1)Gilbert Keith Chesterton, Uomo vivo, Morganti Editori 2009, pp. 256, € 15
Le avventure del debordante Innocent Smith, che in un caldo pomeriggio d’estate piomba nel giardino di Casa Beacon. Dove, a causa del modo di fare, viene visto come un pericolo dai suoi abitanti. Fino a subire un bizzarro “processo casalingo”... Con la sua ventata di novità, Smith mostra che la vita, pur conservando gli stessi fattori, può cambiare. Per l’esperienza di un uomo che ha nel cuore e negli occhi l’unico orizzonte in cui tutto conta per davvero, in cui le cose emergono con una luce nuova, infinitamente più affascinante. Come scriverà lo stesso Chesterton nella sua Autobiografia: «La vera difficoltà dell’uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace»...
2)Aleksandr Solzenicyn, Padiglione cancro (Reparto C), Newton Compton 2010, pp. 384, € 7
Nel reparto oncologico dell’ospedale di una città dell’Asia centrale si incontrano donne e uomini che hanno alle spalle esistenze diverse. La potenza della grande arte della narrazione mette in luce le loro diverse posizioni dentro alla sofferenza. Una corsia dolorosamente preferenziale per far emergere le esigenze costitutive della persona e per rivelare la ragionevolezza del modo con cui l’uomo si rapporta a queste esigenze. In una conversazione con il protagonista Oleg, uno dei ricoverati racconta: «A volte sento con chiarezza che in me c’è qualcosa di indistruttibile, di altissimo». Il romanzo documenta che, proprio nel rapporto con quell’indistruttibile, l’uomo può sempre risorgere.
3)María Zambrano, Per l’amore e per la libertà. Scritti sulla filosofia e sull’educazione, Marietti 2008, pp. 208, € 24
Il volume raccoglie una serie di articoli della filosofa scritti durante l’esilio che la portò in America Latina dal 1939 al 1948 e, successivamente, a Roma. La Zambrano colpisce per il modo di affrontare il problema educativo, oltre che per la scrittura chiara di una persona che riflette sempre sull’esperienza, senza rinunciare mai ad un affondo molto personale. Un esempio? Il giudizio che, già negli anni Sessanta, dava sul cuore dell’attuale crisi educativa: «Ciò che è in crisi è questo nesso misterioso che unisce il nostro essere con il reale, qualcosa di così profondo e fondamentale che è il nostro intimo sostento».
4)Eric-Emmanuel Schmitt, Oscar e la dama in rosa, Bur 2005, pp. 90, € 6,50
Oscar ha solo dieci anni, ma la leucemia lo sta uccidendo. E lui lo sa, anche se i grandi per paura fanno finta di non saperlo. In ospedale solo un’anziana signora vestita di rosa, che va sempre a trovarlo, capisce la sua sete di risposte. E gli suggerisce un gioco: vivere ogni giorno come fossero dieci anni, e scrivere a Dio per raccontargli cosa scopre. Oscar ci sta. Facendoci vedere cosa significa vivere ogni cosa come un avvenimento. Fino a quando, arrivato a 110 anni (dieci giorni di gioco), si addormenta...
Hans e Sophie Scholl, Lettere e diari, Itaca 2006, pp. 272, € 12,50
I fratelli Hans e Sophie Scholl, insieme ad altri universitari di Monaco, tra il 1942 e il 1943 creano un gruppo di resistenza noto come Rosa Bianca. Quando, il 22 febbraio 1943, vengono giustiziati per alto tradimento (con dei volantini invitavano i tedeschi a opporsi al nazismo), Hans e Sophie sono poco più che ventenni. Nelle loro lettere, la testimonianza di un desiderio di vita che nemmeno l’ideologia e la guerra hanno soffocato. E di un’umanità rinata proprio nell’ora più buia.
Jung Chang, Cigni selvatici. Tre figlie della Cina, Tea 2010, pp. 677, € 12
I cigni del titolo sono l’autrice stessa, sua madre e sua nonna. La nonna è vissuta in un Paese dominato dai “signori della guerra”, dove il ruolo della donna era come quello di un sopramobile. La madre ha condiviso, sposando un uomo dai ferrei principi comunisti, l’ideale di Mao. Venendo poi travolta, come il marito, dal bagno di sangue della Rivoluzione culturale. L’autrice, che ha vissuto l’illiberalità del regime e le sue timide aperture post maoiste, ha fatto la scelta dell’Occidente. Una storia vera che testimonia l’irriducibilità del cuore, contro ogni ideologia.
Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Einaudi 2008, pp. 139, € 9
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un lager tedesco dall’alpino Rigoni Stern nell’inverno del 1944. Con grande forza, viene rappresentata la lotta dell’uomo per conservare la propria umanità. Come quando l’autore, leggendo una pagina del Vangelo, riflette sul Discorso della Montagna: «Tutto mi apparve chiaro. Mi sembrava di capire senza alcuna ombra che gli uomini liberi non erano quelli che ci custodivano, tanto meno quelli che combattevano per la Germania di Hitler. Noi lì rinchiusi eravamo uomini liberi».
Thomas Mann, II piccolo signor Friedemann, in Padrone e cane e altri racconti, Feltrinelli 2008, pp. 233, € 6,50
Giovanni Friedemann, quarto figlio di una nobile famiglia, cade dal fasciatoio a poche settimane di vita. Come effetti di questo infortunio, crescerà gobbo, rachitico e con la testa infossata. Abituato fin da giovane a vivere in modo che gli urti dell’istinto e delle attrattive non possano turbarlo, il signor Friedemann è un esempio perfetto di resistenza alla provocazione del reale. Ma un innamoramento imprevedibile e assurdo distrugge quell’ordine. Perché, come commentava don Giussani, «uno può essere calcolatore proprio all’infinitesimo grado di un suo equilibrio, di una sua sanità e di un suo gusto, ma non può impedire che, presto o tardi, in qualche modo, un fattore non previsto scompagini tutto il suo ordine e lo rovini».
Joseph Roth, La leggenda del santo bevitore, B.C. Dalai Editore 2010, pp. 62, € 6,90
Un clochard alcolizzato, Andreas, vive sotto i ponti di Parigi. Un giorno riceve da un misterioso passante duecento franchi, impegnandosi a restituirli la domenica seguente con un’offerta nella cappella di Santa Teresa di Lisieux. Ma, ogni volta che riesce a mettere insieme un gruzzoletto per riparare il debito, lo spreca in piaceri e distrazioni... Tutti i suoi sbagli, però, non impediranno alla Grazia di raggiungerlo. La sua è la storia di una grande promessa. Perché l’uomo può sempre cambiare, mettendo in gioco la sua libertà davanti ad una possibilità anche solo intravista.
Pavel Florenskij, Amleto, Bompiani 2004, pp. 101, € 8
Grande filosofo, matematico e teologo (è detto “il Leonardo da Vinci russo”), Pavel Florenskij a 23 anni ripercorre la vicenda del principe danese, eroe shakespeariano. Una figura emblematica, che vive in anticipo ciò che il resto dell’umanità dovrà affrontare in seguito, magari secoli dopo. Attraverso l’Amleto, Florenskij vede quindi la contemporaneità al punto di intersezione di due tendenze: con la modernità l’uomo ha messo Dio tra parentesi, ma allo stesso tempo ha scoperto tutte le forze che abitano il mondo e che, facendo a meno di Dio, non riesce più a controllare...
Giovanni Guareschi, Diario clandestino (1943-1945), Bur 2004, pp. 208, € 8,50
Catturato dai tedeschi nel settembre 1943 e portato prigioniero in Germania, Guareschi rimane in lager fino al settembre 1945. Questo è il diario di quel periodo, composto giorno dopo giorno e spesso letto ai compagni di baracca. Nella prigionia, l’emergere di una positività. E una grande scoperta: «C’era qualcuno che era prigioniero di me stesso... ma ora egli è evaso dal suo carcere. Un giorno camminavo su questa sabbia deserta... quando a un tratto il cielo mi parve insolitamente profondo come se, mentre guardavo dietro i vetri sudici di una finestra, la finestra si fosse improvvisamente spalancata. E vedevo i minimi dettagli e le piccole cose mai viste prima, come un mondo nuovo, e ogni cosa si completava di tutti i suoi particolari... Ritroverò l’altro me stesso? Mi aspetta forse fuori dal reticolato per riprendermi ancora? Buon Dio, se dev’essere così, prolunga all’infinito la mia prigionia. Non togliermi la mia libertà».
Nikolaj Berdjaev, Pensieri controcorrente, La Casa di Matriona 2007, pp. 144, € 10
Il grande filosofo russo affronta temi come libertà e verità, cultura e potere, arte e creatività, folgorando il lettore di oggi con la modernità dei suoi giudizi. Tutte le riflessioni di Berdjaev qui raccolte hanno al centro la persona umana, e la pienezza riscoperta nell’incontro con Cristo. Sono pensieri controcorrente, sicuramente non politically correct, che demoliscono in maniera paradossale i luoghi comuni più diffusi nel pensiero contemporaneo: primo tra tutti, che Dio e la fede siano nemici dell’uomo e della ragione. L’immagine di cristianesimo che Berdjaev offre è una sfida all’uomo contemporaneo, convinto di poter costruire da solo la propria umanità e finendo così per portare solo distruzione.
Jan Dobraczynski, Lettere di Nicodemo. La vita di Gesù, Morcelliana 2009, pp. 400, € 22
Una narrazione degli episodi del Vangelo riflessa nella coscienza di un contemporaneo di Cristo, Nicodemo, espressione della nostra coscienza di moderni. Emergono i suoi (nostri) dubbi, la sua (nostra) simpatia per il Signore e le viltà che la frenano. Con la forma del romanzo epistolare Nicodemo racconta a Giusto, suo antico maestro e amico, le sue più intime vicende familiari (l’amore, la malattia e l’agonia della moglie) intrecciate all’incontro con Gesù, un uomo che lo affascina e lo interroga. Come in un film, scorrono migliaia di fatti. Che portano alla grande domanda: «Chi è quell’uomo in realtà?».
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Le vite degli altri (Germania 2006)
di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Mühe. Durata: 137’
Nella Berlino Est del 1984, il capitano della Stasi Gerd Wiesler è incaricato di spiare una coppia di artisti. A poco a poco, entrando nella loro vita ne sarà cambiato, fino a perdere la fede nel “sistema”. E a riconoscere che la libertà non è servire il potere. Tanto che basterà la bellezza di una musica per incrinare un cuore di pietra... Un film che grida come la percezione della verità può portare a rifiutare un’esistenza costruita su un ideale falso. Spingendoti anche a dire una menzogna, ma solo per salvare «le vite degli altri».
Una storia vera (Usa/Francia 1999)
di David Lynch. Con Richard Farnsworth, Sissy Spacek, Harry Dean Stanton. Durata: 111’
La vera storia di un 73enne, Alvin, che decide di andare a trovare il fratello. Con lui non è mai andato troppo d’accordo, ma dato che l’anziano fratello è prossimo alla morte, è giunto il momento per riconciliarsi dopo tanti anni. Per raggiungerlo, deve attraversare gli Stati Uniti. E sceglie di farlo su un tagliaerba... Ogni pezzo di strada e ogni incontro diventa un’occasione per crescere, oltre che per avvicinarsi al fratello. La vicenda mostra una figura ricca di umanità e di stupore di fronte al creato. A fare da sfondo a questa «storia vera», il cielo stellato: un segno reale e misterioso, posto sia all’inizio che alla fine del film, come immagine del destino. Perché, dopo l’incontro tra i fratelli, il viaggio possa idealmente continuare verso le stelle.
Accattone (Italia, 1961)
di Pier Paolo Pasolini. Con Franco Citti, Franca Pasut. Durata: 120'
Accattone è il soprannome di Vittorio, ragazzo di borgata che si fa mantenere da una prostituta, Maddalena. Quando questa finisce in carcere, Accattone conosce la fame. Andando sul posto di lavoro della moglie abbandonata, incontra Stella. Tenta di far prostituire anche lei, ma se ne innamora. Così, questo incontro sarà l’occasione per far venire fuori la sua umanità più vera. Tanto che Stella lo convince a cercarsi un lavoro onesto. Lui accetta, per poi tornare a rubare. Fino a quando s’imbatte nella polizia, e nel fuggire cade dalla moto e muore. Non è un caso se Pasolini mette subito dopo i titoli di coda i versi di Dante su Bonconte da Montefeltro, che nella Commedia si salva per una «lacrimetta» in punto di morte. Allo stesso modo, il regista redime Accattone, che morendo esclama: «Aaah... Mo’ sto bene!». In quell’ultima battuta, il presentimento di sperimentare il Paradiso.
The Millionaire (GB/Usa 2008)
di Danny Boyle. Con Dev Patel, Freida Pinto. Durata: 120’
Come fa Jamal a rispondere a tutte le domande di un famoso gioco televisivo? Ha imbrogliato, come pensa il poliziotto che lo interroga? Ma in Jamal è solo l’esperienza che parla: dall’infanzia in uno slum di Mumbai, all’incursione di fanatici indù che uccisero la madre, ai mille mezzucci per sopravvivere, all’incontro con la giovane Latika, compagna di giochi e poi amore di tutta la vita. Jamal ne ha passate di tutti i colori, ha visto le cose più abbiette ed è capace di sentimenti travolgenti che lo sorreggono nei momenti più tragici. Nella sua vita tutto è un segno, utile al momento giusto per salvare la donna che ama.
Freedom Writers (Usa 2007)
di Richard LaGravenese. Con Hilary Swank, Patrick Dempsey. Durata: 123’
Erin Gruwell, insegnante al primo incarico, ha l’entusiasmo di chi è deciso a fare la differenza, coinvolgendo i ragazzi della sua scuola di periferia con il fascino della parola e della letteratura. Presto, però, l’ostacolo più grande saranno i colleghi disillusi e un marito trascurato. Ma Erin non si rassegna a essere un semplice ingranaggio e pretendere lo stesso da quei ragazzi che, grazie all’incontro con lei, sono spinti ad essere radicali nel loro desiderio...
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