Il gesto del pellegrinaggio ci sfida ancora oggi con una domanda: di che cosa ho ultimamente bisogno nella vita? Tutta la strada che Carron ci sta invitando a fare con il lavoro di scuola di comunità è affinchè si chiarisca la confusione che oggi ci troviamo addosso nella percezione dei nostri desideri ultimi, dei nostri veri bisogni. Questa è l’origine delle difficoltà e della fatica da cui siamo appesantiti nella realtà quotidiana: non sappiamo chi siamo! Ecco che allora un gesto come quello del pellegrinaggio si situa a questo livello qui e ci ripropone la domanda: tu di che cosa hai bisogno? Di che cosa hai bisogno per vivere? Di che cosa hai bisogno per camminare? Chi e che cosa ti permette di respirare nella vita? Queste sono le domande radicali che un gesto di tali dimensioni suscita. Non possiamo partire per un meccanismo, non possiamo camminare 30 km in silenzio per un sentimento se non tradendo, soffocando questo impeto, questa domanda di significato che viene fuori.
Occorre un giudizio.
Io parto perchè ho sperimentato che solo da quello sguardo lì sono salvato, che un giorno dimentico di Lui, è un giorno perso. Senza Uno che mi abbraccia così come sono ORA io non posso camminare, non posso studiare, non posso amare. Ecco allora che scopro che non è il pellegrinaggio ad aver bisogno di me con il servizio d’ordine, ma io ad aver bisogno del pellegrinaggio, ad aver bisogno di quella Presenza lì, di quel popolo silenzioso e commosso che mi accompagna a Loreto. Da amico, vi invito quindi a prendere sul serio questa domanda: oggi chi e che cosa può farmi felice? Solo la risposta leale a questa domanda chiarisce le ragioni adeguate di un gesto del genere e danno la forza di abbracciarlo totalmente.
Nessun commento:
Posta un commento