Duomo di Milano
Venerdì 18 maggio 2007 ore 21.00
Nel Duomo di Milano si terrà venerdì 18 maggio 2007 alle ore 21.00 la prima presentazione pubblica in Italia del libro “Gesù di Nazaret” di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, edito da Rizzoli.
Il grande evento si colloca all’interno di “A passo d’uomo”, il progetto culturale ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory, in collaborazione con l’Ufficio per la Cultura della Regione Ecclesiastica Lombarda e voluto dall’Arciprete del Duomo di Milano, Monsignor Luigi Manganini, che dal 2004 ogni sei mesi mette a confronto pensatori credenti e laici su temi centrali e decisivi nel nostro clima culturale, filosofico e teologico.
A discutere del libro di Joseph Ratzinger, alla presenza dell’Arcivescovo di Milano Card. Dionigi Tettamanzi, intervengono, moderati da Massimiliano Finazzer Flory, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani Cardinale Walter Kasper e lo storico Ernesto Galli della Loggia. L’evento ad ingresso libero sarà introdotto da Monsignor Luigi Manganini.
«Tutti dovrebbero leggere il libro di Ratzinger»
Galli della Loggia: «Un'opera che si contrappone a chi ha visto in Cristo solo un saggio»
Uno strappo da ricucire, per ricongiungere il Gesù storico al Cristo della fede. Papa Benedetto XVI svela l'intento nelle prime righe della premessa a «Gesù di Nazaret»: far nuovamente coincidere il personaggio realmente esistito con il figlio di Dio. Domani sera in Duomo, in una serata aperta al pubblico, a discutere del testo di Papa Ratzinger, insieme al cardinale e arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi e al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ci sarà anche lo storico Ernesto Galli della Loggia, preside della facoltà di Filosofia dell'Università Vita Salute San Raffaele.
Professore, il suo credo laico farà da contraltare a quello cristiano?
«Mi limiterò a parlare del libro, in un modo diverso da come potrebbe parlarne un credente, con un'interpretazione meno ortodossa».
Papa Ratzinger in effetti presenta questo libro come una "ricerca personale", quindi passibile di critiche o smentite.
« È così. Non si tratta di un atto magisteriale, ma della riflessione documentata di uno studioso. È il lavoro di un fine teologo, c'è una ricerca filologica accurata, con un'analisi linguistica dei termini evangelici. Naturalmente è un libro complesso, non è un semplice catechismo, ma chi lo legge ne trae grandi conoscenze».
Chi sono i «maestri del sospetto» a cui vuole contrapporsi Papa Ratzinger?
«Ci sono state correnti di pensiero che in questi anni hanno trasformato Gesù in un grande saggio, ma negando che fosse realmente il figlio di Dio. Mi viene in mente l'"Inchiesta su Gesù" di Corrado Augias e Maurizio Pesce».
Il libro ha venduto 50 mila copie in un giorno. Un segnale di fede o di mancanza di certezze?
«È la dimostrazione che la religione ha di nuovo un posto di primo piano, interessa tutti, persino gli atei che se ne occupano non fosse altro che per attaccarla.
Questo è stato possibile grazie alla riaffermazione delle civiltà».
Benedetto XVI parla di «dramma del cristianesimo».
«Il cristianesimo è molto criticato, perché è tornato al centro del dibattito. Ci si è accorti che non è più un moribondo, e per questo produce antagonismi forti. C'è una curiosa coincidenza: mai come oggi si è parlato tanto di Gesù, dai libri ai film, e mai come oggi ci si è allontanati dalla fede».
Come valuta la lezione del Ratzinger teologo?
«Ratzinger è un grande studioso a cui nella vita è capitato curiosamente di fare il Papa. Il suo carattere intellettuale è emerso nella prima Enciclica "Deus caritas est" e nella lectio di Ratisbona. In questo sta la differenza con Papa Wojtyla, più politico. L'inclinazione professorale ha permeato ogni aspetto di Raztinger, anche quello fisico. Lo si vede sempre un po' imbarazzato e con l'aria assorta dello studioso».
A chi consiglia questo libro?
«A tutti naturalmente, cristiani e no. Nei Paesi civili tutti si interessano di religione, soltanto in Italia esistono i "vaticanisti"».
Corriere della sera (Milano, 17 maggio 2007)
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