da il clandestino
Per cambiare – forse addirittura per salvare – la scuola italiana, ci vorrebbe un gigante politico. Chi avesse letto realmente il Quaderno Bianco sulla scuola fatto dal governo Prodi, un anno fa, non potrebbe onestamente andare in piazza e nelle scuole a protestare. In alternativa, servirebbe una classe politica gigante, degli uomini, di qui e di là degli schieramenti, che fossero degli immensi amanti della scuola e del nostro Paese. Secondo alcuni, non abbiamo né l’uno né l’altro. Ma quel che è certo, e lo stanno capendo milioni di italiani – ma forse non la maggior parte dei giornalisti -, la sinistra sta segando il ramo su cui è seduta. Ritiene la scuola cosa propria, un proprio campo da arare e quindi, in un dissennato cupio dissolvi ed in un’inerzia, questa sì, reazionaria e conservatrice, riproduce tutte le metastasi ideologiche e le modalità vestuste dei suoi decenni passati, catturando purtroppo ancora menti giovani e non più giovani. Il guaio per cui non si può stare a guardare – e per questo urge una reazione buona del buon senso e della ragione – è che se su quel ramo fosse seduta solo la sinistra, potremmo lasciarla al suo destino suicida. Su quel ramo che sta seccando ci siamo però anche noi, il futuro del nostro Paese.
A-team
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