.....“La pretesa che la medicina possa garantire uno stato di benessere psico-fisico che supera ogni desiderio nella società dei diritti insaziabili” mentre “il numero di contenziosi in area medica è cresciuto del 200% dal 1994 al 2007” (Frigerio). Questi sono i problemi in corsia abilmente aggirati dallo scandalismo confezionato ad arte, per creare “notizia”, shock emotivo, sfiducia nelle istituzioni e negli operatori sanitari. Il tutto, per amore della salute e della vita di donne e bambini o per quel frutto di albero giustizialista di cui abbiamo ascoltato la sequela di ingiurie in Parlamento?.....
Caso della neonata cieca di Bergamo: c’è una regia nelle cronache che falsificano i dati di realtà e alimentano la sfiducia nei medici?
di Luigi Amicone
tempi 30 settembre 2010
Occhio alle date, ai fatti e alla seguente insinuazione che a noi pare suffragata da date e fatti che qui di seguito proviamo a circostanziare: il giustizialismo fa un salto nell’abiezione e il circuito mediatico ci sguazza senza vergogna.
Il caso della bambina di Bergamo nata cieca risale al 30 gennaio 2010. Esattamente otto-mesi-otto, prima di arrivare alla querela. Ci fosse stata un’evidenza di ciò che la stampa corriva chiama “litigio in sala parto”, credete che i due coniugi albanesi in Italia da 15 anni avrebbero aspettato “solo ora” (Corriere della Sera, 30 settembre) per far partire la denuncia per danni attraverso l’ex politico e assessore all’edilizia di Rifondazione Comunista avvocato Roberto Trussardi?
Sulla stampa corriva vengono presentati sullo stesso piano la versione tardiva dell’accusa e quella che respinge tutte le accuse, fondata sulle evidenze di cartelle cliniche compilate il 30 gennaio, della direzione sanitaria degli Ospedali Riuniti di Bergamo, uno degli ospedali di eccellenza, non solo in Italia, ma in Europa. “Non c’è stata nessuna lite. Si doveva cesarizzare d’urgenza e per trenta minuti la donna non ha dato il suo consenso informato richiesto dalla legge. L’intervento non ha menomato l’utero come sostengono gli organi della stampa e la donna potrà avere ancora tanti figli quanti una squadra di basket”.
Questo dice in sostanza il comunicato della direzione degli Ospedali Riuniti di Bergamo e questo ci conferma telefonicamente Luigi Frigerio, primario di Ostetricia e Ginecologia, confermato per altri cinque anni nel suo incarico in data 24 settembre scorso. Coincidenza vuole, che nei fatti di cronaca affastellatisi nel mese di settembre a partire dal caso di Messina (anche lì scandaloso diverbio in sala parto poi smentito dagli interessati, dalla direzione dell’ospedale, dal presidente dell’Ordine dei medici, e siamo al 20 settembre, dopo quella data un po’ come succede quando c’è un disastro aereo non c’è sala parto in cui non si trovi un boxeur, una rissa o un ginecologo impazzito), Marina Terragni scriva oggi su Sette le stesse cose che scrive su Tempi il primario Luigi Frigerio: “Non boicottare la fecondità fino al penultimo click del bio-orologio. Non farsi illusioni sulla magia della tecno scienza” (Terragni).
“La pretesa che la medicina possa garantire uno stato di benessere psico-fisico che supera ogni desiderio nella società dei diritti insaziabili” mentre “il numero di contenziosi in area medica è cresciuto del 200% dal 1994 al 2007” (Frigerio). Questi sono i problemi in corsia abilmente aggirati dallo scandalismo confezionato ad arte, per creare “notizia”, shock emotivo, sfiducia nelle istituzioni e negli operatori sanitari. Il tutto, per amore della salute e della vita di donne e bambini o per quel frutto di albero giustizialista di cui abbiamo ascoltato la sequela di ingiurie in Parlamento?
Vi è una coda anche più cattiva negli articoli della stampa corriva di ieri: l’attacco ad personam al primario Frigerio, uomo dal brutto profilo, essendo egli un apprezzato professionista (presidente emerito della Società Lombarda di Ostetricia e Ginecologia), obbiettore di coscienza in materia di aborto e, per di più, un cattolico non anonimo. Purtroppo alla stampa corriva, non risulta – come invece risulta alla direzione dell’ospedale Riuniti di Bergamo da noi raggiunta telefonicamente nella persona di Vanna Toninelli, responsabile dell’ufficio Comunicazione e Relazioni esterne – che lo stimato professore Luigi Frigerio, recentemente riconfermato nel suo primariato, non è stato affatto messo “sotto tutela”. Anzi. Risulta alla direzione che la notizia è fantasiosa e priva di ogni fondamento, “a meno che si intenda per ‘sotto tutela’ il lavoro di équipe svolto normalmente e in qualunque ospedale di eccellenza”.
Ma dicevamo del Trussardi, avvocato dalla denuncia tardiva e dalle amicizie consone a una certa sensibilità politica. Tipo quella con il ginecologo Claudio Crescini, consigliere Pd al comune di Bergamo (e pagella nera per il record di assenze in consiglio comunale, secondo la stessa Bergamo News, fonte del presunto scandalo del Riuniti), segretario per la Regione Lombardia dell’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui si segnala la presenza in qualità di esperto nella sede del giornale di Via Solferino, per un forum con giornalisti e lettori il 2 settembre scorso.
Il titolo del forum potrebbe sembrare addirittura un caso di profezia che si autoavvera, considerati gli scandali in sala parto registrati nelle settimane successive: “Nascere in Italia oggi: ci si può ancora fidare?”.
Ps. Una cosa è certa: delle prestazioni professionali del professor Claudio Crescini – già aiuto primario del reparto di ostetricia e ginecologia agli Ospedali Riuniti di Bergamo – l’ospedale Riuniti di Bergamo ha cessato di fidarsi già a partire dal 4 gennaio dell’anno corrente, per spontanee dimissioni dello stesso Crescini e dopo che la direzione del Riuniti aveva denunciato il Crescini per truffa.
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