"All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?" Con questi versi Ugo Foscolo apriva, nel 1807, il carme Dei sepolcri. Mangialibri vuole offrire una panoramica dei principali cimiteri d'Italia, d'Europa e del mondo che ospitano personalità del panorama letterario e non. Luoghi che sono entrati nella storia come meta (o partenza, direbbe qualcuno) dell'ultimo viaggio di uomini che in vita la storia hanno contribuito a scriverla.
Scendendo dal cavalcavia di via Farini, a due passi dal centro di Milano, con la stazione di Porta Garibaldi a sinistra, sulla destra si scorge un lunghissimo muro al cui termine compare una costruzione rettangolare, contornata da torrette esagonali in marmo rosso e bianco, che sembra quasi l'esterno di un castello. Invece, seguendo il perimetro, si arriva davanti a un enorme cancello, oltre il quale continuano le mura fatte dello stesso materiale. Dietro il cancello, si staglia un maestoso edificio in marmo bianco, originariamente pensato come una chiesa dall'architetto Carlo Maciachini nel 1865 e inaugurato l’anno successivo. Dal 1870 viene utilizzato come luogo di sepoltura degli italiani più onorati: il Famedio (tempio della fama) del Cimitero Monumentale di Milano. È davvero monumentale, non solo per le innumerevoli opere d'arte che lo popolano, ma anche per le dimensioni, che oggi raggiungono circa 250.000 mq. Non solo i nomi di chi effettivamente riposa qui, ma monumenti e statue ricordano i numerosi personaggi illustri della storia, della letteratura, della politica e dell'arte, che abbiano meritato, per le loro opere o imprese, un posto nel tempio della fama. Fra coloro che effettivamente sono sepolti al monumentale, il primo nome che risuona è quello di Alessandro Manzoni, onorato da uno splendido sarcofago posto nella sala centrale, completamente decorata in oro e blu cobalto, sulle cui pareti sono scritti i nomi dei personaggi che non necessariamente sono sepolti al monumentale. Il Manzoni, morto nel 1873, fu il primo letterato ad ottenere quelli che oggi chiameremmo “funerali di stato”, celebrati in duomo, ai quali erano presenti le maggiori cariche politiche e nobiliari. Parte della collezione formata dai suoi scritti è conservata in Brera, mentre un’altra parte delle sue opere è custodita nella sua casa-museo di via Morone. Rimarchevole il fatto che nel 1862, lo stesso Garibaldi, in visita a Milano, volle stringere la mano, “all’uomo che tanto onora l’Italia”. Al Manzoni fanno compagnia il poeta Filippo Tommaso Marinetti, Salvatore Quasimodo, premio nobel per la letteratura nel 1959, e Carlo Cattaneo. E poi Giorgio Gaber, Enzo Tortora, Arturo Toscanini, il pittore del famosissimo "Bacio" Francesco Hayez, Amilcare Ponchielli, Guido Crepax e campioni come Antonio Maspes e Alberto Ascari. Recentemente è stata aggiunta al pantheon milanese anche Alda Merini, la poetessa che tanta parte della sua vita trascorse in manicomio, oggi giustamente e tardivamente riconosciuta come una delle maggiori letterate italiane. Nel Monumentale, dal 1955 al 1971, sotto un'anonima lapide che ricordava Maria Maggi, ha riposato Evita Perón, la cui salma è stata successivamente traslata a Buenos Aires. Nel Famedio sono rappresentate altre importanti figure legate a Milano e sepolte in altri luoghi: Sandra Mondaini, che invece riposa a Lambrate, e Raimondo Vianello, che sta a Roma. E ancora Giuseppe Verdi, che è sepolto nella Casa di riposo per musicisti, da lui stesso creata, in piazza Buonarroti, vicino alla moglie Giuseppina Strepponi. Al Monumentale sono inoltre sepolti don Luigi Giussani - spostato dal Famedio in una cappella sul retro in cui settimanalmente si tengono delle funzioni, perché la folla di visitatori intasava il passaggio - e il famoso "pret de Ratanà", don Giuseppe Gervasini, famoso per le sue capacità di guaritore, soprattutto di anime, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nel novembre del 2010 sono stati iscritti nel Famedio Herber Kilpin, fondatore dell’A.C. Milan, e Giorgio Muggiani, fondatore del F.C. Internazionale Milano
