mercoledì 3 giugno 2009

L'INQUINAMENTO MORALE AVVELENA IL MONDO

Benedetto XVI:
Il Papa ha messo in guardia contro i veleni del mondo moderno. L'occasione la messa di Pentecoste. "Possibili nuove Hiroshima".

Il mondo di oggi è «avvelenato» oltre che da un inquinamento atmosferico anche da un inquinamento morale che offusca le menti e i cuori, «con immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna» e che finiscono per «intossicare» sopratutto i giovani. Alza la voce Benedetto XVI durante l'omelia dedicata alla Pentecoste, a quel giorno di quasi duemila anni fa in cui - secondo il racconto dei vangeli - lo Spirito Santo discese,sotto forma di fiammelle di fuoco e di vento, su un gruppetto impaurito di discepoli e diede loro la fede, il coraggio, l'anima.



Le parole di Ratzinger, amplificate dagli altoparlanti, rimbombano nella basilica vaticana e si rivolgono ad un auditorio internazionale e non a particolari casi nazionali. «Quello che l'aria è per la vita biologica - ha spiegato il pontefice durante la messa - lo è lo Spirito Santo per la vita spirituale e come esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l'ambiente e gli esseri viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed avvelena l'esistenza spirituale». Come non bisogna assuefarsi ai veleni dell'aria, ha ammonito Ratzinger ricordando la «priorità dell'impegno ecologico», così l'uomo moderno non si può rassegnare a ciò che «corrompe lo spirito».

Di prodotti moralmente inquinanti ne circolano troppi nelle società moderna, si è lamentato Ratzinger, citando le immagini che «spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna». «Tutto ciò inquina, intossica l'animo soprattutto delle nuove generazioni, e finisce poi per condizionarne la stessa libertà», ha denunciato, mettendo in guardia l'umanità anche dal pericolo di usare in modo autonomo il «fuoco» - ovvero le potenzialità donate da Dio all'uomo - con conseguenza tragiche come Hiroshima e Nagasaki continuano a ricordare. Nella liturgia della Pentecoste, le note della Harmoniemesse di Joseph Haydn eseguita dal Coro e dalla Kammerorchester di Colonia, hanno accompagnato la messa del papa e riempito con la loro potenza l'intera basilica vaticana. Particolarmente ispirato, il papa ha rivolto le sue considerazioni anche verso la Chiesa, oggi forse troppo «affannata» in varie attività e dimentica della necessità della concordia e della preghiera. A credenti e non credenti, ha ricordato che la Chiesa è qualcosa di più di «una agenzia umanitaria» o di «una solida e complessa istituzione sociale», o di «un movimento storico». È fede e anima: e ciò grazie appunto allo Spirito Santo.

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