L’INIZIATIVA/ "2014: Agricoltura Domani", un'associazione per rilanciare dal basso il mondo agricoloInt. a Mario Sala27/06/2008Autore(i): Int. a Mario Sala.
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Come nasce l’idea di fondare questa nuova associazione “2014: Agricoltura Domani”, in un contesto già ricco di associazioni e sigle sindacali?
Non è una nuova associazione, è una associazione “nuova”! Le novità sono almeno tre: innanzitutto è un’associazione di persone, non di aziende o di enti. Si è deciso di fare così perché le cose cambiano quando si incontrano le persone, ben prima che le strutture. Alcuni giorni fa abbiamo presentato l’Associazione a Milano, a Villa Mozart, e c’erano agricoltori, sindacalisti, industriali, sindaci, studenti universitari, dirigenti di associazioni sindacali e di prodotto: più di cento persone mosse dal desiderio di essere vicendevolmente influenzate, desiderose di condividere, oserei dire contaminare la propria esperienza con quella di altri.
In secondo luogo, è un’associazione con uno scopo specifico, che è quello di promuovere il principio di sussidiarietà presso le istituzioni e i protagonisti del mondo agricolo. Un principio quasi totalmente disatteso in agricoltura, per mille motivi anche di ordine storico, culturale e giuridico.
Da ultimo, è un’associazione che non aggiungerà una sola goccia al mare di lamentele, anche se talvolta legittime, riguardo alla situazione dell’agricoltura e delle mille cose che non vanno. Al contrario noi desideriamo conoscere “perché van bene le cose che van bene”. E’ questo un campo di indagine pieno di fascino perché ci mette in rapporto con realtà già orientate verso la scadenza del 2014: iniziative tutte da scoprire perché esempi concreti e positivi che una maggiore applicazione del principio di sussidiarietà farebbero ancor più grandi e con un effetto trascinante per tutto il settore. L’associazione vorrà conoscere e far conoscere i protagonisti di questi casi, perché il passaggio delle esperienze avvenga in modo diretto, concreto e davanti a tutti.
Quali sono le prime iniziative in cantiere dell’Associazione e come intende rapportarsi con il territorio?
Ho ascoltato moltissime proposte di iniziativa specialmente dopo “Villa Mozart”. La richiesta che mi ha fatto più piacere è stata quella d’iniziare davvero a conoscere il principio di sussidiarietà “al di là” dell’idea che ciascuno, di esso, se ne è fatto. Vedremo come fare per allargare a tutti coloro che lo desiderano il lavoro che i promotori dell’Associazione hanno fatto sul libro “ Che cosa è la sussidiarietà. Un altro nome della libertà”.
Altra richiesta molto diffusa è quella di organizzare a breve un seminario per spiegare che cos’è davvero l’Expo 2015 e quali sono le opportunità che questo evento internazionale offre al nostro sistema e in particolare a quello agricolo. C’è poi chi ha proposto di fare una web radio per collegare tutti, per veicolare informazioni e giudizi, per promuovere dibattiti sui temi più qualificanti, insomma per mettere in comune il sapere che emerge dalle singole esperienze. Vi sono infatti realtà che meritano di essere conosciute e che hanno molto da dire di utile per tutti, in particolare sul dopo 2013, anno in cui dovrebbero finire le risorse previste nel bilancio europeo a sostegno dell’agricoltura.
Alla presentazione inoltre erano presenti molti sindaci che ora vogliono portare l’associazione sul loro territorio, e farla conoscere ai loro Agricoltori.
Un passo importantissimo sarà quello di incontrare le principali Istituzioni, a partire dalla Regione Lombardia e dal nuovo Assessore all’Agricoltura, sia per presentare l’associazione ma anche per portare proposte “sussidiarie”.
Il principio di sussidiarietà ha molto da dire circa i problemi che sembrano “insolubili”: crisi alimentare mondiale, acque, suolo, nitrati, suini, riduzione delle terre, prezzi, quote, ecc,ecc.
In che modo il mondo dell’agricoltura può vincere la sfida di andare avanti senza i finanziamenti europei?
Innanzitutto, e fin d’ora, il problema è che c’è modo e modo di spendere i soldi pubblici. La gestione dei finanziamenti europei, per esempio, costa troppo per far giungere alle imprese le risorse (tra struttura e burocrazia…).
