sabato 27 giugno 2009
Martedì 23 giugno 2009 un ragazzo di 12 anni, Andrea Achilli, è morto travolto da un camion presso Casatenovo, in Brianza. Andrea frequentava la prima media ed apparteneva a “Stand by Me”, una comunità di adulti e ragazzi accomunati dalla passione per il significato della realtà. Questo avvenimento così drammatico ha fatto nascere una serie di miracoli attorno alla famiglia e alla comunità degli amici di Andrea
.Abbiamo incontrato il papà e la mamma di Andrea in vacanza con le medie. Ci hanno testimoniato il loro cammino. Abbiamo inviato agli iscritti alla mailing list la loro testimonianza, che a richiesta mettiamo anche sul sito. Potete anche farla conoscere a chi incontrate.
In questi giorni stanno accadendo grandi miracoli.
Dopo la notizia della morte di Andrea, è nata subito l’esigenza col gruppo di Stand by Me di ritrovarci per sostenerci nella grande domanda di senso che quel terribile fatto ha provocato in noi adulti e nei ragazzini.
La sera del giorno dopo ci siamo dati appuntamento nella sala di un oratorio della Brianza, messaci a disposizione da un nostro amico prete del movimento.
Mi aspettavo al massimo una quarantina di persone: erano almeno il doppio, fra ragazzi e genitori, tutti mossi da un grido e una domanda che feriva il cuore di ciascuno.
Qualche ora prima dell’incontro avevo ricevuto varie telefonate da parte di genitori della scuola che, avendo ricevuto la notizia che “quelli di Stand by Me” si incontravano per pregare e giudicare , mi chiedevano se potevano portare i loro figli, anche se non partecipavano all’esperienza di Stand by Me.
Un fatto del genere aveva fatto venire a galla il cuore di ciascuno, e questo era già il primo miracolo.
L’incontro è iniziato con i canti che spesso ci hanno accompagnato nei momenti drammatici e che ci hanno sempre richiamato al Destino buono che non ci abbandona mai: “Povera voce”, “Noi non sappiamo chi era”, “Vuestra soy”, “Favola”, con quell’ultima stupenda strofa: “Così, quando sarai a quell’ultimo ponte/ con il tempo alle spalle e la vita di fronte/, una mano più grande ti solleverà/
abbandonati a quella/ non temere perché c’è Qualcuno con te.”
Durante l’incontro i ragazzi hanno tirato fuori le domande più vere e drammatiche: “Perché Gesù mi fa soffrire così? Non poteva chiedermi di volergli bene in un altro modo?”
La nostra umanità e quella dei ragazzi ha vibrato in un modo che non era mai accaduto prima. “Il punto - si diceva - non è provare dolore, ma se c’è un senso a quel dolore. Il dolore è il modo con cui Gesù ci sta chiedendo: Mi vuoi bene anche in questa circostanza? Gesù ci fa compagnia in tutto, anche nel dolore, a tal punto da morire e risorgere. Andrea ora è con Gesù. Anche se non capiamo subito, stiamo attaccati a questa compagnia, alla Sua compagnia”.
Abbiamo concluso pregando e ricantando “Favola”.
Alla fine dell’incontro, vedevo i nostri volti già cambiati, lo smarrimento era cambiato in domanda a Cristo.
Nel viaggio di ritorno, mi arriva un messaggio di Giovanni, di terza media:
“Prof tutto è cambiato in noi
la nostra vita ha più senso.
Andrea mi ha reso più consapevole di perché vengo a Stand by Me in 3 anni. A grande prezzo l’ho cominciato a capire.
Grazie perché lei c’è”
Gio
Il 25 giugno si è celebrato il funerale. Quasi duemila persone, un intero popolo. Don Julian Carròn, durante l’omelia afferma: ”Perché non è un’ingiustizia quel che è capitato? Perché Dio non ha risparmiato neanche suo Figlio. Questa è la modalità con cui Dio unisce tutti gli uomini a Lui. Andrea è stato segnato dal battesimo e confermato dalla cresima, cioè legato per sempre a Cristo. Come Cristo è stato risorto dal padre, anche Andrea è stato risorto dal suo Signore. Occorre guardare a Cristo risorto.
Tutto il resto è una modalità ridotta di guardare ad Andrea. Non può prevalere lo sconforto, perché la nostra fede non è un sentimento ma una conoscenza”.
Dopo la benedizione finale, Pietro, un ragazzo di terza media si reca al microfono: “Andrea, vogliamo dedicarti questa canzone che tanto abbiamo cantato nei nostri incontri di Stand by Me. Siamo certi che la canterai anche tu con noi”. Insieme ricantiamo “Favola” di Chieffo. Carròn dall’altare canta in piedi con noi.
Al termine della sepoltura io, alcuni adulti e un gruppettino di ragazzi andiamo a salutare Felice Achilli, il papà di Andrea. Lui mi guarda e mi abbraccia. Io timidamente e con un po’ di timore gli sussurro: “Grazie perché sei una grande testimonianza”.
Lui sorride e mi dà una pacca. Con fare baldanzoso mi risponde: “Ma che testimonianza, Andrea non è mica solo figlio mio! E’ da questi momenti che si capisce a chi si appartiene”.
Io ho guardato negli occhi quest’uomo, ho visto una letizia dell’altro mondo. Quella letizia è segno inequivocabile di una Presenza che ci fa compagnia ora più che mai.
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