Scendendo dal cavalcavia di via Farini, a due passi dal centro di Milano, con la stazione di Porta Garibaldi a sinistra, sulla destra si scorge un lunghissimo muro al cui termine compare una costruzione rettangolare, contornata da torrette esagonali in marmo rosso e bianco, che sembra quasi l'esterno di un castello. Invece, seguendo il perimetro, si arriva davanti a un enorme cancello, oltre il quale continuano le mura fatte dello stesso materiale. Dietro il cancello, si staglia un maestoso edificio in marmo bianco, originariamente pensato come una chiesa dall'architetto Carlo Maciachini nel 1865 e inaugurato l’anno successivo. Dal 1870 viene utilizzato come luogo di sepoltura degli italiani più onorati: il Famedio (tempio della fama) del Cimitero Monumentale di Milano. È davvero monumentale, non solo per le innumerevoli opere d'arte che lo popolano, ma anche per le dimensioni, che oggi raggiungono circa 250.000 mq. Non solo i nomi di chi effettivamente riposa qui, ma monumenti e statue ricordano i numerosi personaggi illustri della storia, della letteratura, della politica e dell'arte, che abbiano meritato, per le loro opere o imprese, un posto nel tempio della fama. Fra coloro che effettivamente sono sepolti al monumentale, il primo nome che risuona è quello di Alessandro Manzoni, onorato da uno splendido sarcofago posto nella sala centrale, completamente decorata in oro e blu cobalto, sulle cui pareti sono scritti i nomi dei personaggi che non necessariamente sono sepolti al monumentale. Il Manzoni, morto nel 1873, fu il primo letterato ad ottenere quelli che oggi chiameremmo “funerali di stato”, celebrati in duomo, ai quali erano presenti le maggiori cariche politiche e nobiliari. Parte della collezione formata dai suoi scritti è conservata in Brera, mentre un’altra parte delle sue opere è custodita nella sua casa-museo di via Morone. Rimarchevole il fatto che nel 1862, lo stesso Garibaldi, in visita a Milano, volle stringere la mano, “all’uomo che tanto onora l’Italia”. Al Manzoni fanno compagnia il poeta Filippo Tommaso Marinetti, Salvatore Quasimodo, premio nobel per la letteratura nel 1959, e Carlo Cattaneo. E poi Giorgio Gaber, Enzo Tortora, Arturo Toscanini, il pittore del famosissimo "Bacio" Francesco Hayez, Amilcare Ponchielli, Guido Crepax e campioni come Antonio Maspes e Alberto Ascari. Recentemente è stata aggiunta al pantheon milanese anche Alda Merini, la poetessa che tanta parte della sua vita trascorse in manicomio, oggi giustamente e tardivamente riconosciuta come una delle maggiori letterate italiane. Nel Monumentale, dal 1955 al 1971, sotto un'anonima lapide che ricordava Maria Maggi, ha riposato Evita Perón, la cui salma è stata successivamente traslata a Buenos Aires. Nel Famedio sono rappresentate altre importanti figure legate a Milano e sepolte in altri luoghi: Sandra Mondaini, che invece riposa a Lambrate, e Raimondo Vianello, che sta a Roma. E ancora Giuseppe Verdi, che è sepolto nella Casa di riposo per musicisti, da lui stesso creata, in piazza Buonarroti, vicino alla moglie Giuseppina Strepponi. Al Monumentale sono inoltre sepolti don Luigi Giussani - spostato dal Famedio in una cappella sul retro in cui settimanalmente si tengono delle funzioni, perché la folla di visitatori intasava il passaggio - e il famoso "pret de Ratanà", don Giuseppe Gervasini, famoso per le sue capacità di guaritore, soprattutto di anime, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nel novembre del 2010 sono stati iscritti nel Famedio Herber Kilpin, fondatore dell’A.C. Milan, e Giorgio Muggiani, fondatore del F.C. Internazionale Milano
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