Cari amici,
Eccomi di ritorno. La sorpresa commuovente e’ che ad aspettarmi c’erano i miei figli della Casetta di Betlemme, fatti entrare grazie al vicepresidente nella sala vip, situata dentro all’aereoporto, prima della polizia di frontiera, dove nessuno entra senza un permesso speciale. Pensate cosa ha voluto dire per me scendere dall’aereo e vedere i miei figli, tutti bene vestiti ad accogliermi. E poi la piccina, la piu’ piccola di due anni, Rosetta, con le braccia aperte camminare verso di me e saltarmi tra le braccia. Alla partenza per l’Italia non camminava ancora. Tutti assime sul furgone felici, con la Rosetta in braccio, siamo arrivati a casa dove mi aspettavano i bebe’. Sono bellissimi. Un pomeriggio di festa.
Ma poi da due ore gli ammalati mi stavano aspettando nella clínica, tutti in circolo. La Hermania Sonia con l’arpa e loro con tutto il personale a cantarmi la canzone che piu’ mi piace e che da 20 anni e’ come se l’ascoltassi per la prima volta “Quando ero pequeño”. Infine l’incontro con Cinzia, una bella donna giovane che non voleva morire prima che arrivassi. L’ho abbracciata, tenendo la sua testa fra le mie braccia. Due ore dopo moriva, con un sorriso pieno di paradiso. Ieri l’ho passato incontrando il mio popolo di ammalati, moribondi, anziani e bambini, e abbracciandoli uno per uno e inginocchiandomi davanti ai moribondi, vedendo in loro Gesu’ morente. Guardando ognuno, vedevo la contemporaneita’ di Cristo, in loro cambiati, cambiati perche’ stanno davanti al dolore con gli occhi fissi nel Mistero.
Poi nella notte la polizia mi ha portato una bambina, abbandonata e violentata. A guardare un uomo tremava, per cui aveva terrore anche di me. Pero’, sono convinto che il “Io sono Tu che mi fai” dentro alcuni giorni le permettera’ di venire in braccio.
Grazie per quanto avete fatto per me nel mio soggiorno in Italia.
Prego per tutti
Padre Aldo
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