PAPA/ Julián Carrón dopo l’udienza: La sfida? E’ mostrare la convenienza della fede
Il Papa ha ricevuto in udienza, a Palazzo apostolico, il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Julián Carrón. L’incontro si è svolto alla vigilia di «Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione», l’appuntamento di due giorni che terminerà con la Messa presieduta da Ratzinger, domenica, alle 9.30, in Piazza San Pietro. L’evento è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, organismo affidato a monsignor Rino Fisichella e fortemente voluto dal Santo Padre. Alessando Gisotti, di Radio Vaticana, ha intervistato don Julián Carrón in merito alle nuove sfide poste dal cristianesimo oggi. «La prima cosa che mi viene da esprimere è tutta la gratitudine e la commozione per questa possibilità che il Santo Padre mi ha donato di poter stare con lui in questo incontro», ha detto, anzitutto, Carròn spiegando che è stato possibile potergli raccontare come, anche nelle attuali condizioni socio-economiche, caratterizzate da affanni, incertezze e turbolenze, «stiamo vedendo che quando uno verifica la fede nella propria circostanza di vita, questo fa fiorire un tipo di persona che a noi lascia senza parole. Poter condividere con lui il vivere la fede, come lui ce la testimonia, è stata una vera consolazione». Affrontando, poi, il tema della due giorni di sabato e domenica, ha spiegato come l’evangelizzazione rappresenti una sfida storica, la sfida stessa che il Cristianesimo, di questi tempi - in cui gran parte delle persone non ha cognizione di cosa si tratti o ha stabilito che non possa rappresentare alcunché di interessante per la propria esistenza -, pone. Secondo Carròn, quindi, il compito cui è chiamato il cristiano è di mostrare che le cose stano diversamente. Non tanto rimproverando agli altri di non comprendere, ma ricomprendendo, anzitutto, nella propria esistenza, la «modalità di fare risplendere la bellezza della fede nella vita quotidiana». Sollecitato dal giornalista che gli ha ricordato come il rapporto tra Vangelo e cultura fosse particolarmente caro a don Luigi Giussani, il fondatore di Cl, morto nel febbraio del 2005, Carròn ha fatto presente come fosse, al contempo, estreamente caro a Giovanni Paolo II.«Una cosa che ci segnerà per il resto della vita – ha aggiunto - è che una fede che non diventa cultura non è una fede veramente accolta e matura». Tornando, infine, alla sfida principale del cristianesimo, ha concluso: «la grande sfida che il cristianesimo moderno ha davanti – per usare una espressione che aveva usato tanti anni fa l’allora cardinale Ratzinger – è superare questa frattura tra il sapere e il credere. Questa, secondo me, è la grande sfida che abbiamo tutti davanti»
Nessun commento:
Posta un commento