.....La preoccupazione del Papa è dunque prima di tutto per l'attuale «contesto culturale» che anche in Italia «mette spesso in dubbio la dignità della persona, la bontà della vita, il significato stesso della verità e del bene». Ma la Chiesa Italiana non deve scoraggiarsi, raccomanda il Pontefice, nemmeno davanti all'emergere degli scandali causati dalla pedofilia.......
Dal Papa appello per famiglia, scuola e occupazione Sostenere scuola, famiglia e parrocchie. Fare quanto possibile per salvaguardare l'occupazione ma anche promuovere un rinnovamento nella comunità ecclesiale dopo la profonda ferita causata dalla scandalo dei preti pedofili. Papa Benedetto XVI segnala le priorità per l'Italia nel suo discorso ai vescovi riuniti in Vaticano per la 61/a assemblea generale della Cei.
Papa Ratzinger denuncia, inoltre, «una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica». Rinnovando il suo appello a politici e imprenditori a favore dell'occupazione, Benedetto XVI chiede ai vescovi italiani di «condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del paese», una prospettiva, tra l'altro, «ampiamente sviluppata nel recente documento su Chiesa e Mezzogiorno».
La preoccupazione del Papa è dunque prima di tutto per l'attuale «contesto culturale» che anche in Italia «mette spesso in dubbio la dignità della persona, la bontà della vita, il significato stesso della verità e del bene». Ma la Chiesa Italiana non deve scoraggiarsi, raccomanda il Pontefice, nemmeno davanti all'emergere degli scandali causati dalla pedofilia. «La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri», ma, afferma in proposito, «questa umile e dolorosa ammissione non deve far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti». «Ciò che è motivo di scandalo - spiega - deve tradursi per noi in richiamo a un profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, dall'altra la necessità della giustizià».
In proposito, il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, aveva espresso, nel suo saluto, l'appoggio dei vescovi «all'azione di autoriforma» promossa da Benedetto XVI «perchè la Chiesa sia all'altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, confermando «la medesima vicinanza affettuosa e sincera» del «grande abbraccio con cui il laicato cattolico ha inteso esprimere il 16 maggio il proprio amore per il Papa».Joseph Ratzinger si rivolge poi esplicitamente «ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori, per fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale», mentre alla Chiesa italiana il Pontefice chiede di tornare a proporre ai giovani «la misura alta e trascendente della vita», intesa come vocazione alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio.
In vista della settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà in ottobre a Reggio Calabria, il Papa chiede ai vescovi di «declinare un'agenda di speranza per l'Italia, perchè le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili», soprattutto negli ambiti della famiglia («con il suo ruolo peculiare e irrinunciabile»), della scuola («orizzonte comune al di là delle appartenenze confessionali e delle opzioni ideologiche»), della parrocchia («luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane»). (M. Do.)
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