domenica 21 settembre 2008

LA MALATTIA MI STA INSEGNANDO A VIVERE

....“A un certo punto, se perdi molte funzioni perdi tutti i crediti: non ti resta nulla e ti tolgono la patente di persona. Non sei più degno di vivere, non sei più compatibile con una vita degna. Sei ancora vivo, ma la tua vita non è degna di essere vissuta. (…) Ecco dove porta la cultura dei bempensanti: alla selezione della specie”......
.....“Certo può sembrare paradossale – ha precisato l’oncologo – ma io ho scoperto sulla mia pelle che un corpo nudo, spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua esteriorità, fa brillare maggiormente l’anima, ovvero il luogo in cui sono presenti le chiavi che possono aprire, in qualsiasi momento, la via per completare nel modo migliore il proprio percorso di vita”......
Parla il presidente dell’Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica
di Antonio Gaspari
Tratto dal sito ZENIT, Agenzia di notizie il 19 settembre 2008




Nell’ambito delle iniziative per la prima Giornata Nazionale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è stato presentato il libro “Liberi di Vivere. Malati inguaribili, persone da curare” (edizioni ARES), scritto dal caporedattore del Resto del Carlino, Massimo Pandolfi.

Con l’introduzione del cantante Ron, e dei calciatori Gianluca Vialli e Massimo Mauro, il libro contiene 100 domande a Mario Melazzini, l’oncologo malato di SLA e presidente dell’associazione che li rappresenta, nonché una parte intitolata “Messaggi in bottiglia” che riporta poesie, commenti e testimonianze dei malati di SLA.

Benché si parli di una delle malattie più invalidanti e letali tra quelle che si conoscono, il libro è un vero trattato sulla speranza e sulla voglia di vivere.

Non mancano le parti di denuncia delle ideologie e della cultura che vorrebbe favorire la rimozione di questi malati attraverso forme più o meno velate di eutanasia.

Nelle risposte alle 100 domande, l’oncologo Mario Melazzini ha scritto: “Che la morte non è un diritto è un fatto. Non esiste il diritto a morire. Io non sono così assolutista ma su questo argomento sì”.

“La morte è un evento naturale della vita; è la vita che va permessa, difesa dal primo momento, e cioè dal concepimento e fino alla morte naturale – ha aggiunto –. E questa non è ideologia o religione; no è la natura! La natura ci insegna che la vita va tutelata; questo è il vero rispetto”.

In merito al caso di Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo che si vorrebbe far morire negandogli l’alimentazione e l’idratazione, Melazzini è stato molto critico: “Quello che i giudici di Milano hanno sentenziato rappresenta un puro caso di legittimazione di una forma di eutanasia. Per me è un omicidio”.

Il presidente dell’AISLA ha denunciato quella che ha indicato come una certa “mentalità dei benpensanti”, secondo cui “hai la dignità di persona umana se hai tutte le funzioni, tutti i punti. Se cominci a perdere qualche funzione, cominciano a scalarti anche i punti”.

“A un certo punto, se perdi molte funzioni perdi tutti i crediti: non ti resta nulla e ti tolgono la patente di persona. Non sei più degno di vivere, non sei più compatibile con una vita degna. Sei ancora vivo, ma la tua vita non è degna di essere vissuta. (…) Ecco dove porta la cultura dei bempensanti: alla selezione della specie”.

Di fronte a questa deriva, Melazzini chiede di tornare all’origine di ciò che siamo. “Te lo posso assicurare, ringrazio la malattia: mi sta insegnando a vivere”.

“Certo può sembrare paradossale – ha precisato l’oncologo – ma io ho scoperto sulla mia pelle che un corpo nudo, spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua esteriorità, fa brillare maggiormente l’anima, ovvero il luogo in cui sono presenti le chiavi che possono aprire, in qualsiasi momento, la via per completare nel modo migliore il proprio percorso di vita”.

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