DA MEDICINA E PERSONA
Milano, 21-23 giugno 2007. Il nostro 4° Convegno Internazionale. Nella prefazione al programma del Convegno avevamo scritto che "[..] per eminenti medici e scienziati chiedersi il perchè esula dall'orizzonte della scienza e che anzi non interessa sapere perchè un certo fenomeno avvenga". Adesso, a Convegno concluso, possiamo dire che domandarsi il perchè di quello che accade è essenziale per la nostra professione.
Quanto più si è uomini si desidera entrare nelle questioni e comprendere, far proprio, rendere parte della propria vita quello che si sta facendo, cioè, più propriamente far diventare esperienza tutto quello che si sta vivendo. Sembra cosa scontata e ovvia ma non lo è. Dunque non una difesa dalla realtà, una estraniazione da essa, ma un lasciarsi scalfire, ferire, per penetrare sempre di più in essa, facendo tesoro di ciò che si sta vivendo per la costruzione della nostra e della altrui esistenza.
Che in termini scientifici significa andare alla radice dei fenomeni fisici e rendersene ragione, in termini di esistenza andare al fondo dei rapporti umani che costituiscono il nostro piccolo o grande orizzonte.
Questo infatti è lo scopo di un Convegno: quale altro se nò?
Etimologicamente cum-venire: venire ad un incontro con altri.
Per che cosa? Ciascuno per portare il proprio contributo professionale e umano, cioè, appunto, di esperienza, metterlo a disposizione, avendo nel contempo la possibilità di ascoltare, incontrare, paragonare sè con la la capacità professionale, la vita, l'umanità di tanti altri. Per portare a casa una voglia in più di esserci, di esistere come uomini, protagonisti delle giornate faticose e delle giornate belle, coinvolti, sempre, in un rapporto con i malati e le loro famiglie. Esserci, nel dibattito scientifico, ma anche in tutti gli altri livelli della nostra attività sanitaria. Questo è un Convegno. Il nostro, per chi è convenuto, lo è stato. Grazie a tutti.
La Redazione
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