«Disgustano le polemiche anti-Chiesa» Bagnasco
Società - mer 24 ott
Il Presidente della Cei intervistato dal 'Consulente Re': «Sarcasmo stile Ottocento contro i cattolici perché sono un riferimento
La qualità di Avvenire premiata dai numeri»
di Paolo Viana
Tratto da AVVENIRE del 24 ottobre 2007
La gente dimostra un «disgusto crescente» per i messaggi che irridono i grandi valori della nostra tradizione, eppure alcuni mass media perseverano negli attacchi alla Chiesa, che viene percepita come l’«ultimo baluardo, che si cerca di abbattere con i mezzi a disposizione». Il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, che sarà creato Cardinale al Concistoro del 24 novembre, riflette sulle polemiche di questi mesi in un’intervista pubblicata dal Consulente Re di ottobre.
Il periodico ricorda le diverse tappe di monsignor Bagnasco, da arcivescovo di Pesaro a ordi- nario militare per l’Italia, fino ad arcivescovo di Genova e alla presidenza della Conferenza episcopale italiana, dopo i sedici anni di guida del Cardinale Ruini, concludendo con un’analisi delle polemiche anticattoliche di questi mesi.
Larga parte del colloquio è riservato all’esperienza al vertice del consiglio di amministrazione di Avvenire, che monsignor Bagnasco commenta così: «ho imparato come si confeziona un quotidiano. In questi anni ho capito meglio la delicatezza che si deve accompagnare alla confezione di un giornale. E l’importanza di offrire in questo caso alla società italiana un’informazione seria, onesta, fornendo nel contempo chiavi di interpretazione solide di aspetti essenziali della vita quotidiana».
Un giornale come Avvenire, aggiunge, «deve raggiungere e riuscire a mantenere un alto livello qualitativo, per onestà verso i lettori e per poter competere seriamente con gli altri quotidiani italiani». Un impegno, sottolinea, premiato dalla «crescita sensibile dei ’numeri’» diffusionali della testata, anche se «persiste in una certa parte del mondo cattolico un atteggiamento di disattenzione» che è «retaggio di pregiudizi del passato ». Affrontando i temi delle polemiche anticattoliche scatenate dai media, monsignor Bagnasco rileva «il disgusto crescente di molte persone verso i messaggi che ci giungono quotidianamente sui grandi valori che sono parte fondante della nostra tradizione, dell’ identità italiana: valori come quelli della famiglia, della vita, dell’amore, della religione, della sollecitudine per il bene comune. Gli attacchi a tali valori fondanti della nostra tradizione non mi pare abbiano fin qui avuto buon gioco nella grande massa dei nostri concittadini. Basti pensare a quanto è successo per i referendum sulla Legge 40».
L’Arcivescovo non parla esplicitamente di un «attacco programmato, strategico alla Chiesa », ma sottolinea che «non passa quasi giorno che non vi sia una valutazione negativa, una messa in rilievo di fatti veri o presunti che riguardano la Chiesa, i suoi ministri…» Attacchi ricondotti al sarcasmo anticlericale dell’Ottocento, anche se, secondo il presidente della Cei, «il buon senso degli italiani può ancora prevalere sull’emergere del sarcasmo generalizzatore ». Quanto all’origine delle polemiche rivolte contro gli ecclesiastici e il mondo cattolico, per l’arcivescovo esse «possono essere lette anche come una reazione violenta a una constatazione innegabile: per molti la Chiesa è ormai un punto di riferimento ineludibile in certi momenti della storia, come potrebbe essere il nostro in Italia e in Europa. Ecco allora la Chiesa come 'ultimo baluardo', che si cerca di abbattere con i mezzi a disposizione. Anche ritornando al sarcasmo dell’Ottocento ».
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