30 Marzo 2007
MATTUTINO (G RAVASIO)
l'infinita stupidità
La stupidità non è tanto una carenza intellettuale; è piuttosto una carenza di umanità.
Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.
Contemporanee ma diversificate sono le biografie dei due autori che oggi abbiamo convocato facendoli convergere su un tema, ahimé, sempre attuale, quello della stupidità. Il primo a parlarci è il teologo protestante, martire sotto il nazismo, Dietrich Bonhoeffer, che annota la sua osservazione nel Natale 1942 nel suo diario Resistenza e resa. Acutamente egli accusa la stoltezza di non essere tanto una carenza intellettuale - ci sono, infatti, non pochi intelligenti stupidi - ma una mancanza di umanità (ci sono, appunto, persone di scarsi studi ma di grande sapienza). L'imbecillità, tronfia e sicura di sé, nasce dal cuore, si manifesta non solo nel pensiero ma nello stile di vita e infetta chi le si accosta perché ha un'energia maligna.
Diventa così vera l'altra frase che proviene da un genio come Einstein il quale rimane abbacinato non solo davanti all'universo ma anche di fronte alla straordinaria capacità diffusiva e dirompente della stupidità. Ho citato altre volte quello che mi disse lo scrittore Riccardo Bacchelli nell'unico incontro che ebbi con lui: «Gli stupidi impressionano, non foss'altro che per il numero!». La massa con le sue reazioni cieche, l'imitazione delle mode più assurde, la volgarità elevata a comportamento comune sono talora così dilaganti da scoraggiare nei confronti del futuro dell'umanità. La speranza, però, non ci deve abbandonare perché un grano di sapienza ha più vitalità ed efficacia di un enorme ammasso di idiozie e riuscirà sempre a farsi strada e a manifestarsi.
Gianfranco Ravasi
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