Nella laicissima università parigina un corso tenuto da un non credente
DI LORENZO FAZZINI
Avvenire, 19 gennaio 2008
Il Papa non può andare all’università La Sapienza di Roma, ma il suo pensiero viene insegnato e studiato nella laicissima Sorbona di Parigi.
Paradossi della cultura contemporanea: Benedetto XVI è 'ostracizzato' dall’ateneo fondato da un pontefice per colpa di un manipolo di docenti e di studenti 'liberi pensatori'. Mentre nella patria del Sessantotto, all’interno della facoltà di filosofia di Parigi, un giovane professore di filosofia medievale, non credente, dedica un semestre di insegnamento istituzionale al Pensiero filosofico di Benedetto XVI. «Questo Papa è contemporaneamente rivoluzionario e molto conservatore.
Porta avanti un’interpretazione estremamente audace, e pure simbolica, dell’anima, definendola ciò che della nostra esistenza potrà sempre essere mantenuto». Classe 1971, studi di Scienze politiche e Storia a Bruxelles, Cambridge e Parigi, Jacob Schmutz è maître de conférences all’università Paris IV della Sorbona: il suo titolo corrisponde a quello che nell’ordinamento italiano è il ricercatore universitario, altrimenti detto 'assistente'.
Giusto lo scorso anno ha intrattenuto i suoi studenti affrontando il pensiero di Joseph Ratzinger in quanto filosofo: Schmutz si è concentrato sulla produzione intellettuale dell’allora docente di Münster, Tubinga e Regensburg, affrontando le opere ratzingeriane degli anni Sessanta e Settanta.
Ma come è successo che questo intellettuale laico – traduttore di Eric Voegelin, braccio destro del filosofo Ruedi Imbach, considerato tra i maggiori interpreti di Tommaso d’Aquino – si sia focalizzato su Ratzinger?
«Ci sono arrivato tramite San Bonaventura e Sant’Agostino, visto che sono un medievalista», afferma. Nel 2006 – ha raccontato Schmutz al quotidiano francese La Croix –, al termine del suo corso su Filosofia e religione nel Medio Evo, ha tenuto una lezione su Giovanni Paolo II e Benedetto XVI lettori dei teologi del Medio Evo.
Di fronte all’entusiasmo degli studenti, ecco la decisione di dedicare un intero semestre – tra febbraio e giugno 2007 – alla filosofia del pontefice tedesco, sia in prospettiva ecclesiale sia guardando all’interpretazione della religione cattolica come fenomeno di civilizzazione portata avanti dall’autore di Introduzione al Cristianesimo
Schmutz, che fa parte del Centro Pierre Abélard della Sorbona, è anche animatore del sito Internet 'Scholasticon', dedicato alla filosofia scolastica: paradosso vuole che tale sito sia stato in passato ospitato dal portale della Université libre di Bruxelles, considerata uno dei 'santuari' dell’anticlericalismo europeo.
Schmutz non nasconde la sua irritazione per quella che definisce «l’ignoranza dei media» e la solita vulgata anti-Ratzinger: «Ogni volta che si parla di lui è per tirare fuori i soliti luoghi comuni sull’intellettuale freddo e sull’opposizione tra fede e ragione. Ma non sono per niente queste le sue credenziali».
Anzi, per il professore della Sorbona, «Ratzinger è un vero filosofo. Perciò conquista gli studenti, anche gli atei».
L’interesse accademico di Schmutz non ha niente di accomodante, dato che il docente pone un’obiezione: «Io giudico affascinante e 'pericoloso' il pensiero di Ratzinger.
La sua convinzione è che la sola maniera di essere razionale è essere cristiani». Ma ciononostante a lui ha dedicato studio e passione, senza ostracismi, con rigore intellettuale.
Rispettando l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede che, nel 1999, tenne proprio alla Sorbona una conferenza dal titolo «Verità del cristianesimo?». In essa Ratzinger argomentava: «Nel cristianesimo, la razionalità divenne religione e non più sua avversaria».
© Copyright Avvenire, 19 gennaio 2008
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