lunedì 15 febbraio 2010

MASSONERIA IL GREMBIULINO DA AUTOGRILL

......Dan Brown preferisce la massoneria al Vaticano perché preferisce i framassoni a qualsiasi religione, a qualunque credo istituzionalizzato, a qualsivoglia Chiesa. E ha ragione. Le religioni sono infatti il freno all’“io sono Dio” oggi in voga, e fra esse il cattolicesimo è quella che lo fa più rotondamente. Spieghiamoci. I framassoni non sono nemici delle fedi, delle religioni, delle Chiese. Al contrario, le incoraggiano, se possibile le sponsorizzano, predicano persino la “doppia appartenenza”, liberi muratori e adepti di questo o di quel culto. Che vi sia un po’ di spirito in più in quest’epoca di grigia materia li fa contenti, e se poi le religioni, in primis i cattolici, praticano la carità, aiutano il prossimo e fanno beneficenza, cioè aprono scuole, ospedali e centri di accoglienza, è manna. Tutto la via massonica all’idea di Dio accoglie, raccoglie e ingloba. Tutto tranne la pretesa che un credo possa essere assoluto. Come emerge dalle sue carte di fondazione britanniche, scrive con chiarezza Introvigne, la massoneria «non è una dottrina, ma un metodo che propone la libera discussione dei problemi e la loro soluzione secondo quanto sembra vero e giusto alla maggioranza dei fratelli». La cosa, afferma lo specialista, ha un limite positivo: «non è permesso mettere in discussione l’esistenza di Dio». Epperò dai massoni «Dio può essere concepito in una grande varietà di modi, anche lontani da quanto propongono le religioni tradizionali»
Il dogma di discutere di tutto......


Tempi 09 Febbraio 2010
Più che riti iniziatici e simboli perduti la massoneria è ideologia da bestseller. Che usa la spiritualità per disarmare il vero
di Marco Respinti


La massoneria è pericolosa? Molto di meno di quanto s’immagina, molto più di quel che si pensa. Lo dice, anzi lo documenta attraverso un’inchiesta culturale dotta e accattivante, Massimo Introvigne, direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni di Torino, autore di una quarantina di volumi, tra i più noti studiosi mondiali del “sacro postmoderno” ma pure di quelle vie non infrequenti della cultura pop che finiscono per avere a che fare con la spiritualità e con il soprannaturale. Ne Il simbolo ritrovato. Massoneria e società segrete: la verità oltre i miti (Piemme) Introvigne prende spunto dal nuovo romanzo di Dan Brown, Il simbolo perduto (Mondadori, 2009), che, dopo essersela presa con la Chiesa Cattolica ne Il Codice Da Vinci (Mondadori, 2003) – e, quantomeno in Italia, avere sull’onda del successo rispolverato in fretta il meno fortunato e precedente Angeli e Demoni (Mondadori, 2004) –, si cimenta con i framassoni.

Liberi muratori e adepti del culto
Ora, la frase che il romanziere americano ha pronunciato nell’intervista concessa a Panorama il 29 ottobre, «l’obiezione di Introvigne corrisponde a verità: sono molto più benevolo nei confronti della massoneria che del Vaticano», ha fatto il giro del mondo. Sbaglierebbe però chi si rappresentasse Dan Brown nei panni di un agente segreto che, armato di squadra e compasso, si lancia alla conquista del mondo se non altro culturale per conto di certe conventicole nascoste che coniugano potere, denari e riti occulti. Tutt’altro. Dan Brown preferisce la massoneria al Vaticano perché preferisce i framassoni a qualsiasi religione, a qualunque credo istituzionalizzato, a qualsivoglia Chiesa. E ha ragione. Le religioni sono infatti il freno all’“io sono Dio” oggi in voga, e fra esse il cattolicesimo è quella che lo fa più rotondamente. Spieghiamoci. I framassoni non sono nemici delle fedi, delle religioni, delle Chiese. Al contrario, le incoraggiano, se possibile le sponsorizzano, predicano persino la “doppia appartenenza”, liberi muratori e adepti di questo o di quel culto. Che vi sia un po’ di spirito in più in quest’epoca di grigia materia li fa contenti, e se poi le religioni, in primis i cattolici, praticano la carità, aiutano il prossimo e fanno beneficenza, cioè aprono scuole, ospedali e centri di accoglienza, è manna. Tutto la via massonica all’idea di Dio accoglie, raccoglie e ingloba. Tutto tranne la pretesa che un credo possa essere assoluto. Come emerge dalle sue carte di fondazione britanniche, scrive con chiarezza Introvigne, la massoneria «non è una dottrina, ma un metodo che propone la libera discussione dei problemi e la loro soluzione secondo quanto sembra vero e giusto alla maggioranza dei fratelli». La cosa, afferma lo specialista, ha un limite positivo: «non è permesso mettere in discussione l’esistenza di Dio». Epperò dai massoni «Dio può essere concepito in una grande varietà di modi, anche lontani da quanto propongono le religioni tradizionali».

Il dogma di discutere di tutto
Lo stesso tentativo di restringere la questione al solo monoteismo è sempre del resto stato respinto con forza dai massoni. Per ciò stesso, qualunque sia l’idea di Dio che soggettivamente i massoni coltivano e che diviene “verità” ufficiale a maggioranza, «tutti i massoni (…) hanno un accostamento alla questione dei dogmi che è incompatibile con quanto pensano dei dogmi la Chiesa Cattolica e diverse altre denominazioni cristiane». Infatti, oltre al citato limite positivo, il dibattito massonico su Dio conosce anche un limite negativo: «Tutto può essere messo in questione, tranne il metodo stesso». Ovvero, di tutto si può discutere tranne del fatto che di tutto si deve discutere; tutto è relativo, tranne la relatività di tutto. Un principio ben vicino alla nota aggressività del pensiero debole. «Chi – osserva Introvigne – proponesse l’unicità di una verità, di una religione, di una via si porrebbe automaticamente al di fuori del metodo massonico». Chi, cioè, «accetta il metodo massonico dev’essere disposto a mettere sul tavolo le sue idee, a “metterle in questione” e ad accettare il verdetto che emergerà dalla discussione condotta secondo i princìpi del libero dibattito». Nessun problema, evidentemente, a giocarsi tutto, sé e le proprie idee, assieme al prossimo; ma la nota dolens à che la risposta finale, da accettare per fede, su chi sia Dio dipende dall’opinione della maggioranza.

1 commento:

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