.....«Direi che una chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata. Perché la chiesa non lavora per se, non lavora per aumentare i propri numeri, così il proprio potere. La chiesa è al servizio di un Altro, serve non per se, per essere un corpo forte, ma serve per rendere accessibile l’annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità, le grandi forze di amore di riconciliazione che è apparso in questa figura e che viene sempre dalla presenza di Gesù Cristo. In questo senso la chiesa non cerca la propria attrattività ma deve essere trasparente per Gesù Cristo.......
“Sui casi di pedofilia Chiesa non ha vigilato“ giovedì 16 settembre 2010
Trascrizione integrale del dialogo del Papa con i giornalisti sull’aereo
di Andrea Tornielli
Edimburgo – Ci sono state polemiche durante la preparazione del viaggio, la Gran Bretagna è stata presentata come un Paese anticattolico. Lei è preoccupato?
«Devo dire che non sono preoccupato perché quando sono stato in Francia è stato detto che era quello il paese più anticlericale, con forte correnti anticlericali e con un numero minimo di fedeli quando sono andato nella repubblica ceca è stato detto che quello che sarebbe il paese più antireligioso d’Europa e anche anticlericali. Così tutti i paesi occidentali secondo la propria storia, hanno molte correnti anticlericali e anticattoliche ma hanno anche sempre una presenza forte di fede. Così in Francia e nella Repubblica Ceca ho visto e vissuto una calorosa accoglienza da parte della comunità cattolica, una forte attenzione da parte di agnostici che tuttavia sono in ricerca, vogliono conoscere e trovare i valori che portano avanti l’umanità, e sono stati molto attenti se potrebbero sentire da me qualcosa anche in questo senso. E la tolleranza e il rispetto di quanti sono anticattolici. Attualmente la GB ha una sua propria storia di anticattolicesimo, questo è ovvio, ma è anche un paese con una su storia di tolleranza. Io sono sicuro che da una parte sarà un’accoglienza positiva dai cattolici e dai credenti, generalmente, attenzione da quanti cercano come andare avanti in questo nostro tempo e rispetto e tolleranza reciproca dove c’è un anticattolicesimo. Vado avanti con grande coraggio e con gioia».
Il Regno Unito, come molti altri Paesi occidentali, è considerato un Paese secolare, con un forte movimento di atesimo anche con motivazioni culturali, tuttavia vi sono anche segni che la fede religiosa, in particolare in Gesù Cristo, è tuttora viva a livello personale. Che cosa può significare questo per cattolici e anglican. Si può fare qualcosa per rendere la Chiesa come istituzione anche più credibile e attrattiva per tutti?
«Direi che una chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata. Perché la chiesa non lavora per se, non lavora per aumentare i propri numeri, così il proprio potere. La chiesa è al servizio di un Altro, serve non per se, per essere un corpo forte, ma serve per rendere accessibile l’annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità, le grandi forze di amore di riconciliazione che è apparso in questa figura e che viene sempre dalla presenza di Gesù Cristo. In questo senso la chiesa non cerca la propria attrattività ma deve essere trasparente per Gesù Cristo. E nella misura nella quale non sta per se stesso, come corpo forte e potente nel mondo, ma si fa semplicemente voce di un altro, diventa realmente trasparenza per la grande figura di Cristo e le grandi verità che ha portato nell’umanità, la forza dell’amore, in questo momento si ascolta si accetta la chiesa non dovrebbe considerare se stessa ma aiutare a considerare l’Altro, e essa stessa vedere e parlare di un Altro. In questo senso mi sembra anche che anglicani e cattolici hanno il semplice, lo stesso compito, la stessa direzione da prendere. Se anglicani e cattolici vedono ambedue che non servono per se stessi ma sono strumenti per Cristo,. Amico dello sposo, come dice san giovanni, se ambedue seguono la priorità di Cristo e non di se stessi, vengono anche insieme. Perché in quel tempo la priorità di Cristo li accomuna e non sono più concorrenti, ognuno cerca il maggiore numero, ma sono congiunti nell’impegno per la verità di Cristo in questo mondo, e così si trovano anche reciprocamente in un vero e fecondo ecumenismo».
Com’è noto e come è stato messo in luce anche da recenti sondaggi, lo scandalo degli abusi sessuali ha scosso la fiducia dei fedeli nella Chiesa. Come pensa di poter cotribuire a ristabilire questa fiducia?
