mercoledì 18 febbraio 2009

PADRE ALDO

Insieme non per fare, ma perché l’io non muoia, perché l’io vibri, cresca, perché solo un io commosso genera, crea e sostiene un’opera.

Perché l'io non muoia, ma vibri, cresca...
dal blog di Anna
Davanti alla nostra povera società, che sembra essere smarrita e senza alcun punto fermo, mi sorprendo sempre più spesso a pensare che aveva ragione chi diceva : "La bellezza salverà il mondo".
Ditemi se non è bella, pur nella drammaticità e nel dolore di tanti malati terminali che lui assiste, questa lettera di p.Aldo appena arrivata:





Cari amici,

vorrei mandarvi qualcuna delle 3500 mail che mi sono arrivate dal 28 agosto ad oggi. Quanto dolore, quanti drammi di ogni tipo. Ecco, questo è l’uomo, questo sono io. Una domanda di aiuto, di una carezza, di qualcuno che si metta in adorazione davanti alla grandezza dell’io. Ogni giorno il mio cuore soffre e arde dal desiderio di abbracciare, consolare questo “io” cosmico di dolore. Ed è in questa prospettiva che la mia clinica è bella. È proprio bella perché qui si “adora” l’uomo, qui l’uomo appare in tutta la sua grandezza. Per questo ieri sera dicevo al Vicepresidente della Repubblica e al ministro dell’educazione venuti a cenare in gioiosa compagnia:

1- questa clinica è opera esclusiva della Provvidenza, che mi dà il necessario ogni giorno.

2- qui o si vive con questa coscienza o uno è meglio che se ne vada, quando non desidera capire che la “realtà è provvidenziale”.

3- non mi interessano collaboratori. Io ho bisogno di amici, come ad esempio lei, signor Vicepresidente. Non ho bisogno e non voglio sapere niente di organizzatrici perché la Provvidenza non si organizza, ma ha solo bisogno di persone innamorate della realtà, perché è da questa passione che nasce un rapporto, un’amicizia.

4- questa clinica è proprietà della Provvidenza che ha creato e crea in ogni istante questo popolo. E questo popolo esprime persone professionalmente capacissime e in particolare innamorate di Cristo. Innamorate nel senso che saltano sulla sedia quando siamo richiamati al fatto che “io sono Tu che mi fai”. Per queste persone non esiste il nominalismo, le parole commuovono con ogni cosa che accade.

5- alla domanda: “ma dall’Italia cosa ricevete, come sono i vostri rapporti?” ho risposto: “dall’Italia voglio solo amici, voglio solo persone che seguendo Carron e quanto ho incontrato e che ha cambiato la mia vita, sia anche per loro una possibilità di conversione. Io non ho rapporti economici, e per questo non mi mancano i soldi. I rapporti sono solo rapporti umani. Non esistono rapporti economici perché l’io è relazione con il Mistero. Per questo obbedisco solo a questi rapporti, obbedisco alla realtà che, lo giuro, non mi ha mai lasciato tranquillo, comodo…anzi, è un tormento, è una spina nel fianco che mi fa gridare, chiedere, mendicare. La stessa amicizia con lei, che ci porta, unica cosa al mondo, a trovarci ogni lunedì alle 6 del mattino a dire Lodi e quindi fare colazione con i miei amatissimi e bellissimi confratelli, Paolino e Daf, nasce da questa coscienza dell’io come Mistero. Signor Vicepresidente, a me interessa lei come “io sono Tu che mi fai”.

Amici, capite perché qui tutto è sacramentale. La gente viene e cambia. Avete letto la testimonianza di Anna, la nipote di Giovanna. Per questo mi commuove Quinto che da anni vibra con me di quanto accade. Ed è per questo che Quinto è diventato per tutto l’ospedale la voce dell’amicizia di P.Aldo in Italia. E lo sottolineo: è proprio così. Come vorrei che tutti assistessero quando il mercoledì i miei medici realizzano in audioconferenza l’incontro, per capire cosa vuol dire amicizia, scuola di comunità, prendere sul serio Carron, guardare chi lui indica. E per di più mi commuove come Quinto mi sostiene, mi conforti in tutto, di come si occupa della mia persona. Questo tipo di rapporto ci interessa. Altro, assolutamente no. Si obbedisce ad una amicizia, ad un uomo che come Giussani diceva: “ma che bello” e poi correggeva. Perché la prima correzione è lo stupore per quanto accade.

Amici, a questa età su queste cose non mollo, anzi, mi convinco sempre di più: siamo insieme per l’effervescenza del proprio io. Siamo insieme per dire “Tu o Cristo mio”. Il tempo si è fatto breve per me e ho solo fretta che Cristo sia conosciuto e amato. Il resto è spazzatura. Anni e anni di dolore e 4 anni e mezzo, le 24 ore con i moribondi mi hanno fatto impazzire per Cristo, per la realtà. E credo sia questa prassi che affascina, che attrae. La metà dei miei responsabili, dinamici, precisi, professionalmente preparati, prendono psicofarmaci, come questo povero uomo, me lo raccontavano stamattina durante il consiglio di amministrazione, che per noi è scuola di comunità, di tutte le 13 opere profit e non della fondazione S.Rafael. Capite, metà hanno problemi di depressione, però non è questa malattia a definirci, ma la certezza di Cristo risorto. Queste cose le racconterò agli amici domani sera all’assemblea dell’ARAL e poi, avendo avuto una grazia unica e immeritata di passare alcuni giorni di riposo con Carron ed altri amici, potrò verificare tutto punto per punto, perché voglio che il mio io arda di Cristo e che il mio popolo sia sempre più il protagonista con quanti ardono della stessa domanda, di quanto qui la Provvidenza crea usando le mani di questo popolo. Questa è l’amicizia che prego, supplico la Madonna che accada (e che accada è una grazia che va chiesta ed io supplico per me e per voi) sempre di più fra noi. Insieme non per fare, ma perché l’io non muoia, perché l’io vibri, cresca, perché solo un io commosso genera, crea e sostiene un’opera.
Ciao a risentirci

P.Aldo

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