Cara Tiziana
Siamo stati insieme a Fabio Cavallari a Udine Trieste Pordenone e Siena per la presentazione del libro VIVI.
Si è parlato anche di Giovanni e abbiamo parlato molto di voi con Fabio.E' stata un'esperienza molto bella che ci ha consentito di testimoniare il Mistero che ci interpella quotidianamente attraverso i nostri bambini.
Ti invio la locandina per la presentazione del libro che terremo in terra belga il 10 febbraio prossimo.Ti abbraccio con tantissimo affetto. Un saluto particolare a Giovanni
Mariangela
GRAZIE MARIANGELA UN BACIONE A GIULIA.
Un libro per essere tale deve percorrere i passi dei suoi protagonisti, entrare in connessione sentimentale con il soggetto che vuole raccontare. Così, come nei passi del viandante, Fabio Cavallari sta portando la sua ultima pubblicazione “Vivi – Storie di uomini e donne più forti della malattia”, (Edizioni Lindau) nelle città e dentro il popolo della penisola italica. Un viaggio dove speranza e fatica si fondono dentro le narrazioni raccolte.
L’autore racconta le storie di otto persone affette da rare malattie genetiche o stati estremamente invalidanti, con lo scopo di portare avanti una battaglia per il diritto alla cura contro quella che si potrebbe definire la prassi dell’abbandono. Sono migliaia i cittadini che ogni giorno, nonostante malattie rare, patologie sconosciute, chiedono attenzione dalle istituzioni. Spesso pretendono semplicemente un pieno diritto di cittadinanza. I malati non vogliono vedere i propri familiari diventare dei martiri, non vogliono pesare sulla sofferenza dei propri cari; attendono spesso un segno, un gesto di comprensione.
Chi vuol vivere non fa notizia, non riempie le pagine dei giornali ma esiste, è presente, chiede attenzione, il rispetto della propria individualità. Dentro l’esperienza quotidiana, faticosa, dolente, talvolta amara, c’è la voglia di onorare il senso stesso dell’esistenza. Ognuno con una modalità differente, con il portato che la propria storia personale ha generato. A governare ogni esperienza, a sostenere ogni lotta, l’unico antidoto: il pensiero affettivo. La parola speranza finisce di essere una chimera solo quando accanto alla persona e alla famiglia coinvolta, una compagnia riesce a farsi carico della fatica, quando una rete di amicizia si palesa dentro il vissuto del sofferente, del disabile, di colui che non può autonomamente parlare o muoversi.
Così, dopo Roma, Cagliari, Milano, Bologna, Udine e tante altre città italiane “Vivi” approda, il 10 febbraio anche a Bruxelles , città dove vivono per lavoro, i genitori di Giulia, una delle protagoniste del libro. Un’altra pagina, quella della piccola, che merita una narrazione particolare, uno sguardo attento e sincero. Giulia, affetta da una seria anomalia celebrale, secondo una certa cultura dominante, non sarebbe dovuta neppure nascere, eppure oggi, sconfessando ogni letteratura medica, manifesta la sua presenza con gioia e tenacia. Un’altra storia, un altro ventaglio di riflessioni che attraverso di lei consentono di aprire un varco sul mondo della disabilità e dell’integrazione.
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