscita alla fine di questo mese.



Grossman considera Franzen uno dei “grandi romanzieri americani”, il cui nuovo libro “ci mostra come viviamo attualmente”. Secondo Grossman, Franzen sta all’attuale modo di vivere americano come autori quali Fitzgerald e Hemingway stavano a quello dei loro tempi. Non ho letto il libro, ma se quanto dice Grossman è vero, tenderei a essere d’accordo sul fatto che Franzen, descrivendo l’attuale cultura americana, ha toccato la sostanza della questione.



“La parola libertà,” scrive, “riecheggia lungo tutto Freedom. Essa perseguita i suoi personaggi, emergendo anche da osservazioni casuali, nei testi delle canzoni, scritta sui muri”. In un’intervista per questo articolo, Franzen ha detto a Grossman: “Mi sembra che se vogliamo elevare la libertà al principio che definisce ciò che noi consideriamo cultura e nazione, dovremmo guardare attentamente a ciò che la libertà comporta nella pratica”. Commenta Grossman: “La cosa strana della libertà in Freedo è che ciò che non porta è la felicità”.

“Per i personaggi di Franzen”, annota, “troppa libertà è una cosa vuota, pericolosamente entropica. Dopo tutto, le società che producono energia sono libere di saccheggiare e avvelenare la terra che nutre il parulide (un uccello: Franzen è un bird watcher come Walter, il suo personaggio principale). Se Patty (la moglie di Walter, descritta come una “mamma scontenta dei sobborghi”) e Walter divorziassero, sarebbero liberi, ma è una libertà per evitare la quale farebbero qualunque cosa, o quasi.



Quando si sente proprio a terra, Patty riflette sul fatto che “per tutti i giorni, ogni giorno, ha dovuto inventarsi un modo di vita soddisfacente e rispettabile, eppure pare che tutto quello che ha potuto ottenere da tutte le sue scelte e da tutta la sua libertà sia più triste”. E nessuno è più libero di una persona senza convinzioni morali: “Uno dei modi per rinunciare alla libertà è in effetti avere delle convinzioni”, ha dichiarato Franzen a Grossman. “Un altro modo di cedere libertà è di passare molto tempo comportandosi secondo queste convinzioni,”



Riferendosi a una discussione sul suo ultimo romanzo tra Franzen e una personalità televisiva come Oprah Winfrey , Grossman pronostica: “Questa idea potrebbe procurare a Franzen un altro attacco dall’America profonda, qualcosa tipo ‘lo scrittore che odia Oprah adesso ci dice che la libertà è sopravalutata’, ma ciò non solo è vero, è decisamente importante. C’è qualcosa oltre la libertà di cui hanno bisogno le persone: lavoro, amore, credere in qualcosa, impegno in qualcosa. La libertà non è sufficiente. Quello che importa è ciò che si fa con la libertà, e che cosa si lascia per essa”.


A quanto sembra, Franzen ha descritto perfettamente il conflitto americano tra libertà e verità. L’America concepisce la libertà come la possibilità di fare tutto ciò che si vuole. In questa concezione, la verità non è ciò che esiste indipendentemente da noi, la verità non è ciò che è, bensì ciò che può essere. Tutto questo è esattamente l’opposto di come la fede cristiana concepisce la verità e la libertà, cioè che è la verità che ci fa liberi, e felici.



Ho scritto questo articolo nel giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Verità e libertà si uniscono perfettamente nel suo fiat. È questa l’esperienza che i cattolici possono apportare alla formazione di una cultura americana.


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