martedì 16 dicembre 2008

LETTERA APERTA

dai genitori di Holly Patterson

Da “La favola dell’aborto facile”, di Assuntina Morresi, Eugenia Roccella, ed. Franco Angeli (2006)
6 novembre 2003

“Gentili signori e signore,

il rapporto del coroner della contea di Alameda ha ratificato la verità che già sapevamo. Holly è morta a causa di un aborto chimico provocato dalla Ru486. Non esistono rimedi veloci o pillole magiche per interrompere una gravidanza. La nostra famiglia, gli amici, la nostra comunità è profondamente addolorata, e per sempre segnata dalla morte, tragica ed evitabile, di Holly.



Holly, secondo la legge, ha vissuto da adulta solo per 9 giorni, ed è rimasta incinta quando aveva solo 17 anni. Ora sappiamo che ha capito di aspettare un bambino nella seconda settimana di agosto, e che era così turbata dalla sua gravidanza non voluta da chiedere aiuto al medico di famiglia perché soffriva di depressione; questo il 10 settembre 2003, il giorno stesso in cui ha assunto la pillola con cui ha iniziato il processo abortivo.

Holly era una ragazza piena di progetti, intelligente, in buona salute, che è rimasta vittima di un processo che l’ha perduta, a cominciare dall’uomo di 24 anni che ha avuto con lei rapporti non protetti, l’ha messa incinta, e ha collaborato a mantenere segreti la sua gravidanza e il suo aborto.

In questa cospirazione del silenzio, la sicurezza di Holly è stata affidata alla pillola approvata dalla Food and Drug Administration e somministrata dalla Planned Parenthood, e all’efficienza del Pronto Soccorso del Valley Care Medical Center, dove le hanno dato antidolorifici per i terribili dolori da contrazioni uterine, rimandandola a casa.

Sabato e domenica Holly si è lamentata di dolori gravi e di crampi, permettendoci di confortarla ma senza spiegarci cosa realmente fosse accaduto. Il 17 settembre 2003 alle 17 ha ceduto allo shock settico ed è morta, mentre la sua famiglia aspettava nel reparto di terapia intensiva con grande ansia, ma ancora sperando che lei recuperasse, finché siamo stati costretti a rimanere dietro la tenda che la isolava, mentre era ormai chiaro che stava morendo.

Holly non era una ragazza sola, disamata, senza protezione o appoggio; aveva una grande famiglia disposta ad aiutarla, nella sua breve vita e nella sua tragica morte. Adesso possiamo ricordarla e dividere la memoria dei suoi scintillanti occhi azzurri, del suo sorriso coinvolgente, della sua ferma determinazione e della sua grazia gentile, che sollecitava il nostro naturale istinto di proteggerla ed amarla, ma non riusciremo più a dimenticare i suoi ultimi momenti, quando era troppo debole per parlare e poteva appena stringerci la mano, in risposta ai nostri incoraggiamenti: “Ti vogliamo bene, Holly”, “Resisti, il resto della tua famiglia sta arrivando”, “Devi lottare, Holly, puoi farcela”.

Il modo in cui Holly è morta ci ha aperto gli occhi sui gravi rischi di questo farmaco, ci ha reso consapevoli della carenza delle leggi californiane sull’informazione e il consenso dei genitori riguardo all’aborto, e ci ha costretti a riconoscere l’estremo bisogno di informazioni imparziali e accurate, e di fonti per i genitori, le adolescenti e le giovani donne che vogliano conoscere i reali pericoli di un aborto, e la assoluta necessità di un movimento che incoraggi la prevenzione e apra il dialogo nelle famiglie sulle gravidanze indesiderate e gli aborti.

Come genitori, non possiamo permettere che la morte orribile della nostra bellissima Holly avvenga invano.

La Ru486 ha provocato gravi danni, ed è implicata nella morte di altre giovani donne. Adesso ha ucciso nostra figlia. Abbiamo scoperto che le sperimentazioni iniziali sono arrivate a conclusioni troppo frettolose, e che il farmaco è stato valutato e approvato come salvavita, insieme alle sostanze che curano malattie che comportano il rischio di morte, come l’Aids e il cancro. Ma la gravidanza è un processo naturale che il corpo di una donna è preparato ad affrontare, e non è mai stata classificata come una malattia mortale. Vogliamo aprire un sito web e uno spazio in cui le donne e le adolescenti possano raccontare le loro storie e riportare testimonianze personali sull’esperienza con la Ru486 e i suoi effetti avversi.

La Fda ha fallito nella sua missione di assicurare che la Ru486 sia un farmaco abortivo sicuro. Il compito della Fda è di “proteggere la salute pubblica controllando la sicurezza, l’efficacia e fornendo garanzie sui farmaci per uso umano o veterinario, i prodotti biologici, i dispositivi medici, i cosmetici, il cibo, i prodotti che emettono radiazioni”,

Ma Holly ha già pagato il prezzo più alto.

La Ru486 non dovrebbe nemmeno costituire un’occasione di divisione tra pro-choice e pro-life, tra chi è per la vita e chi è per la scelta: il primo problema dovrebbe essere la salute e il benessere dei nostri figli e di tutte le giovani donne.

Noi speriamo che ogni genitore possa imparare dalla tremenda morte di Holly e dalla nostra perdita. Secondo i laboratori Danco, che distribuiscono la pillola abortiva, la Ru486 fallisce nel 7/8 per cento dei casi. Più di un anno fa la Fda ha ricevuto 400 rapporti su reazioni negative al farmaco, inclusi numerosi decessi. Holly è stata dunque soltanto un’altra vittima, sottoposta ad un inaccettabile rischio, a causa di un farmaco che ha significativi tassi di fallimento.

Chiediamo che il commissario della Fda Mark Mc Clellan e il Segretario della Health and Human Services, Tommy Thompson, tolgano immediatamente la ru486 dal mercato, e che si svolga negli Usa un’inchiesta esauriente, prima che altri genitori soffrano e altre donne muoiano.

Chiediamo un’inchiesta da parte dell’Fda e del Dipartimento per la Salute della California sui motivi per cui le cliniche della Planned Parenthood (affiliato americano dell’Ippf, ndr) non seguano le regole approvate dalla Fda per la somministrazione della Ru486. Inoltre nutriamo dubbi sulla purezza dei farmaci che somministrano., soprattutto quando provengono da nazioni straniere prive di controlli, come la Cina.

Oltre ai pericoli connessi al farmaco, crediamo che le strutture sanitarie non siano pienamente preparate a valutare e trattare i pazienti in situazioni di emergenza dovute a complicanze da pillola abortiva. Holly è stata due volte in ospedale ed è morta 20 minuti prima dell’appuntamento con i medici previsto dalla Planned Parenthood.

Abbiamo perso nostra figlia, Holly, ma crediamo di poter ancora fare qualcosa per evitare che terribili tragedie come la nostra colpiscano altre famiglie. La determinazione e l’energia di Holly nel raggiungere le proprie mete ci dà la forza di perseguire questi obiettivi fondamentali in suo nome. La memoria e lo splendore di Holly vive nei nostri cuori, tra i familiari e gli amici, e nel nostro impegno.

Sinceramente,

Monty e Helen Patterson


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