......Da che cosa è segnato il cammino nostro perché, in noi, tutti i giorni, ci sia quel respiro che tu hai documentato, indiziato, che è il respiro di quel punto in cui il cosmo diventa cosciente di sé? Da che cosa è segnato il cammino che dobbiamo fare, ognuno di noi e insieme?
Io credo che sia la lealtà e la sincerità e la semplicità con cui siamo fedeli e tenaci nel corrispondere, come regole della vita, al cuore nostro. Allora quella compagnia che è stata resa possibile da questa fedeltà al cuore dell'uomo, al nostro cuore, questa compagnia diventa carica di significato, di affetto amicale, di aiuto condividente i bisogni gli uni degli altri, cioè il cristianesimo in atto. Perciò è un'obbedienza, un'obbedienza a quello contro cui non possiamo avere nessun motivo reale, se non un preconcetto. Per abbandonare la compagnia o non seguire le indicazioni della compagnia - l'iter che chi è più adulto nella compagnia ha già percorso, su cui ha già scommesso, cui è stato fedele per tanti anni - bisogna proprio essere travolti da un preconcetto. La compagnia e l'obbedienza in essa, dunque, perché l'obbedienza è lo strutturarsi dell'ipotesi di lavoro più ragionevole che noi possiamo far emergere dall'esperienza. Anche l'amicizia fra me e te e fra me e lui nasce così, è nata così e può andare avanti solo così.
(don GIUSSANI)
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