domenica 3 luglio 2011

SCEGLIERE DI ESSERE VERI O FARSI SCEGLIERE DAGLI ALTRI ?

Scrive al Foglio un ginecologo: ” Recentemente ho assistito con dolore alla eliminazione di un bimbo di 20 settimane il cui solo torto era di essere affetto da labiopalatischisi, una malformazione che un intervento chirurgico avrebbe corretto del tutto dopo la nascita. Così per i Klinefelter o i down, nei confronti dei quali è in atto un vero e proprio genocidio”.



NOI SI PROPRIO CIASCUNO DI NOI COSA VUOLE VIVERE?E' PREFERIBILE VIVERE UNA REALTA' MANCANTE DI PEZZI O LA TOTALITA'?NEL REALE COME CI MUOVIAMO PERCHE' CIO' POSSA ACCADERE?


Michael Bèrubè, docente universitario americano, ha scritto un libro bello e commovente, “Life as we know it”, in cui parla di suo figlio Jamie, down - e dice “down, non sbagliato” - e di come tutto questo ha cambiato la sua vita e quella della moglie Janet.
Liberal, favorevole all’aborto legalizzato, Bèrubè ha rotto con la cultura progressista da quando ha deciso di non uccidere suo figlio, ma di accoglierlo e amarlo e aggiunge “Sono arrivato alla conclusione che la nostra paura del ritardo mentale è del tutto sproporzionata e che milioni di persone mentalmente ritardate possono vivere felicemente, forse di più di coloro che vivono una esistenza normale”.



Certo per pensarla così bisogna essere persone veramente libere, libere dai falsi bisogni indotti dalla moderna società dei consumi, dalle mille sovrastrutture mentali che sono impalcature intorno al nostro cervello e guidano le nostre scelte secondo le mode o ciò che la maggioranza ritiene politicamente corretto.
Sono scelte coraggiose perchè controcorrente e soprattutto aperte alla speranza e chiuse all’egoismo. La nostra libertà è questa: scegliere di essere veri, di essere proprio noi, oppure farsi scegliere dagli altri, dalle proprie paure e debolezze.
Un altro intellettuale americano, Arthur Miller, un’altra risposta “Non mi riguarda”, di fronte al figlio down nato dalla sua unione con la fotografa Inge Morath e rinchiuso dal padre in un istituto. Due persone, due scelte diametralmente opposte. Quella di Miller del tutto corretta, secondo i parametri attuali. La prima, una scelta difficile, solitaria, contro ogni falso moralismo, ma che ha arricchito la vita, le ha dato il coraggio di rispondere alla morte.


Dovrebbe essere un esempio su cui riflettere, ma oggi la gioiosa macchina da guerra progressista è ormai in moto e gli interessi che sono dietro a pratiche come l’aborto e l’eutanasia non tollerano critiche né ostacoli.
Si parla di “salute riproduttiva”, nuovo dogma e termine asettico, perchè “eugenetica” fa ancora paura, ricorda troppo la Rupe Tarpea, lager e gulag e i laboratori dove i dottor Faust sono all’opera da tempo. Così le grandi organizzazioni private che gestiscono le cliniche abortiste possono aumentare il fatturato senza tanti fastidi.
Una è la “Federazione Internazionale di pianificazione familiare”, una ong (sic) presente in 180 nazioni, che lavora in stretta collaborazione con varie agenzie dell’ONU. Le sue cliniche sono 58.000, ma è molto interessante, anzi illuminante, la sua storia dato che nasce da una federazione di alcune associazioni di stampo eugenista in cui l’affiliata inglese ha sede nel quartier generale della Società Eugenetica e tra i suoi sostenitori c’è quella Marie Stopes, fondatrice della ” Società per il controllo costruttivo delle nascite e il progresso razziale”. L’affiliata tedesca ebbe come presidente Hans Harmsen che nel 1931 aveva elaborato un progetto di politica della popolazione che sarebbe divenuto la base teorica della politica razziale della Germania nazista.
In Olanda, il capogruppo del partito Liberale olandese Mark Rutte è molto preoccupato: è giusto promuovere le cure palliative se il risultato potrebbe essere una diminuizione del ricorso all’eutanasia? E il suo connazionale, Eduard Verhagen, si dice felice di poter “addormentare” i bambini che nascono handicappati…la morte bambina, la chiamano.
Scrive al Foglio un ginecologo: ” Recentemente ho assistito con dolore alla eliminazione di un bimbo di 20 settimane il cui solo torto era di essere affetto da labiopalatischisi, una malformazione che un intervento chirurgico avrebbe corretto del tutto dopo la nascita. Così per i Klinefelter o i down, nei confronti dei quali è in atto un vero e proprio genocidio”.
Un’eugenetica strisciante di aborti, decisi per non fare nascere bambini con malformazioni anche minori, curabili con la chirurgia. I dati della South West Anomaly Register per gli anni 2002/2005 parlano di oltre 50 bambini mai nati perchè avrebbero avuto il cosidetto “piede equino” e di altri 37 soppressi per avere il labbro leporino ( Times 21.10.2007).
In Italia, Umberto Veronesi (candidato del PD) nel suo “Libertà della vita” ci informa che “dopo aver generato i doverosi figli e averli allevati il suo compito è finito, occupa spazio destinato ad altri”, per cui “bisognerebbe che le persone a 50 o 60 anni sparissero” ( pag 39 ). Lui che ne ha 83, di grazia, perchè allora è ancora tra noi ?
Questo ci riserva il futuro, e da questo domani bello e salutista, non si salverà nessuno, i down e tutti gli altri bambini abortiti non sono altro che le avanguardie, dopo toccherà a noi, al primo doloretto o al primo capello bianco…
E poi devo ancora spiegare perchè voterò la lista di Ferrara…
P.S. L’art 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che recita ” Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” dovrebbe essere così modificata ” Tutti gli esseri umani nascono, quando ci riescono, liberi ed eguali in dignità e diritti e li mantengono finché sono in buona salute”
Flora

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