“Innanzitutto devo dire che queste rivelazioni sono state per me uno shock sono una grande tristezza è difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale era possibile. Il sacerdote nel momento dell’ordinazione, preparato per anni a questo momento dice si a Cristo di farsi la sua voce, la sua bocca, la sua mano e servire con tutta l’esistenza perché il buon pastore che ama che aiuta e guida alla verità sia presente nel mondo. Come un uomo che ha fatto e detto questo possa poi cadere in questa perversione è difficile capire, è una grande tristezza, una grande tristezza anche che la autorità della chiesa non era sufficientemente vigilante e non sufficientemente veloce, decisa nel prendere le misure necessarie. Per tutto questo siamo in un momento di penitenza di umiltà di rinnovata sincerità, come ho scritto ai vescovi irlandesi. Mi sembra dobbiamo adesso realizzare proprio un tempo di penitenza, un tempo di umiltà e rinnovare, e reimparare l’assoluta sincerità. Quanto alle vittime direi tre cose sono importanti. Primo interesse sono le vittime, come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo. L’impegno per le vittime è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici e spirituali. Secondo è il problema delle persone colpevoli: la giusta pena escluderli da ogni possibilità di accesso ai giovani, perché sappiamo che questa è una malattia che la libera volontà non funziona ove c’è questa malattia quindi dobbiamo proteggere queste persone contro se stesse, e trovare il modo di aiutarle e proteggerle da se stesse ed escluderle da ogni accesso ai giovani. E il terzo punto è la prevenzione e l’educazione nella scelta dei candidati al sacerdozio. Essere così attenti che secondo le possibilità umane si esclude futuri casi. Vorrei in questo momento anche ringraziare l’episcopato britannico per la sua attenzione e collaborazione sia con la sede di san pietro sia con le istanze pubbliche e l’attenzione per le vittime e per il diritto. L’episcopato britanico ha fatto e fa un grande lavoro quindi sono molto grato.”
Santità, la figura del cardinale Newman è molto significativa per lei. E per il cardinale Newman lei fa l’eccezione di presiederne la beatificazione. Pensa che il suo ricordo possa aiutare a superare le divisioni tra anglicani e cattolici, E quali sono gli aspetti della sua personalità su cui desidera mettere l’accento più forte?
“Newman è soprattutto da una parte un uomo moderno che ha vissuto tutto il problema della modernità, che ha vissuto anche il problema dell’agnosticismo il problema dell’impossibilità di conoscere Dio, di credere. Un uomo che era in tutta la sua vita in cammino, di lasciarsi trasformare dalla verità in una ricerca di grande sincerità e di grande disponibilità di conoscere e di trovare e di accettare la strada che da la vera vita, questa modernità interiore della sua vita implica la modernità della sua fede. Non è una fede in formule del tempo passato ma una fede personalissima, vissuta sofferta, trovata in un lungo cammino di rinnovamento e di conversioni. E’ un uomo di grande cultura che da una parte partecipa nella nostra cultura scettica di oggi possiamo capire qualcosa di certo sulla verità dell’uomo di essere o no e come possiamo arrivare alle convergenza delle verosimilità. Un uomo con una grande cultura della conoscenza dei padri della chiesa, ha studiato e rinnovato la genesi e il dono della fede riconosciuta così la figura essenzialmente interiore. E’ un uomo di una grande spiritualità di un grande umanesimo, un uomo di preghiera, di una relazione profonda con Dio e di una relazione propria perciò anche di una relazione profonda con gli uomini del suo tempo. Direi quindi tre elementi: modernità della sua esistenza con tutti i dubbie e i problemi del nostro essere di oggi, cultura grande, conoscenza dei grandi tesori della cultura dell’umanità e disponibilità di ricerca permanente di rinnovamento permanente e spiritualità, vita spirituale con Dio danno a questo un uomo un eccezionale grandezza nel nostro tempo è una figura di dottore della chiesa per noi e per tutti e un ponte tra anglicani e cattolici”.
La sua è una visita di Stato. C’è sintonia con le autorità inglesi nell’affrontare le grandi sfide attuali?
“Sono molto grato a sua maestà la Regina Elisabetta II che voleva dare a questa visita il rango di visita di stato, che sa esprimere il carattere pubblico questa visita e anche la responsabilità comune della politica e della religione per il futuro del continente e per il futuro anche dell’umanità. La grande comune responsabilità perché i valori che creano giustizia e politica e che vengano dalla religione siano insieme, in cammino nel nostro tempo. Attualmente di qeusto fatto che giuridicamente è una visita di Stato non rende la mia visita un fatto politico perché se il Papa fa un capo di Stato questo è solo uno strumento per garantire l’indipendenza del suo annuncio e il carattere pubblico del suo lavoro di pastore. In questo senso anche la visita di stato rimane sostanzialmente ed essenzialmente una visita pastorale, cioè una visita nella responsabilità della fede nella quale il sommo pontefice il Papa esiste e naturalmente il centro dell’attenzione questa visita di stato proprio le coincidenze tra l’interesse della politica e della religione. La politica sostanzialmente è creata per garantire giustizia, la giustizia e la libertà, giustizia è una valore morale, religioso e così l’annuncio della fede si collega nel punto giustizia alla politica e qui nascono anche gli interessi comuni. La GB ha una grande esperienza e una grande attività nella lotta contro il male di questo tempo, la miseria, la povertà, le malattie la droga e tutte queste lotte contro la miserie, le povertà la schiavitù dell’uomo sono anche scopi della fede perché sono scopi dell’umanizzazione dell’uomo perché sia restituito all’immagine di Dio contro la le distruzioni e le devastazioni. Il secondo compito comune è l’impegno per la pace nel mondo e la capacità di vivere la pace, l’educazione alla pace. Creare le virtù che vedono l’uomo capace di pace. E finalmente l’elemento essenziale della pace è il dialogo delle religioni, tolleranza, apertura dell’uomo e dell’altro e questo anche con un profondo scopo sia della Bretagna sia della fede cattolica di aprire il cuore, di aprire al dialogo, di aprire così alla verità, al cammino comune dell’umanità e alla ritrovata dei valori che sono fondamento del nostro umanesimo”.
Nessun commento:
Posta un commento