....Il sesto anniversario della morte del fondatore cade a poche settimane dalla beatificazione di Giovanni Paolo II, che ha avuto un ruolo fondamentale nella valorizzazione del carisma del movimento. Come ha scritto di recente Carrón in una lettera inviata a tutti gli aderenti al movimento, «sappiamo quanto, fin dall’inizio del pontificato, fosse stretto il legame di Giovanni Paolo II con don Giussani e Cl, fondato su una consonanza dello sguardo di fede a tutta la realtà, nella passione per Cristo centro del cosmo e della storia. Se qualcuno ha un enorme debito di riconoscenza nei confronti di Giovanni Paolo II, questi siamo proprio noi»....
Sei anni fa a Milano moriva il fondatore di Cl. Centinaia di Messe in tutto il mondo per ricordarne la figura e l'opera. La scuola di comunità, esperienza di catechesi popolare che coinvolge migliaia di persone
di Giorgio Paolucci
Tratto da Avvenire del 22 febbraio 2011
Il 22 febbraio di sei anni fa moriva don Luigi Giussani. L’eredità che ha lasciato lo rende ancora vivo per i molti che lo hanno conosciuto e per quanti continuano a incontrarlo in tanti modi: attraverso i volti del popolo di Comunione e liberazione, nei suoi libri, nelle opere caritative, educative e culturali nate dal suo carisma.
In questi giorni in tutto il mondo vengono celebrate centinaia di Messe in sua memoria: così a New York, Montreal, Lima, Nairobi, Mosca, Madrid, Lisbona, Varsavia, Bucarest. Questa l’intenzione proposta dal movimento: «Nella luce del carisma di don Giussani, domandiamo al Signore la grazia che 'l’intelligenza della fede diventi intelligenza della realtà' (come ha ricordato Benedetto XVI)». Si pregherà anche per i cristiani perseguitati nel mondo.
Decine gli appuntamenti in Italia, tra i quali quello del 1° marzo a Genova con il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, mentre il 28 febbraio il cardinale Dionigi Tettamanzi presiederà la celebrazione nel Duomo di Milano, che il 24 febbraio di sei anni fa ospitò un imponente funerale di popolo (50mila persone) alla presenza del cardinale Joseph Ratzinger, inviato da Giovanni Paolo II e dopo poche settimane suo successore al soglio pontificio.
È una memoria viva e vitale, quella che continua ad accompagnare la figura di Giussani. Una memoria che invita alla conversione e all’azione. E che si esprime anzitutto in una dimensione educativa, come dimostra il grande seguito che riscuote la 'scuola di comunità', probabilmente l’esperienza di catechesi popolare più partecipata in Italia. Pochi giorni fa ottomila persone hanno gremito il Palasharp di Milano per ascoltare don Julián Carrón, che dopo la morte del fondatore guida la Fraternità di Cl, mentre altre 60mila lo seguivano in teleconferenza da 180 città. In quell’occasione Carron ha rilanciato «Il senso religioso», uno dei testi fondamentali del pensiero giussaniano pubblicato per la prima volta nel 1957 e tradotto in 19 lingue, proposto quest’anno come testo di riferimento per le scuole di comunità che si tengono negli ambienti di lavoro, in scuole, università, quartieri, parrocchie e perfino in alcune carceri.
La modalità con cui Giussani ripropone il cristianesimo come avvenimento che cambia la vita e che esalta il connubio tra fede e ragione, continua ad affascinare persone di ogni età, condizione sociale e cultura, e suscita curiosità e interesse anche tra persone di differenti tradizioni religiose, come documenta Tracce, il mensile di Comunione e liberazione. Wael Farouq, intellettuale musulmano e docente all’American University del Cairo, scrive rivolgendosi al popolo di Cl: «La cosa più importante che don Giussani ha offerto a me siete voi. Voi che avete vissuto insieme a me l’esperienza dell’amore, trasformando una sublime astrattezza in realtà tangibile e vita vissuta». Il giurista ebreo americano Joseph Weyler descrive così il fascino per Giussani, nato dopo la partecipazione al Meeting di Rimini nel 2003: «Ha combattuto la posizione di tanti studenti che sostenevano che essere cattolici è solo una questione di fede, mentre la ragione è altro. Già negli anni Cinquanta, Giussani rispondeva: no, se non si può rendere ragione della propria fede con tutta l’intelligenza che si possiede, è meglio lasciar perdere. Una cosa assolutamente ammirevole».
Il sesto anniversario della morte del fondatore cade a poche settimane dalla beatificazione di Giovanni Paolo II, che ha avuto un ruolo fondamentale nella valorizzazione del carisma del movimento. Come ha scritto di recente Carrón in una lettera inviata a tutti gli aderenti al movimento, «sappiamo quanto, fin dall’inizio del pontificato, fosse stretto il legame di Giovanni Paolo II con don Giussani e Cl, fondato su una consonanza dello sguardo di fede a tutta la realtà, nella passione per Cristo centro del cosmo e della storia. Se qualcuno ha un enorme debito di riconoscenza nei confronti di Giovanni Paolo II, questi siamo proprio noi».
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