Dopo l’intervista apparsa su Tempi numero 17, Irene Vilar, autrice del best seller Scritto col mio sangue, ha voluto reincontrare la nostra giornalista Benedetta Frigerio che l’ha invitata a pranzo a casa sua con parenti e amici. Benedetta ha regalato a Vilar una copia de Il senso religioso di monsignor Luigi Giussani. Ecco la lettera che Irene Vilar ha scritto a Benedetta Frigerio in seguito a quel pranzo.
di Irene Vilar
Cara Benedetta,
sono appena arrivata a casa e volevo ringraziarti infinitamente per il magnifico pranzo a casa tua con i tuoi e gli amici del tuo movimento (Comunione e Liberazione, ndr). Mi sento piena di calore, ritornando con la memoria a te e alla tua famiglia, è qualcosa di così profondo, come di una famiglia mia, persa, antica e appena ritrovata! Ho letto e letto Il Senso religioso durante il viaggio di ritorno qui in America e ho quasi finito.
Devo sinceramente dire che è un lavoro che ti trasforma la vita, a dire la verità è un lavoro anche più trascendentale di quello di Martin Buber, è così pratico, così vero, così immediato ed urgente. Grazie per avermi dato questo tesoro, l’opera di Giussani è esattamente quello di cui avevo bisogno per scrivere un più autentico e vero diario autobiografico sulla maternità. Mi sento come se avessi già avuto dentro di me alcune parole del suo linguaggio, ma era un lessico poco preciso, formatosi e modellatosi in anni di lavoro esistenziale, intrapreso per la rinascita del mio io, attraverso la scrittura, la terapia, la psicologia, la filosofia, la mia “anima” religiosa. Però ora, avendo davanti a me la testimonianza di questo Santo, sto incominciando a percepire come il radicamento e la crescita del suo linguaggio potrebbero trasformarsi nell’esperienza di una vita ancora più genuina di libertà e pace di quella che potevo immaginare… ci sarebbe così tanto da discutere… Voglio fare l’antologia e disseminare questo lavoro e il suo movimento nelle Americhe. Appena ho tempo scriverò un blog su quello che sto leggendo in questo libro. Ti farò sapere quando è pronto.
Irene Vilar
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