Scuola - gio 30 ott
Tratto da Avvenire del 29 ottobre 2008
La dislessia riguarda circa 350mila tra bambini e ragazzi, uno per ogni classe di 20 alunni, tra il 4 e il 5% della popolazione scolastica italiana.
e spesso i disturbi non sono riconosciuti, esponendo i piccoli a essere bollati come svogliati, quando non tonti. La denuncia arriva, alla vigilia dell’XI congresso nazionale, dall’Associazione italiana dislessia (Aid). Le ragioni di tale disabilità sono legate a una disfunzione neurobiologica costituzionale, che interessa le funzioni connesse alla lettura, alla scrittura e al calcolo, senza pregiudicare le funzioni cognitive complessive.
Si tratta di persone dotate di una normale – quando non superiore – intelligenza. Le loro storie sono state raccolte in un Libro Bianco, presentato a Roma, insieme alla richiesta di una legge ad hoc. Cinque le proposte che giacciono in Parlamento, perché la dislessia sia riconosciuta e si favorisca l’integrazione didattica degli studenti: La speranza dell’Aid è che si giunga presto a una legge bipartisan. La presidente Roberta Penge, neuropsichiatria, ricorda che i pregiudizi, legati all’ignoranza, sono molti: «C’è ancora chi confonde il problema con situazioni di svantaggio sociale o conseguenze di una formazione inappropriata, chi umilia i ragazzi e colpevolizza le famiglie».
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