sabato 11 ottobre 2008

INTERVENTO AL SINODO DI JULIAN CARRON


.L'esperienza dell'incontro con Cristo presente nella tradizione viva della Chiesa è un avvenimento e diventa, perciò, il fattore determinante dell'interpretazione del testo biblico......

...."In manibus nostris sunt codices, in oculis nostris facta"......
Julián Carrón*, Intervento al Sinodo
9 ottobre 2008

L'interpretazione della Bibbia è una delle preoccupazioni più sentite oggi nella Chiesa. il nocciolo della sfida sollevata dalla vicenda della interpretazione moderna della Sacra Scrittura l'aveva identificato anni fa l'allora cardinale Ratzinger: "Come mi è possibile giungere ad una comprensione che non sia fondata sull' arbitrio dei miei presupposti, una comprensione che mi permetta veramente d'intendere il messaggio del testo, restituendomi qualcosa che non viene da me stesso?".


In merito a questa difficoltà, il Magistero recente della Chiesa ci offre elementi per uscire da ogni possibile riduzione.

È stato pregio del Concilio Vaticano II aver recuperato un concetto di rivelazione come avvenimento di Dio nella storia. In effetti, la Dei Verbum permette di comprendere la rivelazione come l'avvenimento dell'autocomunicazione della Trinità nel Figlio "mediatore e pienezza di tutta intera la Rivelazione" (DV 2). È Cristo che "col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione" (DV 4).

Questo avvenimento non appartiene soltanto al passato, a un momento del tempo e dello spazio, ma rimane presente nella storia, comunicandosi attraverso la totalità della vita della Chiesa che lo accoglie. Infatti "la contemporaneità di Cristo rispetto all'uomo di ogni tempo si realizza nel suo corpo, che è la Chiesa" (VS 25; cf. FR 1l).

L'enciclica Fides et Ratio caratterizza l'impatto che la verità rivelata provoca nell'uomo che la incontra secondo un duplice impulso: a) dilatare la ragione per adeguarla all'oggetto; b) facilitarne l'accoglimento del suo senso profondo. Invece di mortificare la ragione e la libertà dell'uomo, la rivelazione permette di sviluppare entrambe al massimo della loro condizione originale.

L'esperienza dell'incontro con Cristo presente nella tradizione viva della Chiesa è un avvenimento e diventa, perciò, il fattore determinante dell'interpretazione del testo biblico.

È l'unico modo di entrare in sintonia con l'esperienza testimoniata dal testo della Scrittura. Infatti, "la giusta conoscenza del testo biblico è accessibile dunque solo a chi ha un' affinità vissuta con ciò di cui il testo parla." (PCB 70). Icasticamente lo riassumeva sant'Agostino:

"In manibus nostris sunt codices, in oculis nostris facta".


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