....«Il giudizio cristiano — ha detto — diventa una sfida e insieme un grande bene nell'attuale contesto di esasperato pluralismo culturale e ancor più nelle non poche derive che il pensiero colto registra e che disorientano l'opinione cosiddetta comune ».....
Diecimila in Duomo per «don Gius»
Tettamanzi: eredità da rimodellare sulle nuove esigenze
Folla in Duomo per don Giussani
MILANO - La peraltro modesta flessione è durata lo spazio di dodici mesi, perché è successo solo l’anno scorso che il Duomo non fosse stipato del tutto. Ma ieri sera, quinto anniversario della morte di don Luigi Giussani, tutt’e tre le navate sono tornate piene come da ancorché breve tradizione, con diecimila fedeli riuniti in memoria del padre fondatore di Comunione e liberazione, a ventotto anni dal riconoscimento pontificio del Movimento. «Ora tocca a noi continuare», ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi. In che modo? Portando avanti «l’eredità spirituale, pastorale, educativa che don Giussani ci ha lasciato» e rimodellandola sulle «nuove situazioni della Chiesa e della società».
Oltre che dal consueto elenco di volti della politica e dell’imprenditoria — l’elenco completo lascerebbe comunque fuori qualcuno, valgano come citazioni di rappresentanza quelle del ciellino Roberto Formigoni per la Regione e dell’assessore Mariolina Moioli, che ciellina non è, ma presente per il Comune — il popolo di Cl era costituito ieri sera e come sempre dalla famosa «gente comune», ormai non più prevalentemente giovane come quando anche il Movimento lo era, e tuttavia con ancora tanti studenti che un’ora prima dell’inizio della messa erano già in coda fuori dal Duomo per conquistarsi i posti migliori dentro. Del resto, dopo la messa dei funerali che fu celebrata nel 2005 dall’allora cardinale Ratzinger come «inviato personale di Giovanni Paolo II», l’arcivescovo di Milano ha successivamente rinnovato il medesimo appello ad ogni anniversario: l’invito cioè a prendere «esempio» da don Giussani e dalla memoria della sua «azione educativa» rivolta tanto alla crescita interiore della persona quanto alla concretezza dell’«impegno sociale».
Roberto Formigoni (Fotogramma)
Il cardinale che l’anno scorso aveva celebrato l’anniversario giussaniano richiamando a questo proposito il rischio di «trasformare anche la fede e la religione in idoli falsi, quando Dio è pensato contro l’uomo e la sua libertà », è tornato ieri sera in particolare sull’importanza appunto dell’impegno: e citando il Libro dei Proverbi ha ribadito come «il giudizio cristiano deve ispirare e forgiare la coscienza sociale». Con consapevolezza e senza rinunciare alla propria identità anche in un clima di confronto fra differenze: «Il giudizio cristiano — ha detto — diventa una sfida e insieme un grande bene nell'attuale contesto di esasperato pluralismo culturale e ancor più nelle non poche derive che il pensiero colto registra e che disorientano l'opinione cosiddetta comune ».
Alla messa di ieri, trasmessa in diretta anche sul portale della Diocesi, ha partecipato come nelle precedenti occasioni l’attuale presidente di Comunione e liberazione, Julián Carrón, il quale ha concluso rivolgendo al cardinale un ringraziamento e rinnovandogli a nome di tutto il movimento la «disponibilità a servire» la Chiesa ambrosiana. Tra le celebrazioni in suffragio del padre fondatore di Cl quella tenutasi ieri sera a Milano è solo la prima. Altre si sono svolte e proseguiranno da un capo all’altro del mondo, per chi fosse interessato l’elenco delle messe è sul sito www.clonline. org. Inizia intanto oggi il ciclo delle tradizionali riflessioni quaresimali di Tettamanzi, tra i cui temi tornerà la «sobrietà di vita» e che quest’anno si svolgeranno sotto forma di interviste radiotelevisive: saranno trasmesse ogni martedì alle 21 su Telenova e Radio Marconi, oltre che mezz’ora più tardi sul sito della Diocesi.
Paolo Foschini
23 febbraio 2010
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