venerdì 2 marzo 2007

MISTERI DEL GIOVEDI' E DEL VENERDI'


“Ma per comprendere davvero in pienezza la Croce, - ha continuato il porporato - bisogna guardare al Calvario con gli occhi di Maria, che rimase coraggiosamente vicino al supplizio sconvolgente di suo Figlio”.

“La consapevolezza che il sacrificio di Gesù acquistasse la redenzione per gli uomini non ridusse il suo strazio, ma esso fu trasfigurato”, ha poi concluso

misteri del Giovedì e del Venerdì Santo nelle meditazioni quaresimali del Cardinale Biffi
Esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana

CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 28 febbraio 2007

L’amore mostrato nel dono eucaristico, il dolore redentivo di Cristo, la forza della preghiera ma anche lo strazio trasfigurato di Maria: sono i temi sui quali il Cardinale Arcivescovo emerito di Bologna, Giacomo Biffi, ha voluto incentrare questo mercoledì le sue riflessioni davanti a Benedetto XVI e alla Curia Romana.

“Cercate le cose di lassù” è l’argomento sul quale il porporato sta offrendo le sue meditazioni per la Quaresima, che termineranno sabato 3 marzo, nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico del Vaticano.

Prendendo spunto da alcuni passaggi biblici che raccontato dell’Ultima Cena, dove Gesù istituisce il Sacramento dell'Eucaristia dicendo ai discepoli “fate questo in memoria di me”, il Cardinale Biffi ha riflettuto sull’importanza del Giovedì Santo.

“L’Eucaristia - ha affermato secondo la sintesi offerta dalla 'Radio Vaticana' -, è essenzialmente una memoria, capace di risalire due millenni di storia, spesso dispersa e sbadata, dell’umanità per rimettere il Figlio del Creatore fra le mani delle sue creature”.

“E’ una memoria provvidenziale, perché avverandosi per se stessa, consente all’uomo di ricordarsi di Gesù anche quando è distratto”, ha aggiunto.

“Ma è anche una memoria che va tenuta desta” - ha continuato il Predicatore degli Esercizi spirituali - “perché ricordarsi di Cristo permette all’uomo di capire chi egli stesso sia e per quale obiettivo viva: se Cristo è il Salvatore allora noi non siamo degli autonomi ma dei salvati”.

“Questa consapevolezza cristiana è l’opposto dell’uomo del nostro tempo, il quale - ha proseguito l’Arcivescovo emerito di Bologna – è affetto dalla sottile angoscia di sapere quale sia il suo posto nel vario mondo del Creato”.

Nella seconda meditazione della mattina, il Cardinale Biffi ha quindi spostato la sua attenzione sulla scena descritta nel Giardino degli Ulivi, dove “emerge l’umanità di Gesù”.

“E Cristo, a un passo dal consumare la sua Passione, diventa così il primo sacerdote che intercede per l’umanità - ha detto il porporato -. Nell’ora dell’agonia, Gesù per vincere la debolezza della prova ha pregato ancor più intensamente”.

“E questo - ha detto il cardinale Biffi - ci mostra come vada affrontata la sofferenza da parte di un cristiano: non con la sterile ribellione, o il ricorso a filosofie inconcludenti, né attraverso uno stoicismo coraggioso”.

“La sofferenza va affrontata invece con una confidente e appassionata ricerca di Dio nella preghiera”, ha spiegato.

“Ma per comprendere davvero in pienezza la Croce, - ha continuato il porporato - bisogna guardare al Calvario con gli occhi di Maria, che rimase coraggiosamente vicino al supplizio sconvolgente di suo Figlio”.

“La consapevolezza che il sacrificio di Gesù acquistasse la redenzione per gli uomini non ridusse il suo strazio, ma esso fu trasfigurato”, ha poi concluso.
ZI07022804

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