.......“la realtà è il corpo di Cristo” e poi ci sono tante piccole foto abbracciate da un grande albero pieno di fiori. Le piccole foto sono di una donna che pulisce il pavimento, di un uomo che chiude la porta accompagnandola e non sbattendola, un water del bagno, una scarpa, un altare con il prete che celebra la messa e un letto ben ordinato.
Uno ci sbatte
il naso e sì o sì deve decidere: o stare davanti alla realtà con la coscienza che tutto ciò è dentro il Mistero che lo fa o scappare nelle immagini che ha di Cristo che gli permettono di fregarsi di tutto con le conseguenze che possiamo immaginare.
Per questo è stato commovente quando l’agnostico ebreo, Rubin, il giornalista più famoso e intelligente del Paraguay è venuto a visitare la clinica facendo un ora di servizio televisivo in diretta, alla fine ha detto:
“Se ciò che ho visto è Dio allora ci posso credere anch’io”......
10 NOVEMBRE 2009
Carissimi amici,
l’altro giorno dicevo ad alcuni amici in Brasile, nel nostro consueto incontro con gli Zerbini, Julian, etc. che l’unica “cosa prevista nella mia vita è l’imprevisto” e questo mi rende come le sentinelle d’Assisi della canzone.
L’origine della drammaticità che, per pura grazia, caratterizza la mia vita consiste proprio in questo durante le 24 ore del giorno che “l’
unica cosa prevista è l’imprevisto” che da sempre è il modo con cui mi tiene sveglio. E il luogo dove questo accade ad ogni istante è la realtà. È lei a indicarmi il cammino instante per instante… e lascio a voi immaginare come lei mi “organizza” il tempo o come mette la mia libertà in condizione di dire sempre sì.
L’altro giorno a un amico che aveva dei dubbi su Gesù gli dicevo che il problema non era Gesù, ma le riserve che lui aveva sulla realtà. Quando san Paolo dice che la realtà è il corpo di Cristo chiarisce questo problema in modo particolare. Non dice “il corpo di Cristo è la realtà” perchè se fosse così io sarei vittima delle mie immagini di Cristo con tutte le conseguenze che ognuno di noi vede in sè stesso. Mentre se la realtà è il corpo di Cristo, è impossibile ridurre Cristo a una mia immagine perchè la realtà (res latino) è un dato preciso ineludibile. Se parto da Cristo quando la sveglia suona la spengo, se parto da ciò che la sveglia mi richiama sì o sì per saltare fuori dal letto devo gridare “io sono Tu che mi fai”.Nella clinica in ogni ambiente
c’è una bellissima foto con la frase “la realtà è il corpo di Cristo” e poi ci sono tante piccole foto abbracciate da un grande albero pieno di fiori. Le piccole foto sono di una donna che pulisce il pavimento, di un uomo che chiude la porta accompagnandola e non sbattendola, un water del bagno, una scarpa, un altare con il prete che celebra la messa e un letto ben ordinato.
Uno ci sbatte
il naso e sì o sì deve decidere: o stare davanti alla realtà con la coscienza che tutto ciò è dentro il Mistero che lo fa o scappare nelle immagini che ha di Cristo che gli permettono di fregarsi di tutto con le conseguenze che possiamo immaginare.
Per questo è stato commovente quando l’agnostico ebreo, Rubin, il giornalista più famoso e intelligente del Paraguay è venuto a visitare la clinica facendo un ora di servizio televisivo in diretta, alla fine ha detto:
“Se ciò che ho visto è Dio allora ci posso credere anch’io”. Amici, Celeste,
la bambina portata qui per essere sepolta non è più nella clinica, è nella casita di Betlemme assieme ai miei bambini. È felice e capricciosa. Guardatela… è proprio Lazzaro, l’amico di Gesù, resuscitato. Dieci dei miei bambini, alcuni vittima di violenze sessuali, hanno fatto la prima confessione. Erano felici.
Più di qualcuno piangeva pensando alla misericordia, all’amore di Gesù.
Con
affetto,
Padre Aldo
PADRE ALDO TRENTO
TEMPI 10 Novembre 2009
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