sabato 17 settembre 2011

VITTORINO SCRIVE

Cara Tiziana
 riguardo al tuo desiderio di mamma e al tuo sfogo ,immagino per la difficoltà di 'integrare a scuola' Giovannisono d'accordo con te sul fatto che non esistono i disabili, ma Giovanni , Emanuele , andrea ecc. e quindi ogni integrazione deve essere personalizzata altrimenti non è integrazione vera.Sul tuo rammarico che la legge 104 siano a volte solo belle parole posso essere d'accordo, ma il punto come poi prosegui è un altro .Non basta lamentarsi occorre costruire, magari col cuore sanguinante, ma costruire . E allora dialoghiamo a oltranza con tutti , dai dirigenti scolastici ai 'bidelli' dagli insegnanti di sostegno agli assistenti sociali ecc.Dialoghiamo anche per far capire che la presenza dei disabili è una ricchezza per tutti oltre che una fatica e che se un ragazzo incontra qualcuno che gli fa capire questo valore, avrà più attenzione per tutti e magari non tirerà i sassi come dice lo scritto precedente al tuo... non c'è peggior sordo...Solo in un incontro vero tra abili e disabili, tra genitori e maestri , tra insegnanti e ragazzii 'discoli' si può costruire , non nascondendo le difficoltà ma affrontandole con verità e carità.Ciao Vittorino

 Carissimo Vittorino
 grazie per aver risposto.Mi dispiace che tu possa pensare che possa essere un lamento.La difficolta' o meglio le difficolta' che stiamo incontrando erano da me attese perche' si ripresentano ogni anno.Quest'anno Giovanni compie 14 anni ha ancora 4 anni per poter lavorare all'interno della scuola poi c'e' il niente.Sono stati anni di lotta costante tesa alla collaborazione e al buon andamento.Abbiamo accettato tutti i consigli e le prove proposte da chi si ritiene esperto.Siamo arrivati ad avere Giovanni che ci vomitava 20 volte al giorno prima di arrivare a comprendere che ci urlava il suo disagio e che non aveva nulla di patologico.Ho compreso negli anni che il lavoro per l'inserimento e' per lui come certamente per tutti indispensabile.Il desiderio di costruire prevale in me certamente piu' di quello che chiami sentimento di lamentazione.Giovanni ha anche la fortuna di essere voluto bene da molti compagni e in questi anni e' riuscito,accompagnato dalla sua assistente ad instaurare anche dei bei rapporti di amicizia nonostante non utilizzi il canale della parola.Se prima di noi non ci fossero stati genitori capaci di lavorare per aprire la strada all'accoglienza dei nostri figli chissa' ora cosaavrebbero dovuto vivere i nostri figli.Abbiamo il dovere civile di lavorare per il benessere di tutti.Se ciascuno cerca di risolvere solo il suo problema senza metterlo in comune rischia davvero di cadere nella lamentazione.Tutti abbiamo bisogno di tutti e cominciare a cercare di far conoscere le proprie fatiche agli altri apre le premesse per suscitare il desiderio nelle persone di  un mutuo aiuto.Ciao Tiziana

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