La proposta di costruire un Centro islamico con una Moschea a Ground Zero ha offeso molti americani e ha generato un pubblico dibattito sull’“islamofobia” in America. Questi fatti ci spingono ad affermare quanto segue:
1. Percepiamo una crescente tendenza a manipolare le circostanze utilizzandole come pretesti per creare un’eccitazione collettiva che spinga la gente a prendere posizione fra due posizioni ideologiche preconfezionate. Ci rifiutiamo di entrare in una discussione sul costruire o meno una Moschea a Ground Zero. La realtà dell’Islam in America pone delle domande che vanno molto più a fondo della costruzione di una Moschea. In particolare, una questione critica e aperta riguarda il modo in cui la cultura contemporanea americana si pone nei confronti del senso religioso dell’uomo.
2. Molti appartenenti all’élite culturale, e molti fra quanti reggono le leve del potere nella nostra nazione, hanno abbandonato la tradizione religiosa che permeava la vita della grande maggioranza dei loro antenati: il Cristianesimo. Lo hanno ridotto a un codice morale o a un vago mito, collegato a un uomo morto da più di duemila anni. In contrapposizione, hanno aderito a uno sguardo “scientifico” sulla vita umana. Ma la scienza non dà risposte a quelle domande che continuamente pungono il cuore dell’uomo, come il problema della giustizia, il significato della vita umana, o i problemi della sofferenza e del male. Di fatto, la scienza tende a soffocarli. Così la cultura americana contemporanea si trova debole e terribilmente incerta davanti a qualsiasi risposta alle domande ultime e ai desideri più profondi dell’uomo.
3. Proprio due settimane fa abbiamo ricordato il centesimo anniversario della nascita di Madre Teresa di Calcutta. Se guardiamo a lei, vediamo una persona risplendente, sovraccarica di amore verso tutti, in particolare verso gli stranieri di religioni diverse. La sua umanità ha toccato tutti: credenti e atei, musulmani e indù, ricchi e poveri. La vita di Madre Teresa invita tutti coloro che cercano la verità ad aprire i loro cuori e la loro mente e a volgere uno sguardo aperto al Cristianesimo.
4. Per dei cristiani seri, la sfida dell’Islam, l’abbandono del Cristianesimo su vasta scala, il vuoto della cultura dominante, la testimonianza di Madre Teresa, sono tutti segni che evidenziano il bisogno urgente di conversione. Papa Benedetto XVI di recente ha dichiarato che “la conversione […] non è una semplice decisione morale, che rettifica la nostra condotta di vita, ma è una scelta di fede, che ci coinvolge interamente nella comunione intima con la persona viva e concreta di Gesù”. Il Papa ci pone di fronte alla radicale differenza tra il Cristianesimo e l’Islam: una religione fonda la sua risposta al senso religioso dell’uomo su un messaggio consegnatoci 1.400 anni fa; l’altra offre l’esperienza di un Uomo che è morto ma è vivo e presente in mezzo a noi oggi. Come ha recentemente affermato don Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, il messaggio di Gesù e perfino tutti i miracoli da Lui compiuti non bastavano a vincere la tristezza dei discepoli sulla via di Emmaus: solo la Sua presenza poteva infiammare di nuovo i loro cuori.
5. Noi non siamo islamofobi, e neppure abbiamo paura del nostro mondo post-moderno. Al contrario, invitiamo tutti a volgere lo sguardo a Madre Teresa e all’Uomo al quale lei ha donato la vita. Nella Sua persona, presente oggi fra noi, tutti possiamo trovare la Verità che sola può darci la libertà che l’America promette.
Comunione e Liberazione
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