sabato 18 febbraio 2012

"Quei soldi non sono arrivati"

Il premio Oscar nel 2011 prese 250mila euro che avrebbe dovuto devolvere. Il direttore dell'ospedale Meyer di Firenze:
di Fabrizio Boschi

Tratto da Il Giornale del 16 febbraio 2012

Come è stato bello vederlo entrare in sella a quel destriero bianco, stile Garibaldi, sul palco dell’Ariston, sventolando la bandiera tricolore e urlando «Viva l’Italia».

Quanto è stato bravo a recitare un monologo di quasi un’ora analizzando, verso dopo verso, tutto all’Inno di Mameli, come un vecchio professore di liceo. E che emozione, poi, quando con un filo di voce, senza accompagnamento musicale, ha fatto il patriota tenero, cantando l’Inno nazionale. Alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, 15 milioni 398 mila spettatori seguirono lo special guest Roberto Benigni e la sua sorprendente performance che raggranellò il 50, 23% di share. Virtualmente i suoi fan raddoppiarono quando trapelò la notizia che il compenso che avrebbe ricevuto dalla Rai, 250 mila euro per una sola sera, sarebbe stato devoluto all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, per la costruzione di un nuovo padiglione. Decisione che, si tenne a precisare, era stata presa prima di firmare il contratto con l’azienda per la presenza dell’artista sul palco di Sanremo, e non come gesto riparatore per l’indignazione popolare che il suo cachet aveva scatenato. Può anche essere, infatti lascia ancora più perplessi venire a sapere oggi che, dopo un anno esatto, quei soldi al Meyer non sono mai arrivati. «Chiedete a Benigni!», risponde un po’ stizzita l’addetta stampa del pediatrico fiorentino. «A me non risulta che sia arrivato mai nulla», conferma sereno il direttore generale del centro di eccellenza per la cura delle malattie dei bambini, Tommaso Langiano.






Per carità, non ci sarebbe nulla di particolarmente grave qualora Benigni avesse deciso di non dare nulla a nessuno e tenersi tutto in tasca, se non fosse per il fatto che la donazione era già stata data per certa da tutti e pubblicizzata su siti e giornali che osannavano il toscanaccio per il beau geste. Ci avevano creduto tutti, tranne i dirigenti del Meyer, i quali ancora oggi quasi cascano dalle nuvole: «Io non sapevo nemmeno che Benigni avesse voluto darci qualcosa», dice Langiano.

L’agente del comico toscano, Lucio Presta, commentò la notizia della beneficenza al Meyer sostenendo che Benigni non rende mai pubbliche le sue frequenti donazioni, lasciando intendere che un’eventuale opera pia sarebbe potuta avvenire anche in forma anonima. Suona strano allora che al Meyer, dal febbraio scorso, non abbiano mai visto donazioni simili sul conto corrente. Eppure l’anno scorso, proprio l’agente di Benigni ebbe anche a infervorarsi contro la Lega Nord che si permise di lamentarsi del maxi ingaggio al premio Oscar: «A differenza di Benigni, politici e parlamentari non si sognerebbero mai di devolvere una cifra simile in beneficenza. Ma la Lega, non è un segreto, è nota per i suoi eccessi di populismo fuori luogo».

Sarà pure fuori luogo muovere critiche, ma almeno un sospetto oggi sorge spontaneo. Nell’edizione di quest’anno lo special guest Celentano ha copiato Benigni, replicando l’opera di bene: «Questi 700 mila euro (per due serate, ndr) saranno devoluti a Emergency e a famiglie povere italiane».

Qualcuno diceva: «A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca».










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