giovedì 3 maggio 2012

Una lettera aperta al mondo



Benedetto XVI sul cinquantesimo della "Pacem in terris"
Tratto da L'Osservatore Romano dell'1 maggio 2012
Una lettera aperta al mondo. Così Benedetto XVI ricorda la Pacem in terris nel messaggio alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, dedicata al cinquantesimo anniversario dell'enciclica di Giovanni XXIII.
Riuniti dal 27 aprile al 1° maggio, i partecipanti ai lavori stanno esaminando il contributo dato da questo documento alla dottrina sociale della Chiesa. Al culmine della guerra fredda - scrive il Pontefice - Papa Giovanni promulgò quello che può essere considerato "un appello sentito di un grande Pastore, affinché la causa della pace e della giustizia venisse promossa con vigore in ogni settore della società, a livello nazionale e internazionale". Tanto che sebbene lo scenario politico globale sia "notevolmente cambiato da allora, la visione proposta da Papa Roncalli ha ancora molto da insegnarci mentre lottiamo per affrontare le nuove sfide per la pace e per la giustizia". Per Benedetto XVI infatti l'enciclica "era ed è un forte invito a impegnarsi in quel dialogo creativo tra la Chiesa e il mondo, tra i credenti e i non credenti, che il Vaticano II si è proposto di promuovere".
Ed è in questo stesso spirito, che dopo gli attacchi terroristici del settembre 2001, il beato Giovanni Paolo II ha ribadito come il concetto di perdono debba "inserirsi nel dibattito internazionale sulla risoluzione dei conflitti, al fine di trasformare il linguaggio sterile della reciproca recriminazione".
Per questo - conclude il suo messaggio Papa Ratzinger - è stata molto "eloquente la scelta del tema dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi del 2009. Il messaggio portatore di vita del Vangelo - è la spiegazione - ha recato speranza a milioni di africani, aiutandoli a superare le sofferenze inflitte loro da regimi repressivi e conflitti fratricidi".

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