Mae Sot. “Arriveranno gli elicotteri e i paracadutisti americani”, dice un giovane della National League for Democracy. Come riferiscono i pochi contatti all’interno della Birmania, i sopravvissuti nell’area del delta dell’Irrawaddy continuano a scrutare il cielo in attesa d’aiuti. Per ora si è visto soltanto il primo dei nove elicotteri del Programma alimentare dell’Onu autorizzati dalla giunta. Ieri è arrivato l’elicottero che trasportava Ban Ki-moon, nella prima visita di un segretario generale dell’Onu in Birmania dal 1964 – quando vi si recò U Thant, egli stesso birmano. E’ atterrato nel campo di Kyondah, a sud di Rangoon, lo stesso campo-modello dove era stato portato in tour il corpo diplomatico. Poi stamattina la notizia: Ban ha ottenuto quel che voleva. Gli aiuti stranieri, "tutti", potranno entrare nel paese, ha annunciato Ban.
Un’opzione pratica per l'arrivo degli aiuti è costituita dalla “Coalition of Mercy”, promossa dall’Asean, l’Associazione dei paesi del sud-est asiatico, di cui la Birmania fa parte. Come suggerisce Lionel Rosenblatt, uno dei massimi esperti in emergenze umanitarie, il caso gioca a favore. In questi giorni è in corso “Cobra Gold”, esercitazione congiunta delle forze armate statunitensi e thailandesi con osservatori di altre nazioni dell’area, che quest’anno ha come obiettivo quello di simulare operazioni di soccorso e supporto in caso di disastri naturali e umanitari. Il war game potrebbe divenire realtà se davvero i generali birmani accetteranno l’aiuto dell’Asean utilizzando mezzi e risorse logistiche della US Navy nel mar delle Andamane.
di Massimo Morello
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