Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
martedì 7 febbraio 2012
Il mio Principe
Codovilli Gina
Soffrire, crescere, sorridere con un figlio autistico
A Riccione, la perla verde dell’Adriatico, si snoda la vicenda toccante e drammatica riportata dall’autrice.
È la madre stessa a raccontare, quasi in presa diretta, ventidue anni di vita insieme al figlio Andrea, affetto da autismo.
Idroterapia, musicoterapia, logopedia, psicoterapia, ippoterapia, delfinoterapia: sono altrettante stazioni di una sorta di via crucis che la donna percorre con lo scopo di risvegliare il figlio dal «fatale incantesimo» che lo tiene rinchiuso in un mondo tutto suo. Ma non è soltanto la narrazione intima di un dolore.
Nello scenario spensierato della riviera romagnola la storia privata e familiare diventa l’emblema di un percorso umano universale. Il lettore non avrà difficoltà a ritrovarsi nelle stesse obiezioni, a sentire come propri i momenti di scoramento o di esaltazione della protagonista. In una parola, a riconoscere il valore di una testimonianza, caratteristica genuina del libro.
Lungo il suo cammino, Gina Codovilli riscoprirà la fede cristiana e, con essa, il senso di un compito misterioso assegnato da «Chi dirige le vite di noi tutti». La presenza di Andrea, da fardello e fonte di imbarazzo, si trasformerà in occasione di cambiamento radicale. Di più: sarà l’irruzione di una misericordia inaspettata, tanto da farle scrivere: «La tenerezza di Dio si rivela quando il mio bambino mi accarezza il lobo dell’orecchio».
Presentazione di S.E. Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini
Postfazione di Filippo Muratori, professore di Neuropsichiatria infantile all’Università di Pisa - IRCCS Stella Maris
«Andrea sembra sordo: non si gira se lo chiamo, se faccio tintinnare un sonaglio, se invento ogni genere di suoni e rumori. Lui se ne frega di tutte le strategie che metto in atto per richiamare la sua attenzione e continua imperterrito a sfarfallare la sua mano davanti al viso. Il suo mondo arriva lì, alla sua mano: oltre non c’è nulla.»
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