Anticipiamo l'editoriale che sarà pubblicato sul numero 05/2012 di Tempi, in edicola da giovedì.
Chissà perché quelli di Cl non sono ancora rappresentati con la croce gialla cucita sul petto. Franco Monaco, che è un deputato bindiano intimo del cardinal Martini, sembra augurarselo dalle colonne di Repubblica. L’occasione è ghiotta: il nuovo cardinale e arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che, consapevole di «darmi la zappa sui piedi», in un incontro con i giornalisti milanesi si è sentito in dovere di precisare che, pur essendo stato allievo di don Giussani, egli adesso non ha più nulla a che fare con quel movimento. Tanto meno con le eventuali “marachelle” di qualche suo aderente. Questa “presa di distanza” è spiegabile anche per i “segnali” che vengono da compitini sbagliati e ricicciati di cui abbiamo già scritto la settimana scorsa. Compitini, come quello di Sette, la cui attendibilità è già nella black list dei vescovi messi in quota Cl (uno è morto nel 1995) e nei titoli: “Comunione e Liberazione vanta una rete di 36 mila aziende per un giro d’affari di 70 miliardi” (l’articolo poi si corregge – in peggio – addebitando giro e affari alla Compagnia delle Opere, la quale però è un’associazione di imprese: è come scrivere che “Confindustria è una multinazionale”).
Twitter: @LuigiAmicone
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