La sussidiarietà insegna: che i soldi pubblici premino azioni virtuose, investimenti che sappiano rispondere ai bisogni delle imprese e anche della collettività. Faccio un esempio: è giusto che si sostengano le famiglie che curano i propri anziani a casa? Sì! E’ giusto che si sostengano gli investimenti di un azienda agricola che garantisca la sicurezza di ciò che mangiamo o contribuisca a fare ancora più bello il paesaggio? Io dico di sì! E’ giusto che si sostengano investimenti innovativi di un produttore agricolo che abbatte le sostanze inquinanti in atmosfera o nei terreni o risparmia il consumo di un bene prezioso come l’acqua con nuove pratiche irrigue? Certo!
Cosa significa “mettere al centro la persona”, in un settore (quello agricolo) che sarà sempre più aperto al mercato globale?
Una persona è al centro quando le è possibile essere protagonista dei bisogni che vive e che incontra.
In fondo, il principio di sussidiarietà dice che ogni uomo ha il diritto di far fronte ai propri bisogni e a quelli che incontra nella sua comunità (imprenditoriale, familiare, territoriale…ogni comunità!) secondo i criteri della propria esperienza, non secondo quelli del potere di turno: politico, sindacale o statale che fosse.
Sarebbe ad esempio bello se le aziende agricole e tutti i protagonisti delle varie filiere del settore potessero accedere ai servizi di cui hanno bisogno secondo un sistema di voucher, scegliendo liberamente dove prenderli: nelle università, nei consorzi di ricerca, nei propri sindacati, in associazioni di produttori o magari da altre aziende agricole. Ritengo che, invece di dare denaro ai centri che erogano servizi, sia ora di sostenere, magari proprio in forma di voucher, chi questi servizi li deve acquistare e liberamente scegliere. La concorrenza che ne scaturirebbe sarebbe davvero virtuosa…
Sostenendo la libertà di scelta in agricoltura, premiando i progetti virtuosi e innovativi, avremo anche aziende più competitive e capaci di operare sempre più per un bene comune. Oppure sarebbe bello che emergessero distretti e metadistretti sul modello che la legge lombarda della competitività consente e che favorisce la sussidiarietà orizzontale ben più dei progetti “concordati” che pur sono interessanti. Non si può da una parte sostenere che l’agricoltura non deve essere più “assistita” e che deve aprirsi al mercato e dall’altra orientare le imprese agricole unicamente sui piani regionali di sviluppo decisi “dall’alto” piuttosto che sugli strumenti legislativi della competitività che riconoscono “le mosse” e “le iniziative” dal basso delle imprese e delle loro associazioni.
Le imprese agricole oggi, in particolare per quanto riguarda le nuove generazioni, si caratterizzano per una crescente richiesta di professionalizzazione e un sempre più diffuso utilizzo di tecnologie all’avanguardia: la Lombardia in questo senso esprime eccellenze che ne sono un esempio. Quali sono i fronti su cui concentrarsi per fare innovazione?
Il primo passo per fare innovazione è prepararsi a presentarci bene all’Expo 2015, che si intitola “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Un titolo che chiama direttamente in causa l’agricoltura e tutto il sistema agroalimentare ed energetico. L’Expo 2015 rappresenta sicuramente un’opportunità per promuovere i nostri prodotti, per promuovere l’innovazione, per favorire il processo di apertura di questo importante settore del paese: non possiamo perdere l’occasione culturale, educativa, impresarile che questa apertura implica.
Questo evento offrirà la possibilità di allargare enormemente i nostri orizzonti, anche sui tanti e gravi problemi che affliggono il pianeta, alla soluzione dei quali il mondo dell’agricoltura può dare un grande contributo. Come non si stanca mai di ripetere Alberto Piatti, anche sul sussidiario.net, siamo in un mondo nel quale 800 milioni di persone lottano con la fame, due miliardi di persone hanno problemi gravi dovuti alla malnutrizione e un miliardo e mezzo di persone spende enormi risorse per fare diete dimagranti. Dove il 17% delle terre irrigate genera il 40% della produzione planetaria. Dove gli aiuti all’agricoltura “occidentale” si aggirano sui 230 miliardi di dollari, che sono circa 30 volte la cifra che va ai Paesi in via di sviluppo.
E’ per tener presente tutto questo in modo realistico e costruttivo che “la 2014” chiama a raccolta chi ha a cuore davvero l’applicazione del principio di sussidiarietà anche in agricoltura.
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