sabato 25 aprile 2009

MIRACOLI

.....«Noi siamo in un tale degrado universale che non esiste più niente di ricettivo del cristianesimo se non la bruta realtà creaturale. Perciò è il momento degli inizi del cristianesimo, è il momento in cui il cristianesimo sorge, è il momento della resurrezione del cristianesimo. E la resurrezione del cristianesimo ha un grande unico strumento. Che cosa? Il miracolo. È il tempo del miracolo. Bisogna dire alla gente di invocare i santi perché sono fatti per questo».....




.....Il metodo che hanno usato per arrivare ai confini della terra – come aveva detto loro Gesù – è stato la testimonianza. Cosa vuol dire testimonianza? La testimonianza è una realtà umana nel senso totale e banale del termine – qualcosa che si vede, si ode, si tocca – contenuto di un’esperienza normale, ma che veicola, porta dentro di sé qualcosa che non è più normale […]. Questa eccezionalità in un comportamento normale coincide con quello che cristianamente si chiama miracolo. Il miracolo è una cosa che nei suoi aspetti immediati può essere normalissima, eppure ha dentro qualche cosa che mi richiama per forza a Dio. […] Gli avvenimenti di san Pampuri sono, per esempio, una grazia eccezionale. Ma di che grazia si tratta? Della grazia di Dio che ci costringe a capire che Lui è familiare! Perciò il miracolo non è una cosa strana: è una cosa normale! E non c’è niente che possa farci sentire investiti da un sentimento originalmente e tendenzialmente unitario, niente che possa farci sentire fratelli, fraternamente, come il fatto di questo Mistero che è tra noi, che, come tale, porta tra noi ogni giorno una sovrabbondante testimonianza di Sé, un sovrabbondante conforto di miracolo. […] San Pampuri è simile a pochi nella sua umiltà! Sì, perché, cosa faceva? Con grande meraviglia degli ammalati della clinica San Giuseppe, dava lui, medico, il “pappagallo” all’ammalato, al quale non ricordava di darlo neanche l’infermiere. Tutti erano colpiti da un medico che era più bravo, più buono, più umile, più servizievole di un infermiere». .....

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