lunedì 9 febbraio 2009

STEFANO HA SCRITTO AL PRESIDENTE NAPOLITANO

.......Signor Presidente,
probabilmente Eluana sarà l’unica ad essere lasciata morire di fame con il favore della legge perché dopo questo fatto di burocrazia estrema qualcosa succederà, anche i nostri pavidi politici oseranno.
Lei però avrebbe potuto “riposizionarsi”, lei poteva fare e non ha fatto. Non mi sarei aspettato un Salvo D’Acquisto, ma almeno il calore di un nonno.....


Signor Presidente,
non sono un cittadino uso a scendere in piazza per manifestare al servizio di questa o quella ideologia, manovrato dai partiti che da sempre occupano la politica del paese.
Sono spinto a questo gesto estremo e irrituale, ancorché "democratico" quanto inutile, di scriverle per manifestare tutto il mio dissenso al rifiuto da Lei opposto anche all'ipotesi di procedere sull’emanazione di un decreto che più straordinariamente necessario ed urgente di così non avrebbe potuto essere. E’ evidente tuttavia che le parole non hanno lo stesso significato per tutti.


Non posso contare oltre sulla Sua attenzione, quindi andrò al punto.
Siamo schiavi di fronte al totem della Costituzione nella sua immutabilità e la vita (sia pure in una sua forma pervicacemente scomoda) è subordinata non già alla Legge - quando questa dovrebbe essere per la vita - ma ultimamente alle procedure.
Le procedure di burocrati, magistrati cancellieri, uscieri, quelle di un padre alla cui mortale insistenza, nessuno di noi, e tanto meno lo Stato che “brilla” nella propria assenza, ha avuto la responsabilità di opporre una richiesta di rimozione dalla patria potestà.
Pensavo che essere il garante della Costituzione significasse salvarne lo spirito, non solo la lettera, e credevo che una persona della Sua esperienza, anche per aver vissuto i momenti della nascita della Carta Costituzionale, potesse correre il rischio della responsabilità personale (che nessuno può sottrarLe) di fronte alle scelte fondamentali.
Pensavo anche che la Costituzione contenesse principi, invalicabili dalle carte bollate, che tutelano la vita e che la condanna a morte in Italia non fosse ammessa.
Pensavo che i medici avessero un giuramento positivo sulla difesa della vita, mentre per uccidere Eluana c’è bisogno di una clinica con assistenza medica qualificata.
Signor Presidente, siamo di fronte ad un padre che ha fatto del caso della figlia una causa, un proprio oggetto cui ha fatto attribuire il diritto che neghiamo a tutti gli aspiranti suicidi e che non ha avuto la forza di fare (lui) quello che vuole ottenere da altri.
Signor Presidente,
probabilmente Eluana sarà l’unica ad essere lasciata morire di fame con il favore della legge perché dopo questo fatto di burocrazia estrema qualcosa succederà, anche i nostri pavidi politici oseranno.
Lei però avrebbe potuto “riposizionarsi”, lei poteva fare e non ha fatto. Non mi sarei aspettato un Salvo D’Acquisto, ma almeno il calore di un nonno.
La sua coscienza costituzionale è a posto. Spero ne abbia anche un’altra.
Mi ha profondamente deluso, almeno in questa vita.


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