E tristi quegli adulti che guardandoli non si ricordano – in questo maggio ferito da crisi e violenze – della loro prima comunione. Che non è solo un rito, non è solo una festa. È il gesto decisivo della intera esistenza. Più di tanti altri che ora sembrano, sui media, i gesti necessari, i gesti per vivere bene, o per scampare da vari tipi di crisi. Vedendo ora i nostri figli e questi bambini chiari come il vento, noi adulti ci si ricordi di che nutrimento abbiamo scelto per la nostra vita, e per quella dei nostri bambini.
Se la vanità, l’oro che arrugginisce nei cuori, le chiacchiere inconsistenti delle ideologie e delle mode. O il corpo di Dio.
DAVIDE RONDONI
Avvenire 24 maggio 2009
I n queste domeniche c’è un appuntamento che coinvolge migliaia e migliaia di italiani. Ma non ne troverete traccia nei media. Ci sarà un appuntamento importantissimo. Un vero evento, che batte per profondità, per vastità e per numero di persone coinvolte ogni altro evento o supposto evento di cui le cronache si riempiono. Che batte ogni piazza riempita da show di vario genere. Che batte ogni comizio. Che coinvolge più di ogni campionato. Ma non ne parlano i giornali. Perché, si sa, i giornali e le tv parlano solo di una parte di realtà. Della realtà che interessa a coloro che comandano e fanno le tv e i giornali. E della realtà che (sempre loro) pensano interessi agli altri. Insomma sta succedendo una cosa che coinvolge un sacco di gente, un sacco di famiglie, un evento che ha perfino, per così dire, un bell’impatto economico. Ma non ne parlano i media. Ne parlano molto le persone. Anche i bambini. Fervono i preparativi, come si dice. Intendo le prime comunioni. Appuntamenti delle domeniche di maggio in ogni città e in ogni borgo d’Italia. Evento che muove i cuori e le azioni di centinaia di migliaia di italiani in questi giorni. Di chi è genitore, e di chi è parente. E di chi è amico. Di chi è catechista. E di chi è parroco. Un sacco di gente, davvero. Ma di cui non troverete traccia sui media.
Non troverete traccia nemmeno dei protagonisti, tutti questi piccoli bellissimi nei loro otto, nove anni. Tutti questi bambini non più piccoli, già ragazzini. Che – ecco l’evento – mangeranno Gesù. Un evento che potrebbe fare notizia,
effettivamente. Il corpo di un Uomo viene mangiato, ingoiato, e custodito nel petto di migliaia di piccoli italiani. Di ragazzini che per la prima volta compiranno il gesto estremo di prendere in bocca il corpo di Cristo. Quel corpo sacrificato per la vita. Il corpo che dà la vita. Lo prenderanno tra le labbra avendo fame di vita.
Rappresenteranno, per questo desiderio, l’Italia intera. L’Italia che ha fame di pane, e fame di vita. Che ha fame di senso per l’esistenza. Fame che torce il viso, che sfigura l’Italia. Che la rende fragile, smarrita. Questi ragazzini mangeranno Gesù, lo prenderanno dentro di loro come l’unico pane che toglie la fame. Perché è la carne del Risorto e noi abbiamo fame di Resurrezione. Suprema spiritualità e suprema materialità del cristianesimo. Antica e futura originalità.
Questi ragazzini faranno quello che desideriamo tutti: mischiare al nostro corpo e alla nostra vita la Resurrezione. E tessere la nostra vita con l’energia che viene dall’Amore. Anche se i media non ce li fanno vedere, sarebbe giusto guardare tutti questi nostri piccoli che fanno la prima comunione. Correndo, volando per strade e vicoli, in case e piccoli o grandi ritrovi. Nei loro vestiti, simpatici, eleganti e a volte bizzarri, ma tutti messi con il garbo di chi si prepara a incontrare un grande Ospite. Guai ai genitori e ai catechisti che non fanno percepire ai loro piccoli cosa sta succedendo.
E tristi quegli adulti che guardandoli non si ricordano – in questo maggio ferito da crisi e violenze – della loro prima comunione. Che non è solo un rito, non è solo una festa. È il gesto decisivo della intera esistenza. Più di tanti altri che ora sembrano, sui media, i gesti necessari, i gesti per vivere bene, o per scampare da vari tipi di crisi. Vedendo ora i nostri figli e questi bambini chiari come il vento, noi adulti ci si ricordi di che nutrimento abbiamo scelto per la nostra vita, e per quella dei nostri bambini.
Se la vanità, l’oro che arrugginisce nei cuori, le chiacchiere inconsistenti delle ideologie e delle mode. O il corpo di Dio.
1 commento:
Grazie del tuo spazio, delle tue considerazioni. Mi fanno un gran bene come prete che cerca di fare qualche cosa di buono per la sua gente!
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