Personalmente, amo ripetere che io sono una persona con 'due occhi', guardo la realtà con l'occhio della scienza e con quello della fede, e con questa visione binoculare posso vedere meglio e più in profondità rispetto all'avere un occhio solo. Scienza e religione si completano a vicenda, sono amiche e non avversarie perchè entrambe si preoccupano di cercare la verità».
«Né creazionista né scientista»: parla il grande studioso inglese John Polkinghorne • «La fede e la scienza sono due occhi sul mondo, si completano a vicenda. Per questo l’ateo Dawkins sbaglia»di Lorenzo Fazzini
Tratto da Avvenire del 2 aprile 2008
Il creazionismo? «Sbagliato sia scientificamente che teologicamente». Richard Dawkins? «Potente nelle sue affermazioni anti-religiose, ma debole nell'argomentarle», mentre l'uomo di scienza sa che la fede è «un altro occhio» che permette di comprendere meglio la realtà. Ne è convinto, con un fare non grettamente difensivista ma con lucida e convincente persuasione, John Polkinghorne, già professore di matematica a Cambridge e ex presidente del Queen's College.
Classe 1930, reverendo anglicano, allievo del grande scienziato Paul Dirac a Cambridge, dal 1997 membro della Royal Society, Polkinghorne rappresenta un autorevole protagonista del dibattito scientifico contemporaneo, come testimonia il suo Science and Theology del 1998: nel 2002 è stato insignito del Templeton Prize. La sua ultima fatica comparsa in italiano, Teoria dei quanti (Codice Edizioni, pagine 130, euro 10), è un volumetto in cui si dà conto della rivoluzione intellettuale operata dalla teoria sostenuta dalla celebre Conferenza Solvay del 1927. Di lui in Italia è uscito anche il volume Quark, caos e cristianesimo, edito da Claudiana.
Professor Polckinghorne, la teoria creazionista sta approdando anche in Gran Bretagna: come valuta questa visione sull'origine della vita?
«Il creazionismo porta avanti il convincimento che il racconto del primo capitolo di Genesi risponde a domande scientifiche e viene spesso adottato per rafforzare la tesi che la terra non ha più di 10 mila anni di vita. Personalmente, sono un po'avvilito dall'eventualità che questa idea prenda piede in Gran Bretagna perché si tratta di un errore sia scientifico che teologico. Abbiamo eccellenti ragioni per credere che la Terra abbia 4,5 miliardi di anni e che la vita sia iniziata circa 3,5 miliardi di anni fa, inizialmente in forma molto semplice (i batteri) quindi crescendo in complessità tramite i processi di evoluzione.
Niente di tutto questo contraddice il mio credere che il mondo è creazione di Dio, come Genesi 1 ripete nella formula: 'E Dio disse: sia …'. Io sono creazionista in senso vero, non nel modo goffo di chi sostiene il creazionismo».
L'ateo Richard Dawkins ha denunciato 'La delusione di Dio'. Lei, come un celebre studioso di fisica, pensa che la fede in Dio sia una 'delusione' per chi si interessa di scienza?
«Io non penso in nessun modo che la mia fede in Dio sia una 'delusione'. Ho delle motivazioni per questo, così come le ho per i miei convincimenti scientifici. La prima si concentra sulla figura di Gesù Cristo, come lo incontro nei vangeli e nella chiesa. Dato che i convincimenti religiosi e quelli scientifici sono di diverso tipo, anche le motivazioni hanno caratteri differenti ma le trovo entrambe pienamente persuasive, per ragioni che Dawkins non cerca di considerare in maniera seria nel suo libro, potente nelle asserzioni ma debole negli argomenti».
Nel suo recente libro sulla teoria dei quanti si legge: «Come tutte le medicine potenti, essa funziona perfettamente quando la si applica correttamente, ma può avere effetti disastrosi quando se ne abusa». Questo vale anche nei confronti della teoria dell'evoluzione?
«Credo che questa visione debba essere presa in seria considerazione dai credenti perché chi cerca di servire il Dio della verità dovrebbe accogliere volentieri la verità da qualunque parte essa provenga. Dio agisce tramite la natura, così come in altri modi. Un saggio reverendo inglese, appena dopo Darwin ebbe pubblicato il suo L'origine delle specie, disse che quel libro mostrava che Dio, invece di creare un mondo bell'e fatto, ha fatto qualcosa di molto più intelligente producendo un mondo in cui 'le creature possono costruire se stesse' dal momento che il processo dell'evoluzione ha fatto nascere quella profonda potenzialità di cui la creazione è stata dotata».
Oggi il cristianesimo è considerato anti-scientifico: in base a quali argomenti esso può stare 'orgogliosamente' di fronte alla scienza?
«La scienza e la religione pongono domande differenti sul mondo. La scienza chiede come le cose avvengono, la religione si pone il quesito del perché accadono, ovvero se esiste un significato ed uno scopo dietro a ciò che succede. Se vogliamo veramente capire il mondo, abbiamo bisogno di entrambi i punti di vista, della religione e della scienza.
Personalmente, amo ripetere che io sono una persona con 'due occhi', guardo la realtà con l'occhio della scienza e con quello della fede, e con questa visione binoculare posso vedere meglio e più in profondità rispetto all'avere un occhio solo. Scienza e religione si completano a vicenda, sono amiche e non avversarie perchè entrambe si preoccupano di cercare la verità».
Nel libro 'Il gene egoista' Dawkins trasferisce in ambito etico l'evoluzionismo. Come valuta questo 'egoismo morale' assunto a statuto antropologico?
«L'evoluzione ci offre limitate visioni in campo etico: ad esempio, non ho dubbi che la nostra preoccupazione per i membri della nostra famiglia abbia qualcosa a che fare con il prendersi cura di chi ha i nostri stessi geni. Comunque, l'approccio evoluzionistico non può spiegare il radicale altruismo che può spingere una persona coraggiosa a salvare un bambino sconosciuto dall'annegare in un fiume, anche a rischio di mettere in pericolo la propria vita.Abbiamo una conoscenza etica di base - che l'amore è meglio dell'odio, che la verità è migliore della menzogna che, credo, ci proviene da Dio e non dall'evoluzione».
1 commento:
Veramente interessante.
Veramente. Mi manca solo di capire se è serio o se sta scherzando.
Ma lui si considera uno scienziato?
In che modo applica alle sue teorie il "modello scientifico", o ne è esentato? Qualora abbia ottenuto l'esenzione, gradirei sapere se esiste un modulo da compilare.
ciao
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