di LUIGI ACCATTOLI
CITTÀ DEL VATICANO - « Solidarietà totale» all’arcivescovo Angelo Bagnasco, accompagnata dall’avvertimento che se c’è «volontà di intimidire» gli uomini di Chiesa, loro parleranno «in modo ancora più forte e più chiaro» .
Il cardinale Camillo Ruini commenta così, con il Corriere della Sera , l’ultima minaccia anonima all’arcivescovo che dal 7 marzo è il suo successore alla presidenza della Cei. «Ovviamente è un gesto inqualificabile che probabilmente nasconde una volontà di intimidire» afferma il cardinale Vicario del papa per la città di Roma. «Di fronte a questo gesto - dice ancora - è evidente una solidarietà totale, che va al di là del gesto stesso e che non viene soltanto dai vescovi o dal solo mondo cattolico, ma che è molto più vasta». Conclusione dell’uomo che ha guidato per 16 anni la Conferenza episcopale italiana: «Di fronte a ogni tentativo di intimidire, è bene che tutti sappiano che parleremo, se necessario, in modo ancora più forte e più chiaro».
Ritroviamo in queste parole il tono dell’omelia per i morti di Nassiriya (novembre 2003), quando Ruini disse con riferimento ai terroristi: «Non fuggiremo davanti a loro». Parole che sono poi riecheggiate in quest’altre: «La Chiesa non si lascia intimidire», pronunciate dal segretario della Cei Giuseppe Betori nel settembre del 2005, dopo che lo stesso Ruini era stato contestato a Siena da un gruppo sinistrorso, durante la cerimonia di consegna di un premio della «Fondazione Liberal».
Anche le parole «parleremo chiaro e forte» e «parleremo ancora più chiaro» le abbiamo ascoltate più volte dal cardinale Ruini e quelle di ieri ci dicono che egli è l’uomo combattivo e tenace di sempre, benché oggi non parli più a nome della Cei. Il primo segnale che viene da questa sua dichiarazione è che egli non minimizza l’ennesima minaccia all’arcivescovo Bagnasco, come erano sembrati fare - nel primo pomeriggio di ieri - la curia di Genova e «ambienti vicini alla Cei». In questa sua lettura forte dell’episodio, Ruini concorda con quanto sempre ieri ha dichiarato il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che invitava l’Italia a «sostenere» Bagnasco e a «non lasciarlo solo».
I due uomini di Chiesa che hanno più voce sulla scena italiana e vaticana danno dunque la stessa interpretazione reattiva e polemica di un episodio che invece altri - nella stessa Chiesa - tendono a minimizzare, forse più per prudenza che per convinzione. Probabilmente la concordanza dei cardinali Ruini e Bertone è da ritenere spontanea, più che frutto di una consultazione. Ma è altrettanto probabile che ambedue - diretti collaboratori del papa - risentano della preoccupazione di Benedetto XVI per il clima che si sta creando in Italia in materia di pronunciamenti della Chiesa che toccano materie politiche. Né va dimenticato che una delle scritte apparse sui muri di Genova diceva «Morte al papa».
C’è infine da rilevare un’altra assonanza significativa tra le parole dei due cardinali che più di frequente parlano con il papa: ambedue tendono a promuovere - intorno all’arcivescovo Bagnasco - un’ampia solidarietà: Bertone sollecitando il «sostegno» dell’Italia, Ruini segnalando come già in atto un appoggio «molto più vasto» di quello cattolico.
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