Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
sabato 18 giugno 2011
NOTIZIE DI ALTRI TEMPI NEL NOSTRO QUOTIDIANO
La maestra che ospita i fratellini dimenticati
Rimasti soli all'asilo, lei li porta a casa sua
di Isabella Bossi Fedrigotti
Tratto da Il Corriere della Sera del 16 giugno 2011
Esistono ancora le maestre da libro Cuore. Lo si è visto a Milano, scuola materna di via Crescenzago. La vicenda è finita sul giornale, un po’ un’eccezione visto che di solito vi finiscono le maestre sorprese a picchiare i bambini, a rinchiuderli dentro uno sgabuzzino buio, a obbligarli a mangiare il cibo vomitato
.
Ciononostante sappiamo benissimo tutti quanti che per ogni maestra che ha sbagliato professione ce ne sono centinaia, anzi migliaia di perfettamente irreprensibili, appassionate del loro lavoro e infinitamente pazienti con i loro alunni. In aggiunta, ci sono poi quelle speciali, forse non innumerevoli ma di certo in numero ampiamente sufficiente per azzerare le poche indegne: ed è giusto che anch’esse finiscano nelle cronache — stavolta bianche — dei giornali.
Di questa maestra in particolare non si sa il nome ma non importa: basta sapere che ci sia. A fine orario, anzi, quaranta minuti oltre la fine dell’orario, poco prima delle sette, si è ritrovata in classe con due bambini, un maschio di cinque e una femmina di sei, fratello e sorella, ecuadoriani, che nessuno era venuto a ritirare: scordati dai genitori, per fortuna all’asilo e non in automobile, come sappiamo che di recente è accaduto più di una volta. Non le è restato che avvisare la polizia che in casa dei bambini ha soltanto trovato un altro fratellino appena un po’ più grande dei due bambini dimenticati e nessuna traccia del padre, della madre o di altro parente o adulto affidatario; nessuna traccia del papà nemmeno sul suo posto di lavoro, un ristorante che a quell’ora aveva la serranda abbassata.
Nel frattempo si era fatto tardi, ora di cena e di sonno per i bambini, ancora lì in attesa in classe, assieme alla maestra. Maestra che, di fronte alle ricerche a vuoto dei poliziotti, di fronte al loro non sapere che pesci pigliare — a chi affidare i due piccoli e dove trovare per loro un ricovero per la notte? — ha fatto quello che fanno le brave insegnanti, più che altro, però, appunto nel libro Cuore : si è portata a casa i due dimenticati, li ha fatti cenare e poi li ha messi a letto dove hanno dormito fino all’indomani, quando il padre, fortunatamente, si è ripresentato.
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