da il sussidiario
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha postato un messaggio su Twitter in risposta alla lettera di don Julián Carrón pubblicata sul quotidiano La Repubblica del primo maggio 2012 dal titolo «Carron: da chi ha sbagliato un'umiliazione per Cl». Il governatore lombardo ha lasciato intendere di aver accolto e fatto proprio il messaggio del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. E ha scritto: «Carrón, le tue parole sono un formidabile aiuto per purificarci e ripartire. Grazie don Julián». Da settimane, ormai, Formigoni è al centro di polemiche e continue richieste di dimissioni a causa del coinvolgimento in indagini giudiziarie di alcune persone vicine a lui e, contestualmente, aderenti al movimento fondato da don Luigi Giussani.
Personalmente, gli si addebitano comportamenti privati privi della sobrietà che si addice ad una personalità del suo rango. Di recente, inoltre, un ex dirigente di Finmeccanica, ha dichiarato che il movimento avrebbe preso delle tangenti da parte del colosso industriale. A fronte di tutto ciò, Carron ha deciso di fare chiarezza. Fin dalle prime parole della sua missiva: «leggendo in questi giorni i giornali – ha scritto - sono stato invaso da un dolore indicibile dal vedere cosa abbiamo fatto della grazia che abbiamo ricevuto». Secondo Carron, se Cl viene sovente fatta coincidere con l’attrattiva per potere, denaro e stili di vita che poco centrano con la fede, «qualche pretesto dobbiamo aver dato». Sia ben chiaro: il movimento, ha sottolineato Carron, è estraneo «a qualunque malversazione» né ha «mai dato vita a un “sistema” di potere». Tuttavia, «chiediamo perdono – afferma in uno dei passaggi più significativi della lettera - se abbiamo recato danno alla memoria di don Giussani con la nostra superficialità e mancanza di sequela». E ancora: «Quando un membro soffre, tutto il corpo soffre con lui, ci ha insegnato san Paolo». Nulla di tutto ciò, in ogni caso, potrà mai modificare la sostanza del movimento, ne rivelarsi ultimamente condizionante: «L’avvenimento dell’incontro con Cristo ci ha segnato così potentemente che ci consente di ricominciare sempre, dopo qualsiasi errore, più umili e più consapevoli della nostra debolezza». E infine: «Questa novità la potremo vivere e testimoniare solamente se ci mettiamo alla sequela di don Giussani, verificando la fede nell’esperienza, tanto egli era persuaso che solo se la fede è una esperienza presente e trova conferma in essa della sua utilità per la vita, potrà resistere in un mondo in cui tutto, tutto dice l’opposto». Anche Antonio Polito ha voluto commentare la lettera in un Tweet, mostrando di apprezzarla per non aver nascosto il dolore e l’umiliazione per «tanti peccati di vanità». Luciano Violante, ex presidente della Camera responsabile delle riforme del Pd, ha commentato su queste pagine il testo di Carron. Dicendosi convinto che il richiamo in esso contenuto, seppur rivolto ad una comunità religiosa che avverte la responsabilità degli errori dei suoi appartenenti e si pone il problema del rapporto con essi, possa applicarsi anche alle comunità laiche. Ovvero, ai partiti.