Essere scelti significa appartenere. Il che vuol dire che non è che tu ci sei e fra 34 sei scelto, ma «essere scelto» vuol dire «essere fatto»: sei fatto di questa scelta, perciò appartieni. Essere scelto vuol dire appartenere. Così la vera preferenza non significa che ci sono 50 persone e tu scegli una persona che preferisci alle altre. La preferenza è qualcosa di originale come l’essere: preferisci qualcosa che è fatto per te «più di». Questo lo si vede per esempio nell’arte: perché preferisci questo quadro? Perché quel quadro è fatto di… meglio, tu sei fatta dell’armonia, della bellezza, della fattura di quel quadro. Non è che tu lo scegli il quadro: è fatto di te quel quadro e tu sei fatta della bellezza di quel quadro! Paradossalmente, quindi, non si può scegliere: è soltanto Dio che può veramente scegliere, perché crea ciò che sceglie, dà l’essere a ciò che sceglie. La preferenza nell’uomo invece è proprio ex natura rei: è una vicinanza naturale, come se fossi fatto della stessa carne e dello stesso legno.
Luigi Giussani, “Tu” o dell’amicizia, BUR 1997
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