....A loro ricorderà che solo nel rapporto con Dio è la «salute», la salvezza, la vera realizzazione: «L'uomo non può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l'onesta nei rapporti economici e di lavoro»......
L'Europa di Benedetto XVI riparte da Aquileia. È la prima tappa della due giorni del Papa in Veneto. Città tra le più importanti dell'impero romano, centro spirituale al pari della Milano di Ambrogio e della Ippona di Agostino, è madre di 57 chiese, tra cui Venezia, Monaco e Vienna, e quelle di Slovenia, Croazia, Ungheria. È «terra benedetta, irrorata dal sangue e dal sacrificio di tanti testimoni» ricorda il Papa, a partire dai Pastori: Ermagora, Fortunato, Cromazio, che la difesero dalle eresie. A tale eredità i cristiani devono attingere per essere «coraggiosi e fedeli», «convinti e convincenti» in una terra sostanzialmente cristiana, ma segnata da un «materialismo diffuso». A tale eredità devono guardare i Pastori: con la visita di Benedetto XVI si apre «Aquileia 2», sorta di mini-sinodo delle Chiese figlie di Aquileia (ne sopravvivono 36).
Venti anni fa, il primo convegno mise all'ordine del giorno la freschezza dell'annuncio evangelico, l'educazione alla fede, la costruzione di una casa comune nel rispetto delle diversità. Temi che il Papa riconsegna a queste chiese rinnovando il mandato missionario: «Testimoniare l'amore di Dio per l'uomo». Esso si esprime come «amore alla vita, dal concepimento fino al suo termine naturale», nella «promozione della dignità della persona» e della famiglia segnata dalla «crisi sempre più diffusa della vita coniugale e dal crollo della natalità». E si riflette nell'impegno dei cristiani a livello culturale, sociale e politico, con personalità pronte ad «assumersi responsabilità dirette» e a offrire il loro contributo per «umanizzare gli spazi della convivenza civile». Davanti alla «Chiesa dei pagani», che unisce il Battistero alla Basilica, il Papa parla ai fedeli, ma anche a popoli e culture diversi, in una terra da sempre crocevia di genti e religioni, oggi davanti alla sfida dell'immigrazione e della multiculturalità. «Meticciato» per dirla con una fortunata espressione del cardinale di Venezia, Angelo Scola, al fianco del Papa in questa visita. Sotto il suo impulso sono nati lo Studium Generale Marcianum, polo pedagogico del patriarcato, e la rivista Oasis, veri e propri strumenti di nuova evangelizzazione. Non si tratta più solo di essere ponte tra Est e Ovest, ma arteria tra Nord e Sud: «l'Adriatico porta il Mediterraneo nel cuore dell'Europa» dice il Papa. Che oggi parla a Venezia: «La vita umana è nelle mani di Dio e senza la Sua benedizione l'uomo costruisce invano» ha detto sbarcando in laguna. Ieri ha venerato le reliquie di San Marco, nel pomeriggio il santuario della Salute diventerà l'Aula magna dell'incontro con le autorità culturali e civili. A loro ricorderà che solo nel rapporto con Dio è la «salute», la salvezza, la vera realizzazione: «L'uomo non può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l'onesta nei rapporti economici e di lavoro